1. STOP ALLA FICTION: DUE RELITTI ALLA DERIVA DUEMILA CHILOMETRI A SUD-OVEST DELLA CITTÀ AUSTRALIANA DI PERTH POTREBBERO ESSERE PARTI DEL BOEING 777 DELLA MALAYSIA AIRLINES SCOMPARSO SABATO 8 MARZO MENTRE ERA IN VOLO DA KUALA LUMPUR A PECHINO 2. IL PREMIER AUSTRALIANO: “A SEGUITO DELL’ANALISI SPECIALISTICA DELLE FOTO SATELLITARI QUEI DUE OGGETTI SONO STATI IDENTIFICATI COME POSSIBILI PARTI DEL BOEING” 3. LA ROYAL AUSTRALIAN AIR FORCE HA INVIATO NELLA ZONA DELL’AVVISTAMENTO SATELLITARE AEREI DA RICOGNIZIONE ORION. SI STANNO MUOVENDO ANCHE LA US AIR FORCE 4. DUE GRANDI INSTALLAZIONI RADAR IN AUSTRALIA, CONCEPITE DALLA CIA AMERICANA, PER TENERE SOTTO CONTROLLO I MOVIMENTI MILITARI DELLA CINA, A INDIVIDUARE “GLI OGGETTI ALLA DERIVA” CHE POTREBBERO ESSERE I PRIMI RESTI DEL BOEING DISPERSO

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Da "Corriere.it"

Due relitti alla deriva duemila chilometri a Sud-ovest della città australiana di Perth potrebbero essere parti del Boeing 777 della Malaysia Airlines scomparso sabato 8 marzo mentre era in volo da Kuala Lumpur a Pechino. Lo ha annunciato in Parlamento il primo ministro australiano Tony Abbott.

«Nuove e credibili informazioni» sono arrivate dall'eleborazione delle immagini satellitari, ha detto il premier. La Royal Australian Air Force ha inviato nella zona dell'avvistamento satellitare apparecchi da ricognizione Orion. Si stanno muovendo anche velivoli della US Air Force. L'ora di arrivo in zona degli apparecchi della RAAF e dell'USAF è il primo pomeriggio ora australiana (questa mattina in Italia).

SVOLTA DRAMMATICA
La comunicazione del leader australiano si è conclusa con un ammonimento: «Ora, trovare questi relitti in mare e raccoglierli, potrebbe essere ancora molto difficile e potrebbe risultare che quei relitti non sono parti dell'aereo». Ma il fatto stesso che un capo di governo senta il dovere di dichiarare in pubblico, davanti ai suoi parlamentari, la rilevazione satellitare, fa pensare che questa volta la localizzazione del Boeing 777 e dei suoi 239 passeggeri e membri dell'equipaggio sia davvero vicina. «A seguito dell'analisi specialistica delle foto satellitari quei due oggetti sono stati identificati come possibili parti del Beoing», ha detto Tony Abbott.

LA GRANDEZZA DEI RELITTI
Uno dei due oggetti «eventualmente legati» al Boeing misura 24 metri, l'altro è più piccolo: «I due relitti sono indistinti, scompaiono e riappaiono sulla superficie dell'oceano a intermittenza», ha dichiarato John Young, responsabile della sicurezza marittima australiana. Le immagini sono state incrociate dalla ricognizione di vari satelliti, hanno detto fonti militari australiane dopo la comunicazione del premier.

L'ERRORE CINESE
La settimana scorsa i cinesi avevano pubblicato loro immagini satellitari scattate a Est della costa vietnamita, ma subito erano stati costretti ad ammettere un errore.

LA POSIZIONE
I due relitti sono stati localizzati a 2.300 chilometri Sud-ovest della città australiana di Pert, quindi quasi al limite meridionale dell'arco dela possibile «fuga» del volo MH370 stabilita in base all'ultimo contatto satellitare, alle 8.11 di sabato 8 marzo.

L'INTELLIGENCE OCCIDENTALE
Nella ricerca del jet MH370 c'è una componente non visibile ma importante. È costituita dai mezzi dell'intelligence. Gli Usa hanno mobilitato i satelliti spia che vegliano su questa parte di mondo e, nelle ultime ore, la «caccia» si era concentrata in un quadrante specifico a circa 2300 chilometri a Sud-ovest di Perth. In quest'area erano stati già inviati aerei, navi e anche sottomarini nucleari Usa, protetti dall'abituale cortina di segretezza. Una parte di quelle risorse che il presidente Obama ha promesso, pubblicamente mercoledì sera, alla Malaysia: «Trovare l'aereo è la nostra priorità». Per il momento, però, non sembra che Washington abbia modificato l'orbita dei satelliti gestiti dal National Reconnaissance Office per un'indagine particolare. Gli occhi elettronici seguono la loro missione di ruotine.

I SATELLITI AUSTRALIANI
Sarebbero state dunque due grandi installazioni in Australia, concepite per tenere sotto controllo le attività cinesi, a individuare «gli oggetti alla deriva» che potrebbero essere i primi resti del Boeing disperso. Il primo è il radar OTHR (oltre l'orizzonte), gestito dall'aviazione australiana e in grado di coprire fino a 3 mila chilometri di distanza. In realtà si ritiene che le antenne dell'impianto a Jindalee possano arrivare anche più a Nord. L'altra base è ancora più riservata. Il cuore è a Pine Gap e cade sotto la responsabilità di Cia e Nsa che interagiscono con i loro colleghi australiani.

Gli americani usano la base per controllare i satelliti-spia «dedicati» alla Cina e per altre attività legate all'intelligence. Ufficialmente OTHR e Pine Gap non sarebbero state coinvolte nell'operazione per scovare il Boeing. La rivista "Aviation Week" lo ha chiesto agli australiani ottenendo però risposte vaghe. Sembra impossibile però che quando il Boeing 777 è scomparso non sia stato chiesto alle due centrali di verificare eventuali "ping" sullo schermo. Le dichiarazioni del premier Abbott ora danno una risposta indiretta ma chiara.

 

 

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