carlo croce con la regina matilde del belgio

STELLE CADENTI? - L’ONCOLOGO-STAR CARLO CROCE VIENE DEMOLITO DAL ‘NEW YORK TIMES’: TROPPE RICERCHE PUBBLICATE, DATI COPIATI, IMMAGINI TRUCCATE - LUI, CHE HA PORTATO ALLE UNIVERSITÀ DOVE LAVORA 86 MILIONI DI DOLLARI IN FONDI FEDERALI, REPLICA: ‘SOLO ILLAZIONI BASATE SU DENUNCE ANONIME. TUTTE LE VERIFICHE NON HANNO PORTATO A NULLA. FARÒ CAUSA PER DIFFAMAZIONE’

1. L’INCHIESTA INTEGRALE DEL ‘NY TIMES’ SU CARLO CROCE

 

https://www.nytimes.com/2017/03/08/science/cancer-carlo-croce.html

 

 

2. IL NYT STRONCA L’ONCOLOGO-STAR - INCHIESTA DEL QUOTIDIANO AMERICANO SULLO SCIENZIATO CARLO CROCE. LA REPLICA: "SOLO DENUNCE ANONIME"

Elena Dusi per la Repubblica

 

Seicento pubblicazioni, sessanta premi scientifici, 86 milioni di dollari di finanziamenti federali negli Stati Uniti, il record di scienziato italiano più citato. Ma sull' altro piatto della bilancia per Carlo Croce - 72 anni, laureato a Roma e diventato una star della ricerca negli Stati Uniti, con le sue scoperte sui geni che causano il cancro - pesano una ventina di contestazioni per dati copiati o immagini truccate, che hanno portato ad altrettante fra precisazioni e ritrattazioni da parte delle riviste scientifiche che hanno pubblicato i suoi articoli.

carlo crocecarlo croce

 

Le polemiche vanno avanti da anni, per Carlo Croce, senza particolari ripercussioni. Fino a ieri, quando il New York Times ha pubblicato una lunghissima inchiesta sullo scienziato italiano. E la sua ultima sede di lavoro - l' università dell' Ohio - ha deciso di affidare a un comitato di esperti esterni un' inchiesta sull' operato di uno scienziato che pure è capace di catalizzare fondi per la ricerca come pochi altri, perfino in America. Croce, dopo l' uscita dell' inchiesta, si fa negare al telefono.

 

«Tornerà la prossima settimana » dice fredda la segretaria. Con il Corriere.it accusa gli "spifferatori" che pullulano in rete. Spiega che dalle denunce anonime non è mai emerso nulla di concreto. E che lui viene attaccato più di altri semplicemente perché pubblica più ricerche scientifiche degli altri. Che sia più interessato a sfornare articoli che non a controllare i dettagli è in effetti il succo dell' accusa del New York Times. Che fa dire a un suo collega, il premio Nobel Phillip Sharp: «Non giustifico la trascuratezza che Carlo ha in generale».

 

Tra le due sponde dell' Atlantico, l' attività del genetista è partita a passo di carica subito dopo la laurea, nel 1969. Croce ha lavorato alle università di Pennsylvania, Temple, Thomas Jefferson e - dal 2004 - dell' Ohio. Con l' Italia Croce collabora molto (soprattutto all' Università di Ferrara).

 

carlo croce carlo croce

Nel 2000 il Presidente della Repubblica gli ha conferito il titolo di Cavaliere di Gran Croce e con i nostri ricercatori la star della genetica non ha mai smesso di pubblicare. Sotto accusa, in particolare, sono gli articoli scritti con Alfredo Fusco, il ricercatore dell' università di Napoli diventato vero e proprio recordman delle accuse di manipolazione di immagini.

 

L' ateneo dell' Ohio, attraverso una dichiarazione del suo portavoce Christopher Davey al New York Times, per ora mette le mani avanti. E anche l' istituzione di una commissione d' indagine «non vuol dire che siano emerse nuove evidenze di comportamenti scorretti ». Per la scienza italiana, però, si tratta di una nuova potenziale tegola, dopo gli episodi (più concreti) che hanno di recente coinvolto il chirurgo italiano Paolo Macchiarini al Karolinska Institutet di Stoccolma.

 

 

2. LA SUA REPLICA AL CORRIERE: «SOLO ILLAZIONI, BASATE SU DENUNCE ANONIME. TUTTE LE VERIFICHE NON HANNO CONCLUSO NULLA A MIO CARICO, FARÒ CAUSA PER DIFFAMAZIONE»

Vera Martinella per www.corriere.it

 

«Sono solo illazioni, mancano i fatti. È una caccia alle streghe e procederò con una causa per diffamazione». Raggiunto al telefono negli Stati Uniti, dove vive e lavora da una vita, Carlo Croce, l’oncologo ricercatore tra gli scienziati italiani più noti a livello mondiale, è tranquillo, pacato, sebbene si dichiari arrabbiato per il  lunghissimo servizio in prima pagina che il New York Times gli dedica oggi. Un servizio che fin dal titolo è interamente incentrato sulle accuse di falsificazione di dati e «cattiva condotta» raccolte da due giornalisti del quotidiano statunitense in una vasta inchiesta.

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«Tutte le accuse - dice Croce, che ha vinto moltissimi premi e riconoscimenti per la sua attività di ricerca sul cancro - sono basate su supposizioni, di concreto non c’è nulla. L’articolo del New York Times raccoglie una lunga serie di insinuazioni fatte negli anni da persone anonime, ma di concreto non c’è nulla. A molte di queste denunce anonime avevo già risposto, l’Università aveva già fatto tutte le verifiche necessarie e non è mai stato confermato nulla».

