FLASH! - LA SCESA IN CAMPO DEL PARTITO DI VANNACCI E' UNA PESSIMA NOTIZIA NON SOLO PER SALVINI, CHE…
Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
La versione di Hillary è un racconto niente affatto scontato. «What happened», «Che cosa è accaduto», è, invece, un libro avvincente, politico e personale nello stesso tempo. È uscito ieri negli Stati Uniti (editori Simon & Schuster) riaprendo la discussione sulla sconfitta della candidata favorita nelle presidenziali del 2016. Nell' epilogo Clinton indica le due ragioni più visibili. Il 28 ottobre, dieci giorni prima delle elezioni, l' allora direttore dell' Fbi James Comey comunica la ripresa delle indagini sulle e-mail che Hillary aveva gestito dal suo computer privato quando era Segretario di Stato.
«Donald Trump capì che l' apparente imprimatur di Comey dava al suo slogan "Hillary corrotta" nuova credibilità. I repubblicani spesero 17 milioni di dollari in pubblicità per sfruttare il momento. Funzionò». Secondo motivo: l' interferenza della Russia. È l' argomento già usato da Hillary: «Esiste un qualche accordo tra Trump e il Cremlino».
hillary clinton donald trump il town hall.
Sarebbe sbagliato, però, fermarsi qui. Il lavoro è il frutto di 4-5 mesi di sedimentazione psicologica, oltre che politica. Ricco di particolari: l' angoscia nel giorno dell'«Inauguration Day», la tentazione di non partecipare al giuramento di Trump, le confidenze con George Bush che liquidò con queste parole il discorso del neo presidente: «weird shit», che «merda strana». Le lunghe letture terapeutiche, tra le quali il ciclo di Elena Ferrante: «Ho assaporato questa storia sull' amicizia tra le donne».
Il capitolo cardine è forse proprio il terzo: «Sisterhood», «sorellanza». Hillary Clinton descrive con lucidità la «lunga marcia» delle donne in politica e non solo. Ricorda il suo percorso personale; rivendica i suoi meriti nelle battaglie per la parità dei diritti; propone una sottile, ma utile distinzione tra «misoginia», odio puro e semplice per le donne, e «sessismo», il pregiudizio maschile, a volte impalpabile, che frena le ambizioni femminili. Misoginia e sessismo le hanno fatto perdere la Casa Bianca?
La risposta di Hillary appare contraddittoria. In alcuni passaggi sembra che sia proprio così, ha perso perché donna. In altri sottolinea come abbia moralmente vinto la corsa, ottenendo tre milioni di voti in più nel consenso popolare, ma perdendo per il meccanismo di attribuzione dei seggi. Ed ecco, allora, la parte politicamente più controversa della narrazione.
La portabandiera dei democratici respinge seccamente le critiche del vice presidente Joe Biden e, soprattutto, del suo concorrente alle primarie, Bernie Sanders. «Non è vero che abbia parlato poco di lavoro, anzi è la parola che ho usato di più nel corso della campagna». Segue un esame dettagliato dei flussi elettorali in Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, i tre Stati chiave della disfatta.
Perché allora è stata travolta proprio nel Nord industriale, il bastione storico, inespugnabile dei democratici? «È successo quello che talvolta capita nelle coppie sposate da anni. Uno dei due è arrabbiato, frustrato. L' altro cerca di risolvere il problema, senza capire che la cosa più urgente e necessaria è ascoltare e condividere la rabbia. Io non l' ho fatto, non l' ho voluto fare. Trump sì». Ci sarà la rivincita? «No, io mi fermo qui».
COPERTINA DEL LIBRO DI HILARY CLINTONclinton e sandershillary for president
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