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ECCO LE VERE LEZIONI AMERICANE DI ITALO CALVINO! SCHIFA UN GRUPPO DI LETTURA, TUTTE DONNE "GRASSE", DICE, "CHE FANNO LE MASSAIE E LE IMPIEGATE" E SI BUTTA A CACCIA DI STANGONE NERE! "VOGLIO ANDARE IN UNA SALA DI BALLO A HARLEM E DANZARE CON QUALCHE NEGRA: QUESTI SENI, QUESTI FIANCHI, QUESTA FISICITÀ PROROMPENTE..."
(A.Pe. per Adnkronos) - Pasolini non è Louis-Ferdinand Céline: la "città in piedi" non lo colpisce. I grattacieli gli ricordano le dolomiti, qualcosa di non rappresentabile. A destare interesse sono i giovani "vestiti in modo anticonformista", la lotta politica contro la guerra in Vietnam, la sincerità degli intellettuali, privi di retorica. Racconta l'incontro con un grande erudito: "Quasi si vergognava della cultura, non come Umberto Eco il quale conosce tutto lo scibile e te lo vomita in faccia...".
La conferma di Italo Calvino che in America va nel 1960: osserva da vicino un gruppo di lettura, tutte donne "grasse", dice, fanno le massaie e le impiegate: per rilassarsi leggono una pagina dell'Ulisse di Joyce: "Amore per la letteratura - dice - senza ambizioni letterarie e ombra di estetismo: guizzo di pazzia che non può essere altro che America".
Ma cosa trova Pasolini in New York? "L'autenticità", dice Filippo La Porta (Università Luiss). Come Mario Soldati e Italo Calvino - e a differenza di Franco Fortini che secondo qualche vulgata chiede addirittura "di essere sepolto in Cina" - i tre si innamorano degli Stati Uniti: stile diretto di relazione e assenza di retorica. Loro che vengono dal Paese del "macchiavellismo, della doppia morale, del melodramma e del gusto del travestimento". Soldati dice che la verità dell'America "è meticcia", mentre Calvino chiosa: "Siamo più americanizzati noi: ci sono più flipper e jeans in Italia". Pasolini è sulla strada e non teme di immergersi nell'inferno di Harlem.
Piccola nota: anche Calvino aveva detto: "Voglio andare in una sala di ballo a Harlem e danzare con qualche negra: questi seni, questi fianchi, questa fisicità prorompente...". Poi però non ce l'aveva fatta ed era fuggito dal ghetto.
Pasolini rimane e compie la sua anabasi: "La notte scappa agli inviti e se ne va solo nelle strade più cupe, oppure al porto, o nei bar dove non entra nemmeno la polizia", racconta Oriana Fallaci che aggiunge: "Cerca l'America sporca, infelice, violenta che si addice ai suoi problemi, ai suoi gusti: all'albergo a Manhattan torna che è l'alba: con le palpebre gonfie e il corpo indolenzito dalla sorpresa d'essere vivo". Il poeta di Casarsa tra l'"America, giovane, disperata e idealista" e le drag queen di Andy Warhol.
ITALO CALVINO GORE VIDAL ALBERTO ARBASINO-A-RAVELLO
pier paolo pasolini e italo calvino al caffe rosati
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