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CE LO FACCIAMO IN CASA (MA TRA OTTO MESI) - VIA ALLA PRODUZIONE DEL VACCINO ANCHE IN ITALIA: IL GOVERNO HA FIRMATO IL PRIMO CONTRATTO CON LA “PATHEON THERMO FISHER”, MULTINAZIONALE DEL FARMACO CHE IN ITALIA HA DUE STABILIMENTI, A FERENTINO E A MONZA - AL MOMENTO NON VOGLIONO RIVELARE CHE TIPO DI VACCINO SARÀ PRODOTTO MA IL GRUPPO COLLABORA STABILMENTE NEGLI USA CON PFIZER… - CI SONO ALMENO QUATTRO AZIENDE IN GRADO DI POTER PARTIRE CON LA PRODUZIONE A FRONTE DI INVESTIMENTI DI NON MENO DI 20 MILIONI EURO. IL PROBLEMA SONO I TEMPI: NON SI PUÒ PARTIRE PRIMA DI OTTO MESI
mario draghi al centro vaccinazione di fiumicino 4
C' è un «primo contratto tra un' azienda italiana e un' azienda titolare di un brevetto. Continueremo a sviluppare la capacità produttiva di vaccini in Italia». A dare l' annuncio dell' avvio della fase due del piano vaccini - dopo la somministrazione, la produzione - è stato ieri il premier Mario Draghi, a valle di un lavoro che da settimane, prima l' ormai ex commissario Domenico Arcuri e ora il Ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, hanno compiuto.
La prima azienda a partire sarà la Patheon Thermo Fisher, multinazionale del farmaco che ieri ha firmato una lettera di intenti per la produzione di un vaccino nel nostro Paese. È una multinazionale con sedi in tutto il mondo - la principale negli Stati Uniti mentre in Europa base ad Amsterdam - e che in Italia ha due stabilimenti, a Ferentino, nel frusinate, e a Monza. In questi anni, anche grazie a contributi pubblici, hanno investito molto in ricerca e sviluppo.
Al momento non vogliono rivelare che tipo di vaccino sarà prodotto: è un fatto però che l' azienda collabori negli Stati Uniti stabilmente con la Pfizer e che, nei giorni scorsi, nel tavolo organizzato al Mise era detto fosse l' azienda con il miglior knowhow per la produzione di vaccini a mRna, il principio su cui si basano Pfizer e Moderna.
Patheon Thermo Fisher sarà la prima. Ma non sarà l' unica azienda italiana a produrre vaccini. Ci sono almeno quattro aziende in grado di poter partire con la produzione a fronte di investimenti di non meno di 20 milioni euro. Il problema sono i tempi: non si può partire prima di otto mesi da oggi.
Speranza e Antonella Folgore, sviluppatrice del vaccino Reithera
Sul tavolo del governo c' è per esempio la proposta dell' azienda pugliese Lachifarma che si è detta pronta a «una capacità produttiva complessiva di 250 milioni di dosi». In questi giorni alcune delle aziende italiane sono state contattate anche da emissari russi che vorrebbero produrre in Italia il vaccino Sputnik. A giugno, invece, potrebbe andare in produzione il vaccino tutto italiano di ReiThera: le sperimentazioni partiranno in questi giorni ma i dati fino a oggi disponibili sono assolutamente incoraggianti.
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