DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “la Stampa”
Per ora, la seconda guerra della Russia per strappare un territorio a una sua ex colonia si ferma sulla soglia. […]
Erano stati deputati della repubblica non riconosciuta, come Gennady Chorba, a dare per imminente una richiesta a entrare a far parte della Russia. Lo scenario si ispirava a quello della Crimea di 10 anni fa: un territorio in buona parte russofono e nostalgico del comune passato sovietico, con una popolazione alla quale Mosca aveva dispensato passaporti russi per avere il pretesto di «difendere i propri concittadini».
VLADIMIR PUTIN PARLA ALLE CAMERE RIUNITE
Il "referendum" sulla secessione dalla Moldova si era tenuto già nel 2006, ma il Cremlino aveva preferito tenere la Transnistria nel suo limbo di enclave "congelata", presidiata da un piccolo contingente militare di "peacekeepers" russi e governata da un clan di servizi segreti impegnati in ogni sorta di affari.
Sede del primo conflitto armato postsovietico già nel 1992, la Transnistria era diventata una pistola puntata alla testa della Moldova, dell'Ucraina – nel caso di una sua caduta in mano alla Russia si aprirebbe un secondo fronte a sud-ovest, minacciando Odessa – e dell'Europa. Il modo in cui questa pistola è stata sfoggiata per poi venire abbassata fa pensare a una operazione di propaganda, oppure a un'operazione sulla quale diverse fazioni del Cremlino non hanno preso ancora una decisione.
[…] Una spiegazione possibile è quella di un gioco di pressioni innescato dalla Transnistria stessa, che con lo scoppio della guerra in Ucraina è rimasta isolata dai suoi protettori moscoviti. Approfittando del blocco del negoziato che vedeva come mediatori Kyiv e Mosca, Chishinau ha iniziato a imporre ai secessionisti di Tiraspol le proprie regole: devono pagare tasse e dazi doganali alla Moldova.
VLADIMIR PUTIN PARLA ALLE CAMERE RIUNITE
La presidente pro-europea Maya Sandu ha ottenuto anche l'approvazione di un nuovo codice penale che rende il "separatismo" un reato, e come nota il ricercatore di Carnegie Politika Vladimir Solovyov, uno dei motivi dell'escalation potrebbe essere la paura delle autorità secessioniste a perdere «soldi, autorevolezza e quindi potere». L'invocazione di Mosca potrebbe essere il tentativo di ricattare più Sandu che Putin. Che però ora può progettare una nuova "operazione speciale".
volantini per il reclutamento di volontari filo russi in transistria
Tra due settimane deve riconfermare il suo quinto mandato presidenziale, e sa che il suo elettorato è nostalgico dell'impero: un'altra annessione, seppure probabilmente solo sulla carta, potrebbe far dimenticare l'impantanamento dell'esercito in Ucraina, e mostrare che Mosca non ha intenzione di fermarsi. Proprio quello che fa paura in queste settimane all'Europa, che si sta preparando a rimediare alle proprie vulnerabilità di fronte a una possibile nuova aggressione russa. Che colpirebbe per primi proprio gli ex sudditi di Mosca: solo pochi giorni fa il ministro degli Esteri putiniano Sergey Lavrov ha accusato la Moldova di «stare seguendo la strada dell'Ucraina».
VLADIMIR PUTIN PARLA ALLE CAMERE RIUNITEvladimir putin
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