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LA GUERRA PER INTERPOSTA MILIZIA – IL “WASHINGTON POST”: “L’IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE NEI PROSSIMI GIORNI” – IL REGIME DI TEHERAN VUOLE RISPONDERE AGLI ULTIMI RAID ISRAELIANI FACENDO INTERVENIRE LE MILIZE SCIITE IN IRAQ, CHE I PASDARAN FORAGGIANO E RIFORNISCONO DA ANNI. PER NETANYAHU, SI APRIREBBE COSÌ UFFICIALMENTE IL SETTIMO FRONTE, QUELLO FINORA PIÙ TRASCURATO E CONSIDERATO IL PIÙ INFIDO. ANCHE PERCHÉ A BAGHDAD CI SONO ANCORA LE TRUPPE AMERICANE…

Ali Khamenei

WP, 'L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE NEI PROSSIMI GIORNI'

(ANSA) -- "L'Iran si prepara ad attaccare Israele nei prossimi giorni". Lo ha detto al Washington Post una fonte vicina alla leadership israeliana e informata degli ultimi rapporti dell'intelligence.

 

ISRAELE: MILIZIE FILO-IRANIANE IN IRAQ, DETERMINATI A INTENSIFICARE ATTACCHI

(Nova) - La Resistenza islamica in Iraq, gruppo di milizie irachene sciite sotto l'ombrello dell'Iran, ha riferito in un comunicato di essere determinata a intensificare gli attacchi contro Israele, "di fronte alle violenze in corso contro i civili, tra cui donne, bambini e anziani (nella Striscia di Gaza e in Libano)".

 

BENJAMIN NETANYAHU - ATTACCO DI ISRAELE ALL IRAN

A riportarlo e' l'agenzia di stampa irachena "Shafaq". Nelle ultime ore, la Resistenza islamica in Iraq ha rivendicato di aver preso di mira un "obiettivo vitale" a Eilat, nel sud di Israele. Le forze israeliane hanno da parte loro riferito di aver abbattuto tre droni provenienti "da est", espressione utilizzata per indicare gli attacchi lanciati dal territorio iracheno.

 

Teheran innesca le milizie irachene: un fronte nascosto per lo Stato ebraico

Estratto dell’articolo di Francesco Battistini e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

 

Mohammed al-Sudani

«Potete smetterla?». Si sono visti un paio di volte in due mesi. A Teheran. Da una parte, alti ufficiali iraniani. Dall’altra, i capi della sicurezza irachena mandati dal premier sciita Mohammed al-Sudani, spaventato dai continui attacchi a Israele che le milizie filoiraniane lanciano dal territorio dell’Iraq.

 

Lo scopo delle due visite era di chiedere uno stop: è da un anno, da quand’è cominciata la guerra di Gaza ed è nato il cartello della Resistenza islamica irachena, che Sudani vede traballare il delicato equilibrio con cui finora s’era mantenuto in buoni rapporti sia con gli Usa sia con l’Iran. Una precaria stabilità che galleggiava sul petrolio, sulle grandi opere. E soprattutto sulla scelta di stare a cauta distanza da Israele, con cui l’Iraq non ha mai avuto relazioni diplomatiche.

 

Come sono andate le due missioni? Gli uomini di Sudani non hanno ottenuto granché.

L’accoglienza iraniana è stata gelida, la risposta di più: «I gruppi sciiti in Iraq hanno una loro autonomia e decidono loro come aiutare i fratelli di Hezbollah in Libano e di Hamas a Gaza».

 

MEME SULLA RISPOSTA ISRAELIANA ALL ATTACCO IRANIANO

Difficile fermarli. Missili, droni, razzi. Oltre 200 episodi. […] Della Resistenza islamica, fanno parte fazioni che rivendicano le azioni o si nascondono dietro sigle di comodo. Con timidi tentativi di prendere le distanze solo da alcuni episodi: è stato il caso di al Thawriyyun (i rivoluzionari), sigla apparsa negli ultimi mesi per firmare i colpi contro gli Usa e in realtà una falsa bandiera che nasconde altri gruppi.

 

Kataeb Hezbollah, Asaib al Haq, al Nujaba, Kataeb Shuhada o Kataeb al Quds: si chiamano così, le principali formazioni legate — ciascuna a modo suo — all’Iran. Ricevono armi dai Pasdaran e sono coordinate dalla Divisione Qods del generale Esmal Qaani: il suo predecessore, Qassem Soleimani, fu ucciso dagli americani nel 2020, proprio mentre viaggiava verso Bagdad con un capo delle milizie sciite irachene.

MILIZIE FILO IRANIANE IN IRAQ

Disperato, sapendo bene che un eventuale attacco a Israele dall’Iraq trascinerebbe il suo Paese nel caos, Sudani ha chiesto agli Usa d’intercedere presso Netanyahu. E d’evitare ritorsioni pesanti.

 

Improbabile che venga accontentato. La Resistenza irachena ha rapporti stretti con Hezbollah e con gli Houthi yemeniti. Quest’ultimi hanno inviato loro uomini in Iraq per imparare e, al tempo stesso, assistere i compagni di lotta nell’uso di armamenti comuni: un ufficiale yemenita sarebbe stato eliminato da uno strike israeliano.

 

base militare filo-iraniana bombardata in iraq

A complicare la scena, il 25 ottobre, è apparsa una nuova sigla: la «Resistenza islamica nella terra delle due moschee», diramazione saudita del fronte, che s’è assunta la responsabilità del lancio d’un drone verso lo Stato ebraico. Un battesimo del fuoco che potrebbe aprire a iniziative più ambiziose, magari già nelle prossime ore. «Andate a combattere Israele in Libano o a Gaza — è stato l’appello di Sudani — e non trascinate l’Iraq nella distruzione». Quattro gruppi sciiti l’hanno diffidato: il premier iracheno non ci provi neppure, a fermare le nostre future operazioni.

 

È da questo scenario che a Tel Aviv s’aspettano l’attacco. Dei sette fronti aperti, quello forse più trascurato (l’iracheno) è considerato fra i più infidi. Anche perché c’è la presenza in Iraq delle truppe americane, un target al pari d’Israele. […]

RAID DI ISRAELE IN IRANbase militare filo-iraniana bombardata in iraq RAID DI ISRAELE IN IRANxi jinping Ali KhameneiMILIZIE FILO IRANIANE IN IRAQMILIZIE FILO IRANIANE IN IRAQ