DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Da “la Stampa”
Un tunisino che sta riorganizzando l'Isis fra le sabbie della Libia sarà il probabile successore di Abu Bakr al-Baghdadi. È il colpo di scena rivelato dalla tv saudita Al-Arabiya, mentre ancora mancano elementi inconfutabili sulla presunta morte del califfo, tanto che il segretario alla Difesa Usa James Mattis ha precisato ieri che «non ci sono prove».
MOHAMED BEN SALEM AL AYOUNI CONOSCIUTO COME AL TUNISI
Finora le indiscrezioni sulla lotta di potere al vertice dello Stato islamico puntavano sui luogotenenti iracheni di Al-Baghdadi, i più papabili. L'Isis è una creatura irachena, come il suo leader, scomparso dai radar dal dicembre scorso, quando con un audio incitò alla lotta «fino all' ultimo uomo» a Mosul. La guarnigione dell' ex capitale del califfato, ora ridotta a un cumulo di macerie, gli ha obbedito. Ma per Al-Arabiya la perdita di Mosul, e l' assedio di Raqqa, hanno ribaltato le prospettive.
Non c' è futuro in Siria e Iraq e il leader dell' Isis avrebbe puntato sulla Libia come nuovo «incubatore». Tanto da inviare lì, dopo la caduta di Sirte, il suo erede: Jalaluddin al-Tunisi, al secolo Mohamed Ben Salem al-Ayouni. Classe 1982, nato della regione di Sousse, Al-Tunisi è immigrato in Francia da bambino, ha la cittadinanza francese ed è tornato in patria dopo la rivoluzione dei gelsomini per poi spostarsi in Siria e partecipare alla rivolta contro Assad.
Nel 2013 si è unito all' Isis ed è diventato uno dei comandati preferiti di Al-Baghdadi. I seimila combattenti tunisini sono da sempre una colonna dell' Isis e già nel 2004, Al-Zarqawi, precursore del califfo, aveva detto: «Se la città tunisina di Ben Guerdane fosse accanto a Falluja avremmo già conquistato tutto l'Iraq». Al-Tunisi ha buoni rapporti con il gruppo Oqba ibn Nafi in Tunisia e ha creato almeno quattro santuari nel deserto libico. Il Maghreb ribolle ma l'attenzione saudita, ed egiziana, nasconde anche manovre strategiche.
Dalla Libia si infiltrano islamisti in Egitto, il presidente Al-Sisi vuol farla finita, ha già usato l'aviazione contro le basi islamiste e forse sta pensando a un appoggio di terra al suo alleato, il generale Haftar, implacabile nemico, oltre che dell' Isis, delle milizie islamiche appoggiate dal Qatar. Dire che la Libia sta per diventare il centro del califfato significa anche cercare un via libera.
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