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Ilaria Sacchettoni per il “Corriere della Sera”
In un primo colloquio con i magistrati romani la sindaca Virginia Raggi offre almeno due conferme. La prima è in ordine alla propria responsabilità (politica) nella scelta dell' avvocato Luca Lanzalone, oggi agli arresti per corruzione, come factotum del Campidoglio per lo stadio.
La seconda sull' enorme discrezionalità di Lanzalone.
«Sono stata io - spiega la Raggi ai magistrati Paolo Ielo e Barbara Zuin il 15 giugno - a chiedere a Fraccaro e Bonafede di poter parlare con il consulente del Comune di Livorno». Dunque la querelle politica su chi abbia proiettato Lanzalone ai vertici capitolini sembra archiviata. La sindaca se ne assume la responsabilità. Ma c'è poi la seconda circostanza che riguarda la natura del rapporto che si era stabilito con Lanzalone e il suo straordinario potere. Ed è il fatto che l'avvocato genovese elaborò da sé la bozza del proprio incarico. Incarico che tramontò per l' opposizione dell' avvocatura capitolina ma che comunque ricordava un incarico girato a sé stesso.
«Lanzalone - dice la Raggi a verbale - mi inviò un documento che conteneva un conferimento di incarico di consulenza anche per le partecipate». Con una delega alle partecipate (Acea ma anche Atac) sarebbe stato più facile muoversi. La Raggi gira il documento agli avvocati capitolini che dicono no. Contrari a una consulenza retribuita perché l' avvocatura ha già il suo staff, ma contrari anche a una consulenza gratuita perché Lanzalone non era stato sottoposto ad alcuna selezione e un ente pubblico non può regalare a un professionista qualsiasi un simile «vantaggio competitivo».
Al di là della mancata formalizzazione dell' incarico che non c' è stata, per i pm conta che Lanzalone «ha esercitato la sua attività di "supportare e coadiuvare" il sindaco nell' esercizio delle "sue prerogative"» secondo l' ordinanza di arresto. Il 13 giugno, intanto, viene ascoltata anche la segretaria di Parnasi, Elisa Melegari.
Le erogazioni, dice, sono una vecchia abitudine di Parnasi: «Sin da quando lavoravo in Parsitalia». Bonifici all' ex sottosegretario Francesco Giro ma anche a Renata Polverini e a Luciano Ciocchetti sono stati effettuati nel corso dell' anno.
Ieri è stato ascoltato anche Luca Caporilli. Il tecnico di Eurnova, assistito dall' avvocato Pierpaolo Dell' Anno, ha risposto a tutte le domande e offerto conferme sul fronte di un bonifico effettuato per l' immobiliarista.
Caporilli è chiamato in causa per altro. Due collaboratori di Parnasi discutono di una sua ammissione circa un immobile che avrebbe necessitato una bonifica per l' amianto prima di essere ceduto al Comune: «Là dentro c' è l' amianto ma ha detto che la presenterà lo stesso al Municipio e a Roma Capitale e poi sarà un problema loro se è pericolante e qualcuno ci morirà». Un altro collaboratore di Parnasi, Gianluca Talone, assistito dall' avvocato Gianluca Tognozzi, ha già annunciato il ricorso ai giudici del Riesame.
Mentre a breve potrebbe essere riascoltato Giulio Mangosi difeso dall' avvocato Stefano Valenza. Quanto al direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni, sentito come persona informata dei fatti, ha offerto a sua volta conferme sul ruolo dell' avvocato Lanzalone: «Era il nostro interlocutore mi fu presentato da Raggi come il loro consulente sugli aspetti tecnico amministrativi del dossier stadio». Sentito anche il direttore generale capitolino Franco Giampaoletti. Lanzalone? «Ha supportato -dice - l' amministrazione comunale anche in alcuni incontri con le parti private proponenti».
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