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Paolo Salom per www.corriere.it
Kim Jong Un visita una farmacia
Virus fuori controllo in Corea del Nord, dove ci sarebbero già «un milione di casi» (su 25 milioni di abitanti) di una non meglio specificata «febbre». Il Giovane Maresciallo Kim Jong-un ha duramente criticato i funzionari delegati alla sanità, per non aver immediatamente messo a disposizione della popolazione «farmaci e assistenza medica, ordinando l’apertura delle farmacie e degli ambulatori 24 ore su 24, sette giorni su sette». Perciò il leader ha ordinato alle «potenti forze armate» di attivarsi per consegnare tutto il necessario ai cittadini nella capitale Pyongyang.
Niente vaccini
C’è da chiedersi cosa potranno mai distribuire i soldati, considerato che in Corea del Nord manca praticamente tutto. Inoltre il virus — le vittime sarebbero già 50 — non può essere tracciato, visto che non esistono nel Paese i mezzi per effettuare i test e gli aiuti offerti dalla comunità internazionale (vaccini, soprattutto, ma anche gli strumenti per identificare la malattia) sono stati rifiutati all’inizio della pandemia con la giustificazione che il Regno Rosso era ormai al sicuro (gennaio 2020) grazie alla «chiusura ermetica di tutte le frontiere».
Attraverso il confine
Evidentemente, nella ristretta cerchia del potere, intorno a Kim Jong-un, poco conta che in provincia le condizioni di vita siano quasi primitive, e senza i traffici attraverso il fiume Yalu, confine naturale con la Cina, sarebbe difficile mettere in tavola un pranzo. Insomma: da quelle parti il contrabbando equivale alla sopravvivenza, perciò si rischia la vita trasportando merci sotto gli occhi (e i fucili) dei soldati di pattuglia.
KIM JONG UN IN VERSIONE TOP GUN
Il punto è che, oltre ai beni indispensabili, i contrabbandieri hanno con buona probabilità portato anche il virus. Che ha potuto diffondersi silenziosamente proprio per la carenza di controlli sanitari. Risultato: mentre nel «corrotto Occidente» il Covid-19 sta lentamente trasformandosi in un’influenza endemica, la Corea del Nord si trova esposta alla malattia senza praticamente alcuna difesa. Peraltro, la vicina Repubblica popolare cinese, per via della politica «zero contagi» imposta dal regime, continua a privarsi della costruzione delle naturali difese immunitarie: e il ciclo riparte a ogni mutazione.
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