"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……
Almeno 174 persone sono rimaste uccise nella città di Malang, nella provincia indonesiana di Giava Orientale, a seguito degli scontri scoppiati in uno stadio al termine di una partita di calcio. A confermare la cifra è stato il vicegovernatore della regione. «Trentaquattro persone sono morte all’interno dello stadio e le altre sono morte in ospedale. Negli scontri sono morti anche due agenti di polizia», ha aggiunto il capo della polizia di Giava Orientale, Nico Afinta. I feriti, secondo i bilanci provvisori, sono oltre 200. Si tratta di uno dei più sanguinosi incidenti mai avvenuti all’interno di un impianto sportivo.
Secondo la ricostruzione della polizia, i tifosi dell’Arema FC hanno preso d’assalto il campo dello stadio Kanjuruhan dopo che la loro squadra aveva perso 3-2 contro il Persebaya Surabaya, la prima sconfitta in più di due decenni contro l’acerrima rivale. Gli agenti, dopo aver visto cadere per terra due colleghi, hanno cercato di convincere i tifosi a tornare sugli spalti sparando gas lacrimogeni, che però hanno provocato il caos generale. Molte delle vittime sono state calpestate a morte mentre cercavano una via di fuga. «Quando i poliziotti hanno lanciato i lacrimogeni le persone sono corse istintivamente verso le uscite: tutti si spingevano, ho visto molti morire», ha raccontato all'Afp uno spettatore. Uno dei medici che ha soccorso i feriti ha raccontato a una televisione locale che una delle vittime che tentato di salvare aveva 5 anni.
Gli spalti erano riempiti alla massima capacità: secondo la polizia, dei 42mila presenti spettatori almeno 3.000 hanno invaso il terreno di gioco. Nelle foto e nei video che circolano sui social si vedono tifosi che cercano di scavalcare le recinzioni per fuggire, persone che trasportano a braccio i feriti e poliziotti che agitano i manganelli, in scene da vera e propria guerriglia urbana. Negli scontri sono stati distrutti almeno 13 veicoli dentro lo stadio e nelle strade limitrofe, compresa una camionetta delle forze dell'ordine.
Il governo indonesiano si è scusato e ha promesso di indagare sulle circostanze dell’incidente. Il presidente del Paese, Joko Widodo, ha già ordinato agli inquirenti di mettersi al lavoro per stabilire le cause e le dinamiche di quella che la polizia ha definito una vera e propria «rivolta». «Sono profondamente dispiaciuto per questa tragedia e spero che sia l'ultima legata al calcio nel nostro Paese», ha affermato Widodo, che ha poi disposto la sospensione di tutte le altre partite fino a quando «non saranno completati i miglioramenti nella sicurezza». «Siamo dispiaciuti - ha dichiarato il ministro indonesiano dello Sport e della Gioventù Zainudin Amali all’emittente Kompas -. Valuteremo a fondo l’organizzazione della partita e la presenza dei tifosi. Torneremo a vietare ai tifosi di assistere alle partite? Questo è ciò che discuteremo».
Quello della violenza legata agli eventi sportivi è un problema di vecchia data in Indonesia. Ai tifosi del Persebaya Surabaya è stato proibito l'acquisto dei biglietti per la partita, proprio per la paura di scontri tra le tifoserie. Ma per il match erano state previste altre misure di sicurezza, che però sono state ignorate: il governo aveva suggerito di giocare la partita nel pomeriggio invece che la sera, e di vendere biglietti solo per 38mila posti. Per ora, l'associazione calcistica indonesiana (che sta riferendo in queste ore ai vertici della Fifa) ha confermato la sospensione per una settimana di tutte le partite e ha annunciato che l'Arema Fc non potrà più ospitare nessun match durante questa stagione.
Il prossimo maggio, l'Indonesia ospiterà i campionati mondiali di calcio under-20. Le partite si giocheranno in sei stadi: l'impianto dove sono avvenuti gli scontri non è uno tra questi. Quello di questa notte è uno dei peggiori disastri in uno stadio di calcio che si ricordino: un precedente con un bilancio più pesante fu una partita disputata a Lima nel 1964 per le qualificazioni olimpiche, quando sempre in una fuga di massa morirono sugli spalti 320 persone e un migliaio furono ferite
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