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Domenico Di Sanzo per il Giornale
Con Luigi Di Maio candidato premier e «capo politico», aumentano le defezioni dei grillini «famosi». Intellettuali, vip, testimonial e «padri nobili», che in passato si erano avvicinati al M5s, stanno scappando alla chetichella dal nuovo Movimento del «guaglione» di Pomigliano d' Arco. E per rendersene conto basta guardare il palco di Rimini.
Alla voce artisti, a «Italia 5 Stelle», hanno fatto il pieno i «peones». Sembrerebbe quasi un ritorno del principio dell'«uno vale uno», smarrito nella prassi politica ma declinato attraverso i nuovi testimonial. Molti degli attivisti arrivati sul pratone del Park Rock della città romagnola si saranno chiesti chi fossero i The Hangover, oppure tal Francesco Fiumara, e ancora i Pekaboom e Dj Max Vasselli. Per fortuna c' era Baglioni. Non Claudio, che si appresta a condurre il Festival di Sanremo, ma il figlio Giovanni, bravo chitarrista acustico.
L' unico nome un po' più conosciuto era il giornalista Gianluigi Paragone, che si è esibito a Rimini insieme ai suoi GangBank. È rimasto deluso chi si aspettava il rapper Fedez, Sabina Guzzanti oppure l' attore Claudio Santamaria. Tutti presenti alla Notte dell' Onestà del 24 gennaio 2015 a Roma, in piazza del Popolo. Già stelle appannate nel panorama del grillismo vip e fighetto. E se molti si sono limitati a scomparire dai radar, altrettanti parlano, senza fare sconti ai loro ex beniamini politici. L' ultimo «vaffa» è firmato da Sabrina Ferilli, fino a qualche mese fa amazzone di Virginia Raggi.
A luglio scorso l' attrice, romana e di sinistra, si è convertita al verbo di Giuliano Pisapia, inviando un accorato messaggio alla convention di «Insieme», il movimento del sindaco di Milano. Ha detto la Ferilli: «Cari compagni, motivi di lavoro mi impediscono di essere lì in questo importante incontro. Sono vicina a questa iniziativa che spero possa riunire tutte quelle anime della Sinistra che in questo momento si sentono confuse e non rappresentate». Anche Carlo Verdone si è stancato dei grillini, e della Raggi. Dopo l' endorsement dell' anno scorso, ecco le sue ultime parole: «Servirebbe un sindaco con le palle, ma ora non c' è».
Con l' astensione del Movimento Cinque Stelle sullo ius soli, era stata Fiorella Mannoia a salutare Grillo e i suoi: «Sono stufa di loro, fanno il pesce in barile per non scontentare qualche elettore». La cantante «rossa» si era innamorata dei grillini già nel 2014, ma sull' immigrazione le strade si sono divise. Alla lista dei vip delusi va aggiunto il regista Paolo Virzì: «Sono violenti e antidemocratici», ha detto dei pentastellati ad aprile scorso. Ma a scappare da Di Maio non sono soltanto le celebrità dello spettacolo, ma anche uno stuolo di intellettuali e «padri nobili».
Come lo storico Aldo Giannuli, molto critico nei confronti della scelta del candidato a Palazzo Chigi: «Sono primarie bulgare, hanno abbandonato la democrazia diretta». Ferdinando Imposimato, magistrato ex candidato M5s al Quirinale, non ha tollerato la visita al Forum Ambrosetti: «Che tristezza vedere Luigi Di Maio a Cernobbio, seduto accanto ai nemici della democrazia». Ha stupito pure la mezza piroetta di Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano. Che il 20 settembre scriveva: «Il Movimento continua a gattonare e a inciampare come un infante un po' ritardato».
È arcinota l' avversione di Paolo Becchi, professore universitario un tempo ideologo, sempre più in prima linea contro il nuovo corso impresso dal candidato premier incoronato a Rimini. E pensare che l' anno scorso, a «Italia 5 Stelle» a Palermo, c' erano anche Rosita Celentano e Gigi D' Agostino. Ora l' unica Stella del Movimento si chiama Luigi Di Maio.
FIORELLA MANNOIA paolo virziferdinando imposimatoCarlo Verdone
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