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RETTIFICA DI LIBESKIND DESIGN S.R.L
“Il contratto tra Libeskind Design e l’Arch. Daniel Libeskind fu stipulato nel 2013 e, a conferma del buon operato, rinnovato nel 2014, con previsione di un compenso pari a 250.000,00 euro annui oltre a royalties del 10% in favore dell’Arch. Daniel Libeskind su ciascun progetto procurato da Libeskind Design. Il contratto fu interrotto a seguito del recesso da parte dell’Arch. Libeskind, recesso giudicato dal Tribunale di Milano illegittimo, così come illegittima è stata considerata la condotta del medesimo in quanto integrante concorrenza sleale.
Nel contesto del procedimento civile in questione, il Tribunale di Milano ha anche condannato l’Arch. Daniel Libeskind a consegnare bozzetti e schizzi a Libeskind Design entro il 15.7.2020. Il mancato adempimento ha determinato il deposito della querela in data 30.7.2020. Nel novembre 2020 l’Arch. Libeskind ha finalmente consegnato parte dei bozzetti e nel 2024 ne ha consegnati altri.
In questo contesto il Sig. Lev Libeskind, non ha avuto alcun ruolo, non essendo coinvolto nella S.r.l. Libeskind Design sin dal 2016, dedicandosi a progetti personali tuttora in corso in Italia e nel Mondo. Per quanto consta a detta società, la condotta del medesimo è stata sempre professionale ed efficace sul piano commerciale avendo condotto la società ad essere tra le prime 10 società di architettura in Italia e non risultano episodi attinenti il suo asserito stato di alcoolista, indicato dai suoi genitori nell’ambito del procedimento penale in cui sono stati coinvolti”.
Estratto dell'articolo di Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"
Esce assolto con formula piena dal processo «per non aver commesso il fatto», ma al costo di dover portare in pubblico il dramma privato dei conflitti con il figlio alcolizzato, che in mail di odio e insulti gli minacciava «ho intenzione di farti causa finché non morirai».
Daniel Libeskind, 78enne archistar polacco naturalizzato statunitense, progettista della ricostruzione del World Trade Center a New York, è stato assolto dal Tribunale penale di Milano dall’ipotesi di reato di «appropriazione indebita» di 102 bozzetti: quelli che una ingiunzione cautelare del Tribunale civile di Milano nel maggio 2020 gli aveva ordinato di riconsegnare alla società «Libeskind Design srl» del figlio Lev, aperta a Milano nel quadro di un accordo professionale del febbraio 2013.
L’accordo prevedeva che il figlio trovasse commesse in giro per il mondo, in cambio del fatto che il padre, ricevendo un fisso di 100 mila euro l’anno e il 10% del fatturato, concedesse alla società del figlio il diritto esclusivo di sfruttare economicamente un elenco di propri schizzi, disegni, progetti.
Nel 2016, però, l’intesa si sfascia, secondo il figlio perché il padre puntava a rubargli le commesse.
Al contrario, nella prospettazione del padre e madre di Lev quel contratto era solo un modo per aiutare il figlio a tirarsi fuori da alcol e droga. […] Tutte storie, eccepisce l’avvocato di parte civile del figlio Lev, Massimo Longo, additando i 100 mila euro l’anno che il padre incassava dall’accordo con il figlio.
Compenso irrisorio per uno come Libeskind, ribatte la difesa, un modo del padre di responsabilizzare con impegni e scadenze il figlio nel tentativo di dargli fiducia oltre che 500 mila euro in affitti e regali in due anni. […]
Al processo, però, la difesa del padre contesta alla parte civile del figlio di non aver mai provato che Libeskind avesse il possesso materiale dei bozzetti, anzi il difensore Giuseppe Iannaccone dimostra con una serie di mail che almeno 53 dei 102 bozzetti non erano nella disponibilità di Libeskind padre, e 16 erano persino proprio negli uffici milanesi della società del figlio. E gli altri riconsegnati dal padre solo tardivamente?
Colpa — afferma Libeskind — del lockdown Covid a New York, che per parecchie settimane aveva tenuto lui, la moglie e tutto il personale fuori dal proprio studio. Poi, quando aveva potuto cominciare le ricerche, «non avevo idea dove fossero gli schizzi, li avevo fatti molti anni prima, e nella mia vita ne ho prodotti centinaia di migliaia» […] Da qui la consegna solo a novembre 2020 al figlio, che promosse lo stesso la denuncia penale. […]
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