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Estratto dell'articolo di Lorenzo Vendemiale per “Il Fatto Quotidiano”
Angelo Sticchi Damiani - presidente Aci
L’Automobile Club d’Italia, colosso da oltre un milione di soci e 400 milioni di fatturato, per metà ente pubblico e metà Federazione sportiva, è speciale. Tanto che il suo presidente vuole farsi rieleggere per la quarta volta. Ignorando le leggi che regolano sia i primi, sia le seconde.
Angelo Sticchi Damiani è in carica dal 2012, rieletto nel 2016 e nel 2020, fresco di rinvio a giudizio con l’accusa di falso per omessa dichiarazioni di redditi. Questa è un’altra storia, ma si intreccia con la tempistica delle urne, convocate in fretta e furia il 16 ottobre: se tutto andrà secondo i piani, per la prima udienza lui avrà già iniziato il quarto mandato. Lo statuto sembra consentirlo: dice semplicemente che “può essere confermato”, senza limiti.
Angelo Sticchi Damiani - presidente Aci
Ci sarebbe un dettaglio: la legge del 1978 sugli enti pubblici stabilisce un massimo di due conferme. Che anche l’Aci sia compreso è evidente, dal momento che nell’ultimo decreto di Mattarella quella norma è citata tre volte. Ma l’Aci se ne infischia, lo ha già fatto in passato quando l’ex n. 1 Alessi arrivò a quota 5.
Sticchi Damiani non vuol essere da meno. L’Aci ignora il limite sugli enti pubblici perché si sente federazione sportiva, ma non rispetta manco il quorum del 66% fissato dal governo per i presidenti oltre il terzo mandato. Una prescrizione mai recepita dall’ente, che si appella al decreto Pescante 2004 secondo cui risponde solo al proprio ordinamento.
Angelo Sticchi Damiani - presidente Aci
[...] La rielezione da candidato unico (a un certo punto era circolato il nome di Geronimo La Russa, presidente dell’AutoClub Milano e figlio di Ignazio) è scontata. Poi però dovrà passare dal Parlamento e dal Quirinale: al riguardo è stata presentata un’interrogazione parlamentare.
La diatriba ha uno spettatore interessato: Giovanni Malagò, l’unico dirigente rimasto giù dal carro della rielezione, concessa alle Federazioni e non al Coni proprio perché ente pubblico. Il collegamento con Sticchi Damiani già circola e anche Malagò lo sa: “C’è una differenza, il Coni ha nel suo statuto il limite, noi no”, confida Sticchi Damiani agli amici.
Angelo Sticchi Damiani - presidente Aci
Un modo per smarcare il proprio destino da quello più ingombrante del n. 1 dello sport. Ma se la rielezione di Sticchi Damiani dovesse essere ratificata in barba a due leggi, Malagò avrà un altro argomento.
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