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“SONO STATO POSSEDUTO DA SATANA. TUTTO QUELLO CHE È ACCADUTO NON HA SENSO” – LA CONFESSIONE DI GIOVANNI SALAMONE, IL 61ENNE DI ALESSANDRIA CHE, LO SCORSO 16 OTTOBRE, HA ACCOLTELLATO A MORTE LA MOGLIE, PATRIZIA RUSSO – IN AULA, GLI AMICI E I FAMILIARI DELLA COPPIA HANNO PARLATO DEI PROBLEMI ECONOMICI DI SALAMONE: A PESARE C'ERANO CARTELLE ESATTORIALI, PER UN DEBITO DI CIRCA 38MILA EURO, E UN PROCESSO A SUO CARICO CON L’ACCUSA DI RICETTAZIONE (PER IL QUALE È STATO ASSOLTO) – SALAMONE HA ANCHE RACCONTATO DI AVER TENTATO IL SUICIDIO DOPO CHE…
Estratto dell’articolo di Adelia Pantano per www.lastampa.it
«Sono stato posseduto da Satana. Tutto quello che è accaduto non ha senso». Giovanni Salamone, 61 anni, pronuncia queste parole raccontando quello che era successo prima del 16 ottobre dello scorso anno, quando all’alba ha ucciso con diverse coltellate la moglie Patrizia Russo, che di anni ne aveva 53, mentre era ancora a letto.
LE TESTIMONIANZE DEI FIGLI DELL’IMPUTATO
Il suo esame arriva al termine di una lunga giornata al processo in tribunale in cui si è cercato di ricostruire il contesto in cui è maturato il delitto. Lo hanno fatto soprattutto i figli, Giuliana e Francesco: entrambi si sono costituti parte civile nel processo. La giovane ventitreenne (affiancata dall’avvocata Anna Maria Tortorici), […] ha ripercorso il rapporto […] con il padre. «Con lui ho sempre avuto un rapporto distante. Era presente fisicamente, ma assente emotivamente», spiega. […] Poi quelle difficoltà economiche, tenute nascoste ai figli, e che sono emerse sono negli ultimi mesi. «Negli ultimi tempi mia madre mi diceva che dovevamo stringere la cinghia. I soldi - dice la giovane - erano sempre meno».
patrizia russo giovanni salamone
Intenso e lucida anche la testimonianza del fratello Francesco (con l’avvocata Maria Luisa Butticé). Il giorno dell’omicidio si trovava a Valencia (in Spagna) per un dottorato di ricerca in Agraria[…] «Durante l’università rientravo nei weekend per lavorare in azienda. Facevo vendemmie, stagionali, anche attività in cantina, per guadagnare qualcosa - racconta -. Non mi risultavano problemi gravi, ma mia madre aveva accennato a qualche difficoltà, soprattutto per delle spese legate alla permanenza in Piemonte. Diceva che era tutto sotto controllo, ma col senno di poi forse minimizzava». […]
COSA ERA CAMBIATO
giovanni salamone patrizia russo
Ma proprio nell’estate prima dell’omicidio, qualcosa in Giovanni Salamone era cambiato. A pesare le cartelle esattoriali, per un debito di circa 38mila euro e c’era anche quella vicenda giudiziaria che lo aveva visto coinvolto per ricettazione di arance e per il quale era stato prosciolto. Lo sapeva anche la sorella Rossana. «Aveva grossi problemi economici. Prima di tornare a Solero mi disse che era finita», racconta in aula la donna.
Così come a sapere di quello stato di depressione era anche il fratello di Patrizia, Giuseppe, e la sua amica Rosaria Margagliotti, con la quale la vittima si scambiò alcuni messaggi fino al giorno prima. «Erano molto uniti, ma negli ultimi tempi era preoccupata perché parlava spesso di debito. “Ho paura. Se Giovanni si fa del male, io non sopravvivrei” erano state le sue parole», dice l’amica.
I TENTATIVI DI SUICIDIO
E i tentativi di suicidio Giovanni Salamone li racconta lui stesso in aula davanti alla Corte d’Assise, presieduta dalla giudice Maria Teresa Guaschino. «Io non c’ero più, non ero più in me. Non dormivo, non mangiavo, non vivevo. Quel procedimento giudiziario mi aveva distrutto, la clientela aveva iniziato a sparire», spiega. Fino alle cartelle esattoriali ricevute qualche settimana prima. A ottobre erano scesi ad Agrigento, dove erano originari entrambi, per la raccolta delle olive.
giovanni salamone patrizia russo
Salamone racconta ancora: «Prima di tornare ad Alessandria avevo ancora tentato di togliermi la vita ma Patrizia ha fatto di tutto per evitarlo. Anche il viaggio fu devastante: aveva paura che da un momento all’altro potessi fare qualcosa». Eppure vivevano del solo stipendio di Patrizia, che dopo anni era riuscita ad avere una cattedra in una scuola a Solero. «Io volevo vendere tutto - prosegue -, anche le canne da pesca d’altura che avevo da anni. Patrizia diceva: ‘Vediamo come sistemare le cose’». […]
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