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LA TREGUA NEL PD E' FINITA – ELLY SCHLEIN DOPO I DUE KO NELLE MARCHE E IN CALABRIA RIBADISCE LA LINEA SINISTRATA DEI DEM E ACUISCE LA SPACCATURA NEL PARTITO CON I RIFORMISTI SUL PIEDE DI GUERRA CAUSA DI “UNA GESTIONE CONSIDERATA TROPPO VERTICISTICA, POCO PLURALE E PER NULLA CONDIVISA” - IL BRACCIO DESTRO DELLA SEGRETARIA IGOR TARUFFENKO: “L’IDEA CHE LE ELEZIONI SI VINCONO AL CENTRO NON È SUFFRAGATA DALLA STORIA DEI RISULTATI ELETTORALI. CHI FECE DURA OPPOSIZIONE A DRAGHI, CIOÈ FRATELLI D’ITALIA, POI NON È ANDATO COSÌ MALE” - PINA PICIERNO, VICEPRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO, INCALZA ELLY: “IL CAMPO LARGO NON PUÒ ESSERE UN TOTEM, NÉ UN ATTO DI FEDE…”
Giovanna Vitale per repubblica.it - Estratti
Zero ripensamenti, nessuna marcia indietro. Sul “testardamente unitari” non si arretra di un millimetro, anzi. Al Nazareno, a dispetto di un 2-0 più pesante del previsto, si va dritti come un treno. Convinti che la strategia del tutti dentro sia vincente, alla lunga. Perché «non stiamo correndo i 100 metri, ma una maratona», spiega Marta Bonafoni, coordinatrice nazionale del Pd.
La costruzione di una coalizione non si può fare in un giorno — è il messaggio — serve tempo per restituirla agli elettori come un’alternativa forte e credibile. Tanto più che, al netto della sconfitta, i Democratici hanno guadagnato voti. Dunque, sono in salute: avanti così.
Senza farsi prendere dall’ansia, addebitando la performance poco brillante alla mancanza di una gamba moderata. Non serve, taglia corto Igor Taruffi, braccio destro della segretaria: «Nel 2022 chi ha fatto opposizione a Draghi da posizioni molto radicali, cioè FdI, non è che alle Politiche sia andata proprio male», ironizza il responsabile Organizzazione. «L’idea che le elezioni si vincono al centro non è suffragata dalla storia dei risultati elettorali. Si vince quando dimostri di essere credibile e saper dare risposte».
Certo, anche Elly Schlein ha capito che non basterà confermare le tre regioni già guidate dai progressisti — Toscana, Puglia e Campania — per rasserenare il clima dentro il Pd. Attraversato da mesi da forti tensioni interne a causa di una gestione considerata troppo verticistica, poco plurale e per nulla condivisa. Malumori che, dopo aver terremotato il correntone di Stefano Bonaccini, sono destinati a deflagrare, al termine dell’ultima tranche di regionali.
MEME SU GIUSEPPE CONTE E ELLY SCHLEIN - BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
Vendute alla vigilia come il test fondativo di un campo largo pronto a giocarsela alla pari con il centrodestra, le partite nelle Marche e in Calabria sono state una debacle. E adesso, pur senza mettere in dubbio la l’alleanza fra tutte le opposizioni, «dalla quale non si torna indietro», molti iniziano a interrogarsi su una strategia che potrebbe rivelarsi inadeguata per battere Giorgia Meloni nella sfida per il governo del Paese.
Lo dice chiaro Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo: «Il campo largo non può essere un totem, né un atto di fede. Dobbiamo passare dall’unità come riflesso automatico all’unità come scelta consapevole, fondata su una visione comune», attacca. «Serve un’alleanza con una cultura politica riconoscibile, una politica estera coerente, regole di confronto democratiche e una chiara impronta riformista. Altrimenti, più che un campo largo, rischiamo un campo confuso».
giorgio gori lorenzo guerini filippo sensi marianna madia pina picierno lia quartapelle
Sulla stessa linea la deputata Lia Quartapelle: «Per tenere insieme la coalizione il Pd ha perso la voce, la capacità di proporre delle soluzioni. Per paura di scontentare gli alleati. Bisogna fare proposte e provare a essere convincenti come alternativa».
ELLY SCHLEIN ABBRACCIA ANNALISA CORRADO E ARTURO SCOTTO AL RIENTRO A FIUMICINO
elly schlein igor taruffi 4
NICOLA FRATOIANNI - ELLY SCHLEIN - ANGELO BONELLI - SCIOPERO PER LA PALESTINA - FOTO LAPRESSE
nicola fratoianni elly schlein sciopero per gaza a roma foto lapresse
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