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(ANSA) - I Lefebvriani prendono le distanze da mons. Carlo Maria Viganò, chiamato dalla Dottrina della Fede per rispondere sul delitto di scisma. I seguaci di Marcel Lefebvre, protagonisti anche loro di uno scisma nella Chiesa cattolica, affermano che Viganò non può paragonare la sua situazione a quella di mons. Marcel Lefebvre, anch'egli convocato a suo tempo nel Palazzo dell'ex Sant'Uffizio.
"C'è però un punto che lo differenzia significativamente dal fondatore della Fraternità San Pio X: mons. Viganò - affermano i Lefebvriani in una nota - fa nel suo testo una chiara dichiarazione di sedevacantismo. In altre parole, secondo lui, papa Francesco non è papa. Come lo spiega? A causa di un 'difetto di consenso' del cardinale Jorge Bergoglio, al momento dell'accesso al potere supremo: considerando il papato come qualcosa di diverso da ciò che realmente è, l'eletto del 2013 ha accettato l'incarico pontificale senza consentirvi a pieno, e da questo errore è derivata la nullità della sua accettazione.
Il suo pontificato sarebbe quindi quello di un figurante. Né Mons. Lefebvre, né la Fraternità da lui fondata, hanno accettato di avventurarsi su questo terreno", sottolineano dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X.
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