 

Mille pubblicazioni, 60 premi e 86 milioni per le sue ricerche

Per inquadrare la vicenda serve il consueto passo indietro. Nato a Milano 72 anni fa, Carlo Maria Croce è tra gli scienziati più «citati» al mondo, i suoi lavori sono stati presi a riferimento, e dunque menzionati, in un considerevole numero di pubblicazione fatte da altri. Croce è autore o coautore di oltre mille pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali e ha ricevuto decine di finanziamenti da enti pubblici e privati per svolgere attività di ricerca: secondo il New York Times (NYT) si parla di oltre 86 milioni di dollari solo in finanziamenti federali.

 

alfredo fuscoalfredo fusco

I suoi studi hanno avuto ampio riconoscimento nella comunità scientifica internazionale, tanto che gli sono stati conferiti 60 prestigiosi premi a livello internazionale. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università La Sapienza di Roma, ha svolto la sua attività di ricerca e didattica soprattutto in Università americane. Nel Duemila, per meriti scientifici, gli è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

 

La sua attività scientifica lo ha portato a scoperte di rilevanza fondamentale nella ricerca oncologica, incentrata soprattutto sul genoma umano e il ruolo che il DNA svolge nell’insorgenza dei tumori. «Ha lavorato nelle più importanti Università americane e svolto studi fondamentali che lo hanno portato a identificare e caratterizzare diversi geni coinvolti nella formazione di varie neoplasie», si apprende dal suo curriculum pubblicato dall’Università di Ferrara, dove ha avuto fino a due anni fa un incarico come Professore in Oncologia Medica. 

 

«Appariscente successo e un certo quoziente di controversia»

comprehensive  cancer center ohio state universitycomprehensive cancer center ohio state university

Attualmente è direttore dell'Istituto di Genetica presso il Comprehensive Cancer Center dell’Ohio State University e membro dell’autorevole Accademia delle Scienze americana, ma secondo quanto riportato dall’inchiesta del NYT «il suo appariscente successo ha portato con sé un certo quoziente di controversia. Alcuni scienziati - si legge nel lunghissimo articolo - sostengono che Croce si è concentrato più sulla vorticante produzione di articoli scientifici che sulla verifica attenta dei suoi studi.

 

Negli ultimi anni Croce ha respinto una mare di accuse circa la falsificazione di dati e una sua cattiva condotta scientifica, stando a quanto raccolto attraverso documentazioni federali, corrispondenza con riviste scientifiche e reclami anonimi». Il servizio cita alcuni nomi, ricostruisce vicende, riporta numerosi esempi, si concentra in particolare su un’immagine che sarebbe stata duplicata in un lavoro scientifico pubblicato nel 2005 sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. Ma, come concludono i giornalisti del NYT, finora non sono state mai state rivolte a Croce accuse formali di frode né lo scienziato è mai stato sanzionato per cattiva condotta.

 

Professore, in più punti dell’inchiesta, vengono citate le denunce fatte da «whistle-blower»: ci aiuta a capire chi sono?

«E’ un fenomeno cresciuto moltissimo negli ultimi anni con internet - risponde Croce -. Sono degli “spifferatori” anonimi, dei vigilantes digitali che postano le loro critiche su lavori scientifici su siti altrettanto anonimi. In pratica, persone che non si sa chi siano e fanno indagini che spessi si rivelano prive di fondamento».

comprehensive cancer center ohio state universitycomprehensive cancer center ohio state university

 

E perché si sarebbero accaniti proprio contro di lei?

«Una prima spiegazione è semplice: avendo pubblicato oltre mille lavori, basandosi sulla sola quantità, non è difficile che io venga “chiamato in causa” più di altri, che hanno al loro attivo un numero minore di studi».

 

Il NYT riferisce molti dati, nomi, fa degli esempi…

«È vero che ho ricevuto molte di queste denunce anonime, ma tutte le verifiche che sono state fatte non hanno dimostrato a nulla di concreto. Era tutto campato per aria. Quell’articolo si basa integralmente su illazioni, mancano i fatti. Sono solo argomenti non confermati».

 

Quindi non c’è nulla di vero? E la sua Università che dice?

«L’Università dell’Ohio ha già condotto le sue verifiche e non sono state trovate prove a carico di nessuna delle accuse che mi sono state rivolte. Se necessario faranno ulteriori investigazioni, com’è doveroso. È la prassi. Possono esserci naturalmente degli errori, può capitare: non sono sempre il primo autore degli studi, a volte vengono condotti in collaborazione con altri. Ma sono assolutamente certo di quanto fatto nel mio laboratorio».

 

Allora come si spiega tutto il rilievo dato a questa faccenda da un giornale prestigioso come il Times?

carlo croce con la regina matilde del belgio carlo croce con la regina matilde del belgio

«È una caccia alle streghe. I giornalisti prendono la parte dei denunciatori, si schierano con le soffiate anonime. Nell’articolo si dà tanto spazio alle illazioni e molto poco all’ottima reputazione di cui godo in ambito scientifico, ai premi che mi sono stati tributati, alle migliaia di citazioni e pubblicazioni di cui vado fiero».

 

Nonostante le accuse, lei sembra molto tranquillo...

«Sono arrabbiato, eccome. Ma sereno: i fatti sono fatti, e qui abbiamo solo supposizioni. Per questo procederò con una causa per diffamazione».