DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Enrico Ferro per http://mattinopadova.gelocal.it
Invita il collega fuori a cena dopo giorni e giorni di ammiccamenti in reparto e quando se lo ritrova a casa sul divano lo stordisce con le benzodiazepine mescolate al vino rosso. Mentre quello ronfa gli ruba il bancomat, gli preleva 250 euro dal conto e poi riposiziona tutto nel portafoglio come se niente fosse. Se non fosse un’indagine della polizia, potrebbe sembrare la sequenza di un film di Tarantino. Purtroppo è tutto tristemente vero e oltre a una donna nei guai e a un uomo ancora sotto choc, c’è un reparto dell’ospedale sottosopra. Quello di Ortopedia.
L’Azienda ospedaliera ieri ha dato mandato ai suoi avvocati di avviare la procedura di licenziamento. L’accusa è grave perché si parla di peculato. Ma andiamo con ordine. Lei ha 34 anni, è romena e lavora come infermiera a Ortopedia. Lui ha qualche anno di più e svolge il servizio di trasporto malati in quel reparto. La battutina, l’occhiolino strizzato, qualche battuta e lo scambio di numeri di telefono. Tutto regolare.
Anzi, un successone visto che lei gli concede pure un appuntamento. «Aperitivo, cena fuori e poi si beve qualcosa a casa mia». Va proprio così. Fino a quel “casa mia”. Lui si accomoda sul divano, sorseggia il calice di vino rosso ma nel giro di pochi secondi si addormenta. Lei, che già aveva studiato tutto, gli sfila il portafoglio e gli prende il bancomat. Dopo aver prelevato 250 euro rimette tutto a posto.
Il giorno successivo, però, il barelliere si rende conto dell’accaduto e corre dagli agenti del posto di polizia dell’ospedale a raccontare tutto. Il pubblico ministero Roberto D’Angelo autorizza una perquisizione in casa della donna, dove vengono trovati farmaci a base di benzodiazepine in quantità. Tutti chiaramente rubati in reparto. E questo innesca il procedimento disciplinare con l’accusa di peculato che potrebbe costarle il posto di lavoro. I sindacati sono già stati avvisati e stanno cercando di trattare per salvare l’infermiera diabolica.
Dal punto di vista investigativo, invece, c’è il dubbio che il barelliere non sia la prima vittima. Ci sarebbe infatti anche un altro collega che, nel frattempo, si è fatto avanti raccontando la stessa storia. La polizia sta cercando di capire la portata della cosa ma non è facile ricomporre i pezzi di un puzzle del genere. Inutile dire che in questi giorni, in reparto, è un gran chiacchierare. Lei, l’infermiera, ostenta sicurezza non facendo mistero del nome del suo avvocato. Lui, l’addetto al trasporto malati, continua a masticare amaro. Chi se l’aspettava un dopocena del genere.
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