RICORDATE LA STORIA DELLA MAESTRA DI TORINO, VITTIMA DI REVENGE PORN, CHE ERA STATA SPINTA ALLE DIMISSIONI DALLA PRESIDE DELLA SCUOLA DOVE LAVORAVA? SIA LA DIRIGENTE SCOLASTICA CHE LA UNA DONNA CHE AVEVA CONDIVISO LE IMMAGINI DELLA MAESTRA NUDA, SONO STATE CONDANNATE IN APPELLO RISPETTIVAMENTE A 13 E 12 MESI – NEL 2018 LE FOTO HOT DELLA DONNA (MANDATE AL PROPRIO RAGAZZO, CHE LE HA GIRATE AGLI AMICI) ERANO STATE VISTE DALLA PRESIDE DELL’ASILO CHE HA PROVATO A CACCIARE LA DONNA ("CE L'HO A MORTE CON LEI...")

 

Estratto dell’articolo di Simona Lorenzetti per www.corriere.it

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La Corte d'Appello di Torino ha confermato la condanna a 13 mesi per la preside d’asilo che avrebbe costretto alle dimissioni una giovane maestra vittima di revenge porn. La direttrice (difesa dagli avvocati Valentina Zancan e Alberto Metallo) era accusata di violenza privata e diffamazione.

È stata confermata anche la condanna a un anno per la mamma (assistita da Flavia Pivano) che aveva veicolato alcune immagini private dell'educatrice. […] È la primavera del 2018 quando la maestra invia al fidanzato — oggi ex — 18 fotografie e due video erotici. «Tienili per te», scrive nel messaggio.

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Lui rompe il rapporto di fiducia e inoltra buona parte del materiale sulla chat degli amici del calcetto. Ma accade qualcosa di non previsto: su una foto compare il nome della ragazza. E così che un genitore identifica la maestra d’asilo della figlia. […]

La maestra (assistita da Domenico Fragapane e Dario Cutaia) viene convocata dalla direttrice e invitata a partecipare a un collegio docenti. […] L'educatrice è invitata a dare le dimissioni, pena un licenziamento con ignominia.

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La direttrice le fa chiaramente capire che qualora avesse provveduto al licenziamento avrebbe indicato il motivo, e quello sarebbe stato per lei «un marchio»: «Non troverai lavoro neanche a pulire i cessi di Porta Nuova. Avrai sempre un tatuaggio».

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La maestra prima firma le dimissioni e poi ci ripensa. Un cambio di rotta che manda su tutte le furie la dirigente scolastica, che invia un messaggio vocale alle altre insegnanti: «Dovete aiutarmi a farla sbagliare, così posso mandarla via. Vi prego, fatemi questo favore. Ce l’ho a morte con lei». Da qui la denuncia e il processo.