"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……
1 - VIDEO DI DAVIDE FRIGATTI
2 - “SONO UN UOMO LIBERO” ACCOLTELLA E UCCIDE IN STRADA
Cesare Giuzzi per "La Stampa"
«Sono un uomo libero, un uomo libero. A tutto il mondo lo voglio gridare, a tutto il mondo. Sono un uomo libero». Il corpo nudo, atletico, scolpito dal kung fu. Nessun vestito addosso. Cammina scalzo lungo la pista ciclabile che porta verso il Parco Nord. Urla a squarciagola mentre supera gli alberi, una panchina, la recinzione di alcuni palazzi. Le auto sfilano nello stradone, rallentano.
Nessuno immagina che quella braccia aperte come se stesse invocando il cielo sono in realtà sporche di sangue. Del sangue di tre uomini. Uno è morto, si chiamava Franco Mercadante, aveva 51 anni, gestiva un autolavaggio in via De Amicis a Cinisello Balsamo, nella periferia Nord di Milano.
Altri due sono in prognosi riservata, gravissimi. Uno è Francesco S., il gestore del distributore Shell di via Gramsci a Sesto San Giovanni. Ha 55 anni, lotta tra la vita e la morte al San Gerardo di Monza. L’altro è Dario D., 68 anni, ha avuto l’unica colpa di incrociare la strada di questo ragazzo mentre passeggiava al Parco Nord. Li ha feriti tutti a coltellate, diversi colpi, sferrati per uccidere.
La polizia lo ha bloccato alle porte di Milano mentre vagava urlando dopo essersi strappato i vestiti. Gli inquirenti, coordinati dal pm di Monza Giulia Rizzo, lo hanno fermato per omicidio. Non ha spiegato i motivi di quella mattanza. Davide Frigatti, 33 anni, vive con i genitori a Cinisello Balsamo.
Si definisce «creativo»: lavora in prova in un’agenzia pubblicitaria. Ha qualche precedente per spaccio e un furtarello che risale al ‘98. Niente d’importante, non ha legami con clan della malavita. Secondo le prime informazioni non sarebbe mai stato ricoverato per problemi psichici, né risulterebbero mai cure. Ma la polizia aspetta di interrogare i familiari.
davide frigatti killer scena del crimine
Una storia che somiglia, terribilmente, a quella di Mada Kabobo, il ghanese che l’11 maggio di un anno fa ha ucciso a picconate tre persone nel quartiere di Niguarda. Cinisello Balsamo dista meno di tre chilometri dalle strade percorse dall’uomo con il piccone.
La follia inizia alle porte del Parco Nord. Sono le 14.24, il cielo è coperto di nuvole, non piove ma in giro c’è poca gente. Davide Frigatti arriva, forse in auto, nel parcheggio che si trova di fronte ai giardini. Vede il pensionato Dario D. in bicicletta, nessuno assiste alla scena, nessuno sente. Il ragazzo gli si scaglia contro con il coltello. Lo ferisce. Quando qualcuno nota il corpo a terra. il 68enne è quasi senza vita. I medici del 118 lo soccorrono e lo trasportano, intubato, in codice rosso al Niguarda. Arrivano le prime volanti della polizia, si ipotizza una rapina finita nel sangue.
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Il secondo agguato è delle 15.20. Un’ora più tardi. Francesco S., il gestore del distributore di via Gramsci, viene aggredito mentre si trova nel gabbiotto con la cassa. I soccorsi lo trovano in condizioni disperate. Non parla, dalle telecamere si vede solo un ragazzo che entra e lo colpisce. Non è chiaro se sia un tentativo di rapina o se, come sembra, si tratti di un’altra vittima casuale.
Il sospetto però diventa una certezza alle 15.38, quando al 118 arriva una terza telefonata. È di una donna: «Pensavo a un malore, l’ho cercato era a terra. Non rispondeva». La vittima è il titolare della Nuova Sgl srl di via De Amicis, 54 a Cinisello. Ha 51 anni, il corpo è riverso vicino al bagno, in fondo al cortile dove c’è l’autolavaggio dei camion.
Un dipendente racconta di aver sentito urlare e di aver visto il ragazzo in fuga: «C’erano due auto ferme vicino alle macchine per il lavaggio. Non c’era nessuno sopra così ho cercato il signor Franco, lui non rispondeva. Poi ho seguito le tracce di sangue. Portavano all’ingresso del locale dove ci sono i servizi, tutto era sporco di sangue. Poi ho visto un ragazzo che scappava a piedi».
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La fuga viene fermata da due agenti della polizia scientifica usciti dalla Questura di Milano per effettuare i rilievi sulle altre aggressioni. Gli agenti lo vedono accanto a un cavalcavia che porta verso Milano: «Era alterato, diceva frasi senza senso». Ma soprattutto era nudo, si era liberato dei vestiti.
I poliziotti lo bloccano, lui urla frasi senza senso, ma non oppone resistenza. Viene interrogato fino a tarda notte negli uffici della squadra Mobile. Nessuno sa perché lo abbia fatto, lui non riesce a spiegare il motivo della mattanza. Sembra che tra la prima e la seconda aggressione sia tornato a casa dai genitori: «Era strano, agitato. Poi è uscito di nuovo. Abbiamo cercato di fermarlo ma è andato».
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