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SOCIAL SUICIDIO - DENUNCIA LO STUPRO E SI BUTTA SOTTO UN TRENO IN DIRETTA SU PERISCOPE: LA TREMENDA STORIA DELLA 19ENNE FRANCESE CHE NON CREDEVA NELLA GIUSTIZIA MA NELLA DENUNCIA ONLINE - IL VIDEO: IL SUO PRIMO PIANO, POI IL NERO, I SOCCORSI, I COMMENTI STRAZIATI DEI SUOI FOLLOWER

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DENUNCIA STUPRO E SI UCCIDE IN DIRETTA - VIDEO

Giordano Tedoldi per “Libero Quotidiano

 

Siamo nell' era social e delle performance, dove ogni comportamento umano, persino il suicidio, è condiviso, entra in rete ed è sottoposto, in tempo reale, non solo alla visione, ma ai commenti. Le cose avvengono, e mentre avvengono, creano empatia, proprio come le performance artistiche. Martedì, alle 16, una diciannovenne di Egly, banlieue a sud di Parigi, ha fatto del suo suicidio una performance condivisa su Periscope, l' app che consente di pubblicare i propri filmati su Twitter.

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Così, l' urgenza psichiatrica di una persona che decide di autodistruggersi, si è incrociata con l' urgenza contemporanea di essere social, di essere spiati fin nei propri reconditi pensieri, fin nel desiderio, solitamente privato, e spesso vergognoso, e dunque esercitato in estrema solitudine, di ammazzarsi. Le due urgenze si sono potute congiungere perché la giovane aveva, in effetti, un messaggio da lanciare. Nel video ha denunciato di essere stata stuprata, facendo il nome del violentatore.

 

Ma quello che colpisce è che, da questo punto in poi, il suo comportamento è per certi versi anomalo, per altri, un perfetto specchio dei tempi: non è andata dalla polizia a denunciare l' abominevole violenza, ma ne ha fatto il triste annuncio a sorpresa di un appuntamento ai suoi contatti di Periscope, ai quali, come a una giuria popolare, ha spiegato che «non voleva far parlare di sé, solo costringere la gente a reagire e ad aprire le menti».

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Questa ragazza non credeva più alla possibilità di avere giustizia, né di ritrovare la serenità, affidandosi ai tribunali, ha preferito usare quei canali che le erano più familiari e, dal suo punto di vista, le sembravano più immediatamente efficaci: la città virtuale, e potenzialmente illimitata, della rete. Non si è uccisa sotto un treno della Rer, le ferrovie parigine, almeno non nelle intenzioni della sua performance: si è uccisa nell' incorporea, spirituale entità che sono i social.

 

Il video, ancora visibile ma censurato su YouTube, mostrava l' arrivo del treno, poi alcune sequenze confuse e il buio, e cinque minuti dopo, la voce di un soccorritore che dice: «Sono sotto il treno con la vittima. Ho bisogno di spostare la vittima».

 

LA RAGAZZA SUICIDA IN DIRETTA SU PERISCOPE -1LA RAGAZZA SUICIDA IN DIRETTA SU PERISCOPE -1

Il soccorritore parla la voce dei vecchi tempi, di un corpo fisico, straziato, da togliere dai binari per far riprendere la normale circolazione. Temiamo, però, che dovremo abituarci sempre più a quell' altro linguaggio, quello di chi compie ogni sorta di atti estremi, che un tempo si aveva orrore a mostrare, in una specie di rituale, pubblico tuffo nell' oceano vastissimo di Internet.