DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Stefano Graziosi per “La Verità”
il giudice anti aborto brett kavanaugh con donald trump
Si incattivisce il clima di violenza innescato dalla sinistra americana. Un uomo armato è stato arrestato mercoledì nei pressi dell'abitazione di Brett Kavanaugh, giudice della Corte Suprema nominato da Donald Trump nel 2018.
A finire in manette è stato il ventiseienne californiano Nicholas John Roske, che - stando a quanto confermato da lui stesso - aveva intenzione di «uccidere uno specifico giudice della Corte suprema».
L'uomo era arrivato davanti alla casa del togato ma, dopo aver visto due agenti di guardia, si è allontanato e ha chiamato lui stesso il 911. Al momento dell'arresto è stato trovato in possesso di un giubbotto tattico, un coltello e una pistola Glock 17.
Interrogato dalle forze dell'ordine, Roske ha detto di essere rimasto «turbato» dal fatto che, secondo quanto rivelato da uno scoop di Politico il mese scorso, la Corte suprema sembrerebbe in procinto di annullare Roe v Wade: la sentenza che nel 1973 rese l'aborto protetto dalla Costituzione.
Non solo: il potenziale assassino ha anche paradossalmente detto di voler uccidere un giudice contrario a norme più restrittive sul possesso di armi. Roske è quindi stato formalmente accusato di tentato omicidio e rischia una pena detentiva fino a 20 anni.
Prima che qualcuno cerchi di derubricare il tutto alle smanie di uno squilibrato, vale forse la pena sottolineare il clima infame che la sinistra americana ha creato a seguito dello scoop di Politico.
il giudice anti aborto brett kavanaugh 2
Innanzitutto alcune associazioni di attivisti pro aborto hanno organizzato manifestazioni di protesta davanti alle abitazioni private dei supremi giudici di nomina repubblicana. Particolarmente attivo, da questo punto di vista, è stato il gruppo Ruth Sent Us che, sulla propria pagina Facebook, ha postato locandine che definivano Kavanaugh un «bugiardo» e un «aggressore» (un riferimento alle accuse, mai provate di aggressione sessuale che gli vennero mosse, guarda caso, durante il processo di ratifica al senato nel 2018).
Non solo: Ruth Sent Us ha anche pubblicato sul Web gli indirizzi di casa dei togati di nomina repubblicana e non è affatto escluso che Roske sia risalito ai dati dell'abitazione di Kavanaugh tramite questo canale.
Ma il problema non è solo l'atteggiamento intimidatorio di certi attivisti (che si sono lasciati recentemente andare anche ad atti di vandalismo ai danni di chiese e centri di gravidanza pro life).
Il nodo è soprattutto di carattere politico e istituzionale. La Casa Bianca - doverosamente - ha condannato l'azione di Roske. Fatto sta che le critiche dell'amministrazione Biden nei confronti delle proteste fuori dalle abitazioni dei giudici sono finora state piuttosto tiepide: un atteggiamento in netto contrasto con gli strali che i dem e lo stesso Joe Biden sono costantemente pronti a riservare ai repubblicani e ai sostenitori di Trump.
il giudice anti aborto brett kavanaugh 1
Tra l'altro, subito dopo lo scoop di Politico, sia il presidente americano sia la Speaker della Camera, Nancy Pelosi, hanno criticato duramente la Corte suprema: un comportamento che di istituzionale ha ben poco. Sia chiaro: Biden e la Pelosi possono pensare quello che vogliono in materia di aborto.
Quello che è grave è che il massimo rappresentante del potere esecutivo e la massima rappresentante di quello legislativo si siano permessi di intromettersi nel processo decisionale di un atto che spetta solo e soltanto al vertice del potere giudiziario, vale a dire la Corte suprema.
Quanto commesso è insomma da considerarsi un'inaccettabile violazione del principio di separazione dei poteri. Un fatto costituzionalmente grave, che certo ha contribuito a surriscaldare il clima generale. D'altronde, l'atteggiamento intimidatorio dei democratici nei confronti dei supremi togati non è nuovo.
arresto manifestante pro aborto a los angeles 9
Era il 4 marzo 2020, quando il capogruppo dell'asinello al senato, Chuck Schumer, arringò una folla davanti alla Corte suprema, lasciandosi andare a minacce proprio sull'aborto. «Voglio dirvi, giudice Kavanaugh e giudice Gorsuch, avete scatenato un turbine e ne pagherete il prezzo!», tuonò.
proteste pro aborto in america 6
Tuttavia gli aspetti vergognosi della faccenda non si fermano qui. Non solo il Dipartimento di Giustizia ha impiegato quasi dieci giorni per rafforzare le misure a favore dell'incolumità dei giudici, mentre le manifestazioni fuori dalle case proseguivano imperterrite. Ma c'è anche dell'altro.
proteste pro aborto in america 5
Lo scorso 9 maggio il Senato ha approvato in fretta un disegno di legge bipartisan per incrementare la sicurezza dei togati: una misura non a caso adottata poco dopo l'inizio delle incivili proteste fuori dalle loro abitazioni.
proteste pro aborto in america 4
Ebbene, dopo esattamente un mese quel disegno di legge resta ancora arenato alla Camera, dove i dem hanno la maggioranza con uno scarto di 12 seggi. Perché Nancy Pelosi non si dà una mossa e solo ieri si è decisa ad annunciare un voto per settimana prossima? Eppure si tratta di un tema urgente.
proteste pro aborto in america 3
Tanto più che la sentenza su Roe v Wade è attesa entro fine mese. Sarà mica che la Pelosi tutto sommato la sta tirando per le lunghe con l'obiettivo apposito di mettere i giudici sotto pressione? Sicuramente non sarà così, ma a qualche maligno il dubbio potrebbe anche venire.
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