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“HA SENSO CHIUDERE TUTTO IN LOMBARDIA MA NON IN TUTTA ITALIA” - WALTER RICCIARDI: “CREDO CHE DATI DI QUESTA SETTIMANA SARANNO ANCORA NEGATIVI. BAMBINI? BISOGNA ELABORARE STRATEGIE CHE RIGUARDINO ANCHE LORO. GLI STATI UNITI NON HANNO SANITÀ PUBBLICA E I TAMPONI COSTANO TANTO, PREVEDO CHE CASI Lì AUMENTERANNO..."
Da “Circo Massimo - Radio Capital”
La Lombardia chiede di "chiudere tutto" per contenere il più possibile il contagio da coronavirus. Una proposta promossa da Walter Ricciardi: "La richiesta ha senso, la pressione sul servizio sanitario regionale lombardo è spasmodica", dice il consulente del ministero della Salute in un'intervista a Circo Massimo, su Radio Capital, "la Lombardia è per l'Italia quello che Wuhan era per l'Hubei. La misura che potrebbe essere proporzionata, ma", precisa il membro dell'OMS, "non lo è per il resto del Paese, in particolar modo per le regioni centromeridionali dove questa situazione ancora non c'è.
Se poi ci saranno ulteriori elementi, visto che la situazione viene monitorata giorno dopo giorno, siamo pronti a prenderla in considerazione". La grande pressione sulla Lombardia ha anche condizionato i dati del contagio: "Mancavano di un numero significativo di tamponi dalla regione. E purtroppo credo che questa settimana i dati continueranno a essere negativi".
"L'impressione è che ormai la popolazione abbia capito", continua Ricciardi, "E credo lo abbia capito in Italia e anche in Spagna. Sono stato a Bruxelles la scorsa settimana e molti ministri della Salute degli altri paesi sottovalutavano la situazione, non avevano capito che questo è un virus repentino, in cui ti trovi il giorno prima con venti casi e alla fine della settimana con duemila. Credo che questa situazione ad oggi sia compresa da tutti. Chiaro che ogni tanto c'è qualcuno che o per disinformazione o per stupidità non lo fa, e in questo caso il compito delle forze dell'ordine è, appunto, ristabilire l'ordine".
Fra le cose che sembrano ancora poco chiare c'è la possibilità, o meno, di uscire di casa: "Gli spostamenti più importanti, che comportano un mezzo di locomozione o un mezzo pubblico, vanno motivati", chiarisce Ricciardi, "Ma se uno esce di casa per fare la spesa non c'è bisogno dell'autocertificazione.
Il segnale che va dato è di stare a casa e di non muoversi, perché si potrebbe essere attenzionati da parte delle forze dell'ordine e se non ci si è mossi per un motivo importante si è passibili di sanzione". Il consulente del ministero della Salute, poi sottolinea che "nessuno è immune, siamo tutti suscettibili. Nei bambini l'infezione decorre in maniera più benevola ma non sono certamente protetti, dobbiamo elaborare delle strategie che riguardino anche loro".
Pochi giorni fa, Ricciardi ha pesantemente attaccato la gestione dell'emergenza da parte degli Stati Uniti: "Non hanno un sistema diffuso di sanità pubblica, per cui non hanno avvisaglie, non hanno la possibilità di fare tamponi alla popolazione perché lì la sanità è privata e il tampone va pagato, costa diverse centinaia di dollari e lo fanno solo pochissimi, quelli che hanno sintomi. Negli USA", spiega, "prima o poi tante persone si presenteranno al Pronto Soccorso persone con la polmonite interstiziale e saranno difficili da curare perché saranno in uno stadio avanzato. La mia previsione è che lì aumenterà il numero dei casi e quindi dei morti".
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