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INVECE DI BUTTARE SOLDI PER I CENTRI PER MIGRANTI IN ALBANIA, GIORGIA MELONI PENSI AGLI ITALIANI SUL LASTRICO – IL RAPPORTO “BES” DELL'ISTAT CERTIFICA CHE NEL NOSTRO PAESE IL RISCHIO POVERTÀ È SOPRA LA MEDIA EUROPEA: COLPISCE IL 18,9% DEGLI ITALIANI, CONTRO IL 16,2% DEL DATO UE. E LA DISUGUAGLIANZA DEL REDDITO È PIÙ ALTA: IL 20% PIÙ RICCO GUADAGNA 5,5 VOLTE IL 20% PIÙ POVERO, CONTRO 4,7 DELL'UNIONE – IL REPORT LANCIA L’ALLARME ANCHE SUI SALARI BASSI E I LAVORI A TEMPO. CROLLANO LE NASCITE MA CRESCE L'ASPETTATIVA DI VITA…
Estratto dell’articolo di Valentina Conte per “la Repubblica"
Più anni di vita rispetto all'Europa, ma più povertà, più disuguaglianze e più lavoro povero. È il paradosso italiano fotografato dal Rapporto Bes 2024 dell'Istat. L'Italia è ai vertici Ue per longevità e sicurezza, ma resta indietro su occupazione, istruzione, salari e qualità dei contratti. […]
Nel 2024 l'aspettativa di vita alla nascita sale a 84,1 anni, contro 81,7 della media Ue. Una longevità che gli esperti collegano anche a fattori culturali e ambientali: dieta mediterranea, reti familiari solide, clima temperato e un accesso diffuso alle cure primarie.
Ma gli anni vissuti in buona salute diminuiscono: 58,1, uno in meno del 2023. Le donne toccano il valore più basso dell'ultimo decennio: 56,6 anni.
SALARI E POTERE D AQUISTO IN ITALIA
Il quadro resta migliore dell'Europa anche per sicurezza e ambiente: tasso di omicidi a 0,6 per 100mila abitanti (0,9 Ue) e meno rifiuti in discarica. Il costo dell'abitazione colloca l'Italia 3,1 punti sotto la media europea.
[…] Il rischio di povertà colpisce il 18,9% degli italiani, contro il 16,2% Ue. La disuguaglianza del reddito è più alta: il 20% più ricco guadagna 5,5 volte il 20% più povero, contro 4,7 dell'Unione. Un divario strutturale, aggravato dalla scarsa partecipazione al lavoro e dalla qualità insufficiente dei contratti, nonostante un lieve miglioramento nel lungo periodo (era 5,8 nel 2014). Il tasso di occupazione si ferma al 67,1%, 8,7 punti sotto la media Ue. Per le donne il distacco diventa abisso: 57,4% contro 70,8%.
giorgia meloni giancarlo giorgetti foto lapresse
L'Italia è anche il Paese con il più alto ricorso al part-time involontario: 8,5% degli occupati, oltre il doppio del dato europeo (3,2%). Tra le donne esplode al 13,7%, contro il 4,8% Ue. Cresce anche la bassa intensità lavorativa, con più famiglie in cui gli adulti lavorano poco o nulla, soprattutto nel Mezzogiorno.
E sul fronte del capitale umano l'Italia resta nelle ultime posizioni: solo il 31,6% dei giovani 25-34enni è laureato (44,1% Ue), il 66,7% degli adulti ha un diploma (80,5% Ue) e i lavoratori della conoscenza sono 26,7%, sette punti sotto l'Europa. La spesa in ricerca e sviluppo è ferma all'1,37% del Pil, contro il 2,22% europeo.
A tutto questo si sovrappone una crisi demografica senza precedenti. Al 1° gennaio 2025 i residenti scendono a 58,9 milioni, 1,4 milioni in meno in undici anni. Le nascite crollano a 373 mila, oltre 200 mila in meno rispetto al 2008. La fecondità scende a 1,18 figli per donna. Le donne in età fertile sono 2,4 milioni in meno rispetto a sedici anni fa.
In compenso, gli over 80 arrivano a 4,6 milioni e gli ultracentenari sfiorano quota 24 mila. La distanza tra generazioni si allarga: 208 over 65 ogni 100 under 15. [...]
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