DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell’articolo di Salvo Palazzolo per repubblica.it
Dicevano di avere fra le mani un grande scoop, ma erano solo teorie complottiste sulla cattura di Matteo Messina Denaro, portata a termine dai carabinieri del Ros e della procura di Palermo il 16 gennaio scorso. L’unica verità, drammatica verità, è che proponevano la vendita di alcuni file dell’inchiesta. Protagonista di questa brutta storia è un maresciallo dei carabinieri, Luigi Pirollo, in servizio al nucleo Operativo della Compagnia di Mazara del Vallo: ha trafugato più di 700 file dal server dell’Arma. E li ha poi consegnati a un consigliere comunale della sua città, Giorgio Randazzo, che si è messo in contatto con Fabrizio Corona, lo spregiudicato manager del gossip, per cercare di vendere il materiale.
Adesso, il militare e il politico sono finiti agli arresti domiciliari grazie a un’indagine degli stessi carabinieri, di Palermo e di Trapani: la procura del capoluogo siciliano diretta da Maurizio de Lucia contesta al primo i reati di accesso abusivo a un sistema informatico e la rivelazione di notizie riservate, il secondo risponde di ricettazione. Corona è invece indagato a piede libero, per tentata ricettazione. Sono in corso perquisizioni.
Questa storia si scopre nel pieno della trattativa per piazzare il falso scoop. Corona aveva organizzato un incontro con il direttore del quotidiano on line “Mow”, Moreno Pisto. Ma il direttore non ha abboccato, anzi quando ha visionato il materiale lo ha copiato di nascosto e poi ha avvertito la squadra mobile di Palermo. I magistrati hanno poi delegato le indagini, affidandole ai carabinieri dei nuclei investigativi. Così è saltata fuori una pen drive con tantissimi file.
Si tratta di accertamenti successivi alla cattura di Messina Denaro, svolti dalla Compagnia dei carabinieri di Mazara del Vallo e dalla Stazione di Campobello di Mazara. Atti riservati, la cui divulgazione potrebbe pregiudicare le indagini sulla rete che ha favorito la latitanza del padrino delle stragi arrestato dopo trent’anni. C’erano anche i verbali dei vicini di casa del boss.
In questi mesi, Corona era saltato fuori anche per un’altra vicenda legata a Messina Denaro: era riuscita ad ingaggiare una delle amiche che il boss aveva conosciuto in clinica, la destinataria di tanti messaggi vocali. Che erano finiti presto in prima serata, nella trasmissione di Massimo Giletti, “Non è l’arena”.
Ma questo non è oggetto di indagine. Però in quel contesto erano state attivate delle intercettazioni. All’inizio di maggio, Corona è stato intercettato mentre diceva di avere messo le mani su uno “uno scoop pazzesco” di cui era in possesso un consigliere comunale grazie non meglio specificati carabinieri che volevano vendere materiale d’indagine.
fabrizio corona fabrizio corona
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