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MA E' UN CIRCO O UNA LISTA ELETTORALE? - VITTORIO SGARBI STA PROVANDO A CANDIDARE MORGAN ALLE COMUNALI DI VERONA, PERO' IL SINDACO CHE DOVREBBE APPOGGIARE NON LO VUOLE: "ALLORA PROVEREMO A PARMA" - IL CRITICO E DEPUTATO HA ANCHE ALTRI COLPI IN CANNA: "CANDIDERO' FABRIZIO CORONA, PENSO NEL MERIDIONE. CI HO PARLATO, DICE CHE E' DISPONIBILE. MEGLIO LUI DI UN GRILLINO. E POI VOGLIO CHIEDERLO A FAUSTO LEALI..."
Lorenzo De Cicco per la Repubblica
I precedenti sono quasi tutti infausti. Anche quelli di cui il ricordo è più fresco. E dovrebbe mettere in guardia gli emuli. Per esempio le preferenze strappate da Pippo Franco alle ultime comunali di Roma, nella civica di Enrico Michetti: 81. O le 20 (classico caso di nemmeno i parenti) dell'ex miss Nadia Bengala, in lizza, sempre alle consultazioni dell'ultimo autunno, con Virginia Raggi. Eppure, con sprezzo dell'imprudenza, riecco i vip pronti a lanciarsi nell'agone della cosa pubblica.
L'ultimo, quello che sta facendo più discutere in queste ore, è Marco Castoldi in arte Morgan. Quasi candidato alle comunali di Verona, nella lista Rinascimento di Vittorio Sgarbi. Ma quasi appunto, un po' perché lui per primo ci sta pensando - «Di fronte all'azione politica sono affascinato, ma valuterò» - un po' perché il sindaco di cui l'ex X Factor dovrebbe farsi supporter, racimolatore di consensi, non lo vede affatto di buon occhio: «Morgan è un grande artista, ma non sarà nelle mie liste», ha tagliato corto Federico Sboarina, ex leghista ora passato con FdI, che corre per la riconferma sotto l'Arena.
Sgarbi però non demorde. E dunque rilancia: «Se non vogliono candidare Morgan a Verona, senza troppe polemiche, lo candideremo a Parma, altra città in cui la musica conta». Mica per fare il consigliere comunale semplice: «Lo vedo minimo come assessore, o comunque con un ruolo operativo, un'autorità garante per la musica».
Non è il solo colpo in canna del critico e deputato, da anni formidabile moltiplicatore di candidature di sé stesso lungo lo Stivale: «Candiderò Fabrizio Corona, penso nel Meridione». Ci sarebbe la legge Severino... «Ci ho parlato, dice che è disponibile e candidabile. Meglio lui di un grillino. Voglio chiederlo anche a Fausto Leali».
Il più in alto in grado, nelle fila dei candidati vip di questa tornata, in calendario il prossimo 12 giugno, è senza dubbio Damiano Tommasi, gloria pallonara della Roma dell'ultimo scudetto, che cominciò la carriera nel Verona dove ora si candida sindaco, con l'assist convinto di M5S e Pd. Chissà se ricorda, Tommasi, la sfortunata discesa in campo di un altro ex giallorosso: Giuseppe Giannini, "principe" della Magica anni '80 e '90, che nel 2005 mancò il seggio alla Regione Lazio con la maglia di Forza Italia: ottenne 2.300 voti, ce ne voleva il quadruplo.
A Riccione - e dove sennò? - ha annunciato la candidatura a sindaco Claudio Cecchetto, talent scout di un'infinita schiera di personaggi dello spettacolo, da Gerry Scotti a Tracy Spencer, storico dj, produttore discografico, conduttore radio e tv. Lì dove negli anni '80 inventò il format dell'Acquafan, ora corre per la fascia tricolore con la sue liste civiche.
Slogan: «La stagione non ha stagione».
Altre carte vip per ora rimangono coperte. Del resto il puzzle elettorale prevede che prima vadano trovati gli incastri dei candidati a sindaco e che solo dopo si aggreghino gli aspiranti consiglieri. A Cuneo, nel centrodestra c'è chi avrebbe voluto prima cittadina Stefania Belmondo, olimpionica dello sci di fondo. Ma l'ipotesi sembra evaporata.
Altri partiti, considerati i trascorsi non proprio brillanti, in termini di riuscita, di attori, sportivi e cantanti in lista, ripiegano sull'usato sicuro: politici local, niente star e starlette. «Tutti sono liberi di candidarsi, ma nei territori prevale il radicamento, quartiere per quartiere, a volte famiglia per famiglia», spiega Claudio Durigon, deputato della Lega e luogotenente di Salvini nel Lazio, dove si vota in tre capoluoghi, Frosinone, Rieti e Viterbo. I vip candidati? «Diciamolo, in passato hanno ottenuto risultati magri...».
Per uno che ce la fa - e il modello di tutti è naturalmente Ronald Reagan, che dalle pellicole western passò alla Casa Bianca, e oggi c'è ovviamente l'esempio di Volodymyr Zelensky - mille si ritrovano con bacini elettorali di grandezza condominiale. «Per me la candidatura a consigliere sarebbe solo un pretesto per mirare alla presidenza del Consiglio», dice infatti Morgan.
Nadia Bengala nonostante le 20 preferenze dell'ottobre 2021, ci riproverebbe: «Perché no? Lo rifarei, anche se la politica è marcia e opportunista, servono persone che vengano da fuori». Ora però è impegnata in un film, «sullo smaltimento dei rifiuti». Che detto da un'ex candidata di Raggi è notevole. «Ma non ci saranno cinghiali».
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