DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
Fabrizio Caccia per “il Corriere della Sera”
Dopo lo scandalo Oxfam rivelato la settimana scorsa dal Times , con gli stupri in Sud Sudan e i festini organizzati dai capomissione e dai dipendenti della Ong con le prostitute-bambine di Haiti durante il post-terremoto del 2010, ieri anche i vertici di Msf, Medici senza frontiere , hanno ammesso pubblicamente di aver ricevuto, nel 2017, ben 146 denunce riguardanti abusi di potere, discriminazioni, molestie e altre forme di comportamenti inappropriati al loro interno.
In 40 casi su 146 è stato accertato che si trattava di abusi vari, ma in 24 casi su 40 erano vere e proprie molestie e abusi sessuali; in 2 casi su 24, poi, le vittime identificate sono risultate persone che non facevano parte dello staff. Insomma, persone del luogo, solitamente Paesi in conflitto, Paesi disastrati, dove gli operatori, sulla carta, erano intervenuti per portare soccorso. Ma purtroppo il fenomeno, ha concluso Msf nella sua clamorosa auto-denuncia di ieri, è ancora «largamente sottostimato».
MEDICI SENZA FRONTIERE E IL SOCCORSO AI MIGRANTI
Perciò la parola d' ordine adesso è: tolleranza zero. Diciannove degli operatori Msf coinvolti in questo nuovo scandalo sono stati già cacciati. Le Ong, dunque, finiscono ancora nel mirino: come l' estate scorsa con le polemiche e le accuse pesanti sul loro ruolo nel Mediterraneo. Lo scandalo Oxfam adesso ha come scoperchiato la pentola: oltre a Msf, ieri anche il Comitato internazionale di soccorso ( Irc ) ha denunciato tre casi di abusi sessuali commessi nella Repubblica del Congo. È stata già informata la polizia locale. Gli operatori della Ong responsabili delle violenze sono stati tutti licenziati.
medici senza frontiere e migranti
All' interno di Msf ora regna l' imbarazzo: «Stiamo parlando di comportamenti non corretti di singoli individui, ve lo ricordo. Stiamo parlando cioè di mele marce, 40 casi su oltre 40 mila nostri operatori in tutto il mondo. È chiaro, però, che lascia l' amaro in bocca...». Federica Nogarotto, 40 anni, veneta, è stata per 10 anni capomissione di Medici Senza Frontiere in giro per il pianeta - Africa, Medio Oriente, Haiti, Nepal, Filippine, Iraq - e oggi gestisce i quasi 200 operatori umanitari professionali di Msf Italia
Nella sua vita, Federica Nogarotto, è stata in molti luoghi dove l'inchiesta del Times ha rivelato gli abusi sessuali commessi dai suoi colleghi di Oxfam : Haiti, Sud Sudan.
«Sono dieci anni che giro - racconta l' operatrice italiana - e per fortuna non mi è mai capitato niente di tutto questo. Anche se, ahimé, ne sentivo parlare...».
Cosa si può fare, allora, per combattere quella che Helen Evans, ex garante di Oxfam e oggi principale accusatrice della potente confederazione mondiale di Ong, chiama una «cultura dell' abuso sessuale» sempre più radicata in campo umanitario? « Stiamo ulteriormente rafforzando i meccanismi di denuncia e di monitoraggio al nostro interno - dice la Nogarotto - per individuare tutti quei comportamenti che collidono con i princìpi fondanti e garantire così che vengano puniti. Perché il settore in cui lavoriamo dev' essere trasparente e scevro da atti che restano inaccettabili».
Per reprimere gli abusi, Msf svolge indagini interne e applica sanzioni: dal rimprovero alla sospensione, fino al licenziamento. Gli abusi e le molestie, oggi, «si presentano ovunque», ragiona la capomissione . «Ma questa per noi non dev' essere una scusante, noi facciamo corsi per gli operatori proprio per incoraggiarli a denunciare». Le conseguenze rischiano di essere pesanti: secondo Euronews negli ultimi tre giorni sarebbero state cancellate quasi 1300 donazioni a Oxfam e il governo inglese sta preparando un taglio dei fondi, mentre sponsor e testimonial stanno abbandonando la Ong. Proprio quello che temono anche le altre organizzazioni.
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