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“DOBBIAMO AVERE UN PIANO PER SGOMBERARE I RESIDENTI A ERUZIONE GIÀ IN CORSO” - IL VULCANOLOGO GIUSEPPE MASTROLORENZO SUONA LA SVEGLIA: “È GRAVE CHE SI DIA PER SCONTATO CHE SI RIUSCIRÀ A PREVEDERE L'ERUZIONE ADDIRITTURA CON 72 ORE DI ANTICIPO. DOBBIAMO SAPERE OGGI COSA FARE. LE SCOSSE? POTREBBERO ESSERE GIÀ PRECURSORI DI UNA UNA SUPERERUZIONE PER ENERGIA DECINE DI VOLTE SUPERIORE A QUELLA DEL 79 D.C. DI POMPEI…”
Estratto dell'articolo di Roberto Russo per www.corriere.it
Il piano di emergenza per una eventuale eruzione nei Campi Flegrei è irrealistico perché si basa «su uno scenario probabilistico» e non tiene conto che si potrebbe arrivare a dover sgomberare i residenti con un'eruzione già in corso, circostanza niente affatto improbabile.
Il nuovo allarme sulla pericolosa situazione nell'area del supervulcano campano è molto autorevole e arriva da Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo e primo ricercatore dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia il quale, per la verità, già da anni pone l'attenzione sulle criticità dei vari piani e degli interventi che hanno riguardato i rischi nell'area flegrea. […]
«Da parte delle autorità si pone molto l'accento sul rischio sismico - spiega Mastrolorenzo - ma nei Campi flegrei la sismicità non è mai stata particolarmente violenta, mentre il problema vero riguarda il fatto che le scosse attuali possono essere già i precursori dell'eruzione, che potrebbe essere una supereruzione per energia decine di volte superiore a quella del 79 d. C. di Pompei».
A giudizio del vulcanologo «è grave che si dia per scontato che si riuscirà a prevedere l'eruzione addirittura con 72 ore di anticipo […] Il problema è che la valutazione sui livelli di allerta, quando cioè passare a quello arancione e nel caso al rosso, viene presa dalla Commissione Grandi rischi sulla base di esperienze e valutazioni dei singoli membri ed è molto probabile che si arrivi a un falso allarme oppure, peggio ancora, che si ritardi l'evacuazione e ci ritroviamo magari a eruzione già iniziata
[…]
dobbiamo metterci in condizione di elaborare un piano che preveda l'allontanamento della popolazione anche durante una fase eruttiva già iniziata. […] Dobbiamo essere in grado di salvare la popolazione anche in caso di eruzione, attraverso vie di fuga radiali e non tangenziali, ma questo tipo di scenario non è contemplato dagli attuali piani. Insomma, anche se l'eruzione ci coglie di sorpresa dovremmo poter sapere cosa fare e come aiutare la gente, ma tutto questo oggi semplicemente non è stato previsto».
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