DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
1. CREMLINO, PUTIN NON HA INCONTRATO DUROV IN AZERBAIGIAN
(ANSA) - Durante la sua recente visita a Baku il presidente russo Vladimir Putin non ha incontrato Pavel Durov, il fondatore di Telegram arrestato quando è arrivato a Parigi proveniente dall'Azerbaigian. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Interfax. "Non sappiamo ancora di cosa sia accusato esattamente Durov", ha aggiunto Peskov, rifiutando di commentare l'arresto.
2. PAVEL L'AMICO DI TUTTI
Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per “La Stampa”
Chi è davvero Pavel Durov? Se ci pensate, ruota tutto attorno a questa domanda. Una sapiente costruzione mediatica lo ha presentato, per anni, come una figura capace in qualche modo di resistere a Putin, e di dirgli anche di no: per esempio nel 2018, quando fu sbandierato (anche dai canali russi di Stato) che il fondatore di Telegram si era rifiutato di consegnare al governo russo le chiavi di crittografia per accedere alle conversazioni degli utenti.
Già nel 2011 Durov aveva rifiutato di chiudere le pagine VKontakte degli attivisti dell'opposizione russa, era diventato un bersaglio della polizia, o almeno così ci era stato raccontato, e alla fine aveva scelto di vendere la sua prima creatura, il social network VKontakte, appunto, a investitori pro-Cremlino.
Significa davvero che fosse contro Putin? O che Putin gli consentiva di vendere, quando ad altri miliardari i beni sono stati sempre, semplicemente, requisiti? Per una sorta di strano miracolo, Durov sarebbe l'unico miliardario capace di dire di no a Putin, vendere il suo business, incassando soldi, crearne un altro (Telegram), incrementarlo e vivere felice all'estero, a Dubai.
[…]
Forse, semplicemente, Durov non è una figura monodimensionale. E questa è una storia di doppi fondi. Di sicuro, oltre al fatto di aver trovato un modus vivendi con Mosca, e a essere caro amico di Roman Abramovich, Durov ha anche sempre avuto diversi buoni rapporti esteri. Con gli Emirati, che gli hanno dato la cittadinanza. Come con la Francia, del resto: ha anche la cittadinanza francese, disposta direttamente dal ministero degli Esteri di Parigi (cosa che di solito avviene solo per straordinari meriti socioculturali). Neanche fosse l'ufficiale di collegamento russo con Parigi. La ostentava, facendosi chiamare "Paul".
Diverse intelligence occidentali hanno spesso dovuto frugare in Telegram, e l'hanno fatto. Ma Durov ha anche un passato italiano, parla italiano, mangia cibo italiano (è vegetariano), e ha vissuto 14 anni a Torino dove suo padre Valery, insigne filologo nella stagione finale dell'Unione sovietica, insegnava all'Università: uno di quei dirigenti a cui l'Urss consentiva di vivere e lavorare all'estero.
E quand'è che la famiglia Durov decide di rientrare in Russia? Nel 2001 (Pavel aveva 17 anni), proprio all'avvento dell'èra Putin, quando a papà Valery viene affidata la guida del dipartimento di Filologia dell'Università Statale di San Pietroburgo.
vladimir putin con i soldati russi
[…] Telegram è diventato lo strumento principale di comunicazioni crittografate anche nell'Alto comando russo durante l'invasione in Ucraina: al punto che ieri - ha riferito Baza, un canale molto vicino alle agenzie di sicurezza di Mosca - a funzionari dell'amministrazione presidenziale e degli apparati russi, agli alti funzionari del Ministero della Difesa russo e ai dipendenti di alcune forze dell'ordine è stato ordinato di cancellare la corrispondenza di lavoro da Telegram.
Alcuni canali militari russi hanno notato che anche i generali russi sul campo in Donbass e Crimea comunicano usando Telegram […]
Su Telegram diversi servizi occidentali sanno che si è svolto, totalmente indisturbato, il reclutamento di freelance per gli attacchi terroristici del GRU (i servizi militari russi) in tutta Europa. Se l'indagine di Parigi fosse su questo?
IStories, collettivo di giornalisti indipendenti russi, sottolineava un altro paio di dettagli importanti: uno, Durov era volato a Parigi-Le Bourget dall'Azerbaigian, ossia era a Baku contemporaneamente a Putin (ma non si sa se Durov abbia incontrato lui o qualcuno della sua delegazione).
Due, Durov è andato a Parigi sapendo che lì era ricercato: si è insomma consegnato. Meglio lì che a Mosca, dove qualcosa si era rotto? Il che ci riporta alla domanda iniziale di questa "strana storia", come l'ha definita Ilya Yashin: chi è davvero Pavel Durov, l'uomo che ha avuto troppi amici?
3. PERCHÉ IL FONDATORE DI TELEGRAM DUROV È ANDATO A PARIGI DOV'ERA RICERCATO?
Estratto dell’articolo di Alessandra Coppola per www.corriere.it
Davvero un uomo come Pavel «Pasha» Durov può essere stato così imprudente da metter piede in un Paese in cui l’attendeva un mandato d’arresto? All’apparenza è andata così. Il jet privato su cui viaggiava da Baku, Azerbaigian, ha chiesto l’autorizzazione all’atterraggio all’aeroporto di Bourget, scalo minore alle porte di Parigi, comunicando la lista passeggeri.
Allerta delle forze di sicurezza, e il capo di Telegram è stato ricevuto a bordo pista dalla Polaria francese che l’ha fermato. In un’udienza straordinaria di domenica sera la carcerazione è stata confermata. L’ambasciata di Mosca s’è attivata, […]
Perché Pasha era a Baku? Perché il presidente russo Vladimir Putin ha sentito la necessità di precisare, lunedì, attraverso il suo portavoce, di «non avere incontrato Durov»? Secondo. Gli inquirenti francesi lasciano filtrare che si è trattato banalmente di una superficialità, il desiderio di una cena sulla Senna, «il senso di impunità», ma c’è anche chi fa l’ipotesi di un accordo. O di uno scambio.
[…]
La procura di Parigi però ha stilato un lungo elenco di crimini clamorosi consentiti dall’applicazione di messaggistica criptata e dalla sua mancanza di controllo: dal narcotraffico al terrorismo, dalla pedopornografia al riciclaggio. Ed è Pasha Durov l’uomo che ha i codici di accesso a questo mondo sommerso. Se avesse deciso di concedere un mazzo di chiavi in cambio, per esempio, di protezione?
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