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Trattamento disumano e sparizione di oggetti personali: l'ospedale Moscati di Taranto travolto prima dalla seconda ondata di coronavirus e poi dalle polemiche per presunti maltrattamenti ai danni degli anziani pazienti malati di Covid. E ora, dopo le denunce dei parenti, nel mirino degli inquirenti ci sarebbero almeno 7 morti legate a condizioni di ricovero inadeguate.
Secondo le accuse dei parenti, dall'ospedale sarebbero inoltre sparite fedi, collane e altri preziosi, e il personale sanitario si sarebbe adoperato anche per far sparire dai telefonini dei degenti immagini e video compromettenti.
Le testimonianze sono sconvolgenti. "Mia madre è stata ricoverata in quei giorni per una crisi respiratoria. È stata maltrattata da alcuni addetti che le rispondevano in malo modo. Non è stata cambiata per ore. È rimasta anche senza cibo e dopo due giorni dalla sua morte ci siamo accorti che nella borsa mancavano la fede e un altro anello, che indossava al momento dell’ingresso in ospedale", ha spiegato la signora Tina Abanese a Repubblica.
CORONAVIRUS - TERAPIA INTENSIVA
Il padre di Donato Ricci invece prima di morire avrebbe gridato"chiamate la Polizia, portatemi via da qui". Sconvolgente il caso di Francesco Cortese, che avrebbe chiamato la figlia implorando: "Venitemi a prendere, qui muoio". Al telefono con un medico, la donna si sarebbe sentita rivolgere queste parole: "Suo padre non collabora, non vuole mettersi la maschera Cpap, fra dieci minuti morirà, preparatevi!".
"Ci sentiamo piombare addosso d’improvviso queste parole terribili - spiega la figlia a Repubblica -. Quel medico sembrava una bestia inferocita, contro di noi e mio padre. Ho avuto solo la forza di chiedere della saturazione, e per tutta risposta ho ricevuto altre urla.
'Non c'è saturazione, vedrete che fra poco muore! È qui, mi sta ascoltando, fra poco morirà!’. Neanche i veterinari con i cani si comportano in questa maniera. Non gli è stata somministrata nessuna terapia, solo ossigeno, solo la Cpap". Il confine tra la malasanità e il mix di stress e impreparazione che sono costretti a fronteggiare i medici in un ospedale non adeguatamente attrezzato è labile.
Riguardo all'accusa di furto e sparizione di oggetti personali, l'Asl ha risposto parlando di "un evento spiacevole ma possibile, soprattutto durante le procedure di emergenza o di radiodiagnostica, in quanto è necessario rimuovere qualunque oggetto metallico indossato dai pazienti", ma che ingenerale tutti i presidi sono dotati "di casseforti e aree dedicate in cui vengono repertoriati e custoditi piccoli oggetti di valore e altri effetti personali dei pazienti presi in carico nei percorsi assistenziali".
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