DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
Marco Giusti per Dagospia
Salutato dal pubblico dei critici a Venezia come se non avessero mai visto una commedia sul mondo del cinema in vita loro, “Competencia Oficial”, film spagnolo del duo argentino formato dai registi-sceneggiatori Gaston Duprat e Mariano Cohn, responsabili di un altro celebre film da festival, “Il cittadino illustre” con Oscar Martinez, ma anche di tanti programmi televisivi di successo in patria che ci sono ignoti, con un bel tris di attori, Penelope Cruz, Antonio Banderas e nuovamente Oscar Martinez, è un curioso ritratto del mondo degli attori, dei registi e dei rapporti che intercorrono fra di loro. Tipica produzione da Covid, girato interamente in un solo posto con pochissimi attori, parte da un’idea divertente che non verrà poi sfruttata più che tanto.
Il vecchio miliardario Humberto Suarez, ormai ottantenne, che ha pure fondato una inutile fondazione a suo nome, sente che deve lasciare il proprio segno sulla terra. Un ponte o un film… Così produce un film comprando i diritti di un romanzo premio Nobel che non ha letto, chiamando come regista la celebre Lola Cuevos, una Penelope Cruz con capello rosso ricciolone alla Fiorella Mannoia, autrice di un'opera prima dal titolo “La pioggia invertita”, vincitrice pure di un Leone d’Oro a Venezia, che a sua volta chiama nei ruoli principali dei due fratelli protagonisti due celebri attori.
Felix, Antonio Banderas, star popolarissima in tutto il mondo, e il meno noto ma più impegnato e anziano Ivan, Oscar Martinez, argentino che da vent'anni vive in Spagna. Per nove giorni nella fondazione del miliardario, i due attori proveranno la sceneggiatura della puntigliosa regista, scontrandosi in ogni momento perché, come tutti, attori e regista, hanno spazio solo per il proprio ego. La parte più divertente del film è tutta in questi continui scontri fra i due e le provocazioni un po’ assurde di Lola, che li mette a provare sotto a un enorme masso sollevato da una gru, o distrugge tutti i loro premi con un tritatutto.
antonio banderas, mariano cohn, penelope cruz, oscar martinez, gaston duprat
Cohn e Duprat non sono Mankiewicz o Cukor o Stanley Donen, il gioco è divertente, tutto costruito sui cliché un po’ ovvi dell’attore piacione internazionale o dell’attore impegnato che non ha avuto la fortuna che pensava con moglie sfigata o della regista lesbica che si sente addosso un sacro fuoco artistico. Potrà sicuramente piacere molto al pubblico, è un film popolare e divertente, lo ammetto, ma ho trovato un po’ irritante questo costruire personaggi senza alcuna sfumatura, senza nessuna evoluzione. Specialmente quello di Penelope Cruz mi è sembrato un concentrato di banalità che nemmeno lei, bravissima di solito, riesce a gestire con originalità. Alla fine fra i tre quello che funziona meglio è Banderas, perché ricalca Felix, la star piaciona, su come potrebbe essere lui stesso.
Ma il problema principale, una scrittura divertente ma che dipinge i personaggi in maniera un po’ monocorde, rimane. Sembra già di vedere il remake italiano con Gassman – Giallini - Cortellesi e non l’originale. Chissà? Magari verrà meglio. Scordavo, più che possibile che il film vinca qualche premio.
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