NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
1. CHI E’ DOMENICO ANTONIO MANCUSO HOYOS: IN LIGURIA TRA DONNE E HOTEL DI LUSSO?LA DOPPIA VITA DEL SUPERKILLER
Da “la Stampa”
DOMENICO ANTONIO MANCUSO HOYOS
Colombiano, cinquant’anni da compiere, 130 persone uccise. Domenico Antonio Mancuso Hoyos non si è mai tirato indietro quando era ora di ammazzare qualcuno, pur di sgombrare la strada al suo gruppo terroristico di estrema destra, l’Aus, Blocco Catatumbo delle Autodefensas Unidas de Columbia. Altro segno distintivo: irriducibile. Mentre il cugino Salvatore Mancuso patteggiava la fine delle attività del suo migliaio di mercenari, Domenico Hoyos raggiungeva l’Italia: Liguria, Imperia. Qui, da un paio d’anni esibiva l’opulenza da straricco: mance indimenticabili, donne, grand hotel e auto di lusso. Intanto faceva affari con le propaggini delle ’ndrine al Nord.
2. ARRESTATO A IMPERIA IL BOSS DEL NARCOTRAFFICO COLOMBIANO: È ACCUSATO DI 130 OMICIDI
Pierangelo Sapegno per La Stampa
Da Rudy Gerbore arrivava ogni tanto con degli amici, ma molto più spesso da solo. Prendeva una pizza prima di andare nella sua casa, con le piante sul balcone e la tv appesa sulla parete, al Villaggio Europa. Diceva «grazie, faccio da solo», anche se gli aprivano la porta: maglietta a maniche corte e muscoli gonfi da culturista, mance e sorrisi. «Eravamo convinti che fosse un ricco turista sudamericano», ripetono i camerieri della tavola calda, in vico Costanzo.
L'ARRESTO DI DOMENICO ANTONIO MANCUSO HOYOS
Questo gentiluomo di 49 anni, Domenico Antonio Mancuso Hoyos, l’hanno arrestato l’altro giorno gli agenti della Guardia di Finanza e, per portarlo a Genova, l’hanno scortato persino con gli elicotteri dall’alto, tanto era considerato pericoloso. E’ accusato di più di 130 omicidi, compresa la strage nel villaggio de La Gabarra, quando arrivò con i suoi 200 miliziani sul far della sera, appena i contadini erano tornati dalle piantagioni: «Mettete la musica forte che la festa sta per cominciare», disse. Scesero dai camion e uccisero 34 persone inermi che gridavano e piangevano. Molto gentilmente bloccò la strada anche a un ragazzino che scappava: «Di qui non va via nessuno».
DOMENICO ANTONIO MANCUSO HOYOS
A Imperia, invece, era capitato da almeno due anni, dopo che il suo gruppo terroristico di estrema destra, l’Auc, Blocco Catatumbo delle Autodefensas Unidas de Columbia, aveva patteggiato una sorta di resa con il governo. Il capo degli squadroni di 1254 mercenari, suo cugino, Salvatore Mancuso, si era consegnato alle autorità dopo interminabili trattative. Lui no.
Era venuto in Italia, vestito da signore, camicie sgargianti, maniere affabili, bei macchinoni e i soldi della droga da investire nel turismo: cercava affari immobiliari e stava per aprire pure un Grand Hotel a 5 stelle.?In realtà, il suo gruppo paramilitare, forte, all’inizio degli Anni Duemila di addirittura ventimila uomini, oltre a combattere i movimenti di estrema sinistra, le Farc e l’Elp, aveva esteso da tempo i suoi interessi nel mondo del narcotraffico. Nel 2000, l’allora capo dell’Auc, Carlos Castano Gil, dichiarò che il 70 per cento dei costi operativi dell’organizzazione erano finanziati dai proventi del commercio di droga.
Questo coinvolgimento nel grande business dello spaccio internazionale portò anche a una guerra fratricida all’interno dell’organizzazione, con alcuni capi scomparsi misteriosamente (di uno, la leggenda narra addirittura che sia stato rapito dagli americani e portato in Israele) e altri fatti fuori in circostanze ancora più oscure. Alla fine, una parte del gruppo sopravvissuta alle varie epurazioni e all’armistizio con lo Stato, s’è ritrovata fra le mani l’ingente capitale del narcotraffico con tutti i suoi canali malavitosi.
Domenico Antonio Mancuso Hoyos è il boss che rappresenta questa corrente. Ed è per questo che a maggio la Colombia aveva emesso mandato di cattura internazionale nei suoi confronti e che l’altro giorno, subito dopo il suo arresto, il direttore della polizia di Bogotà ha lanciato la notizia su twitter con toni entusiastici.
In realtà, Mancuso non era capitato in Italia per caso, e in questi due anni - ma forse di più - non era rimasto con le mani in mano, mentre faceva il turista presentandosi in camicie sgargianti e catenoni al collo nel corso di qualche veloce puntata al casinò di Sanremo. Il fatto è che nel suo gruppo, lui sarebbe il boss che avrebbe stretto l’alleanza con le famiglie della ‘ndrangheta, che negli ultimi anni hanno esteso il loro potere e i loro affari soprattutto in Liguria e Lombardia, due fra le regioni a più alto tasso mafioso dell’Italia.?
Così, l’uomo dai due volti, il turista che avrebbe ucciso più di 130 persone, è sceso dalle parti di Imperia, dove la ‘ndrangheta non gli assicurava solo copertura e protezioni. Ma anche buoni affari. Nell’edilizia, uno dei settori da sempre in mano alla mafia calabrese. E negli alberghi, dove a Mancuso era venuta pure qualche idea in grande. «Mi occupo io di turismo», diceva sputando i sigari. Coca, soldi e mare. Turista killer perfetto.
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