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"FILIPPO TURETTA RIMARRÀ CRUDELE DENTRO, ANCHE QUANDO GLI DARANNO PERMESSI E SCONTO DI PENA" - LO ZIO DI GIULIA CECCHETTIN, ANDREA CAMEROTTO, COMMENTA LE MOTIVAZIONI CHE HANNO PORTATO ALLA CONDANNA ALL'ERGASTOLO DEL 22ENNE. I GIUDICI DELLA CORTE D'ASSISE HANNO ESCLUSO L'AGGRAVANTE DELLA CRUDELTÀ, NONOSTANTE LA RAGAZZA SIA STATA UCCISA CON 75 COLTELLATE - LA RABBIA DELLA SORELLA DI GIULIA, ELENA CECCHETTIN: "LA SENTENZA SEGNA UN TERRIBILE PRECEDENTE" - PER I GIUDICI DELLA CORTE D'ASSISE, IL NUMERO DEI FENDENTI INFERTI "È UNA CONSEGUENZA DELL'INESPERIENZA E DELL'INABILITÀ DI TURETTA..."
ELENA CECCHETTIN AL SALONE DEL LIBRO
ELENA CECCHETTIN, 'SENTENZA SEGNA UN TERRIBILE PRECEDENTE'
(ANSA) - VENEZIA, 09 APR - "Una sentenza simile, con motivazioni simili in un momento storico come quello in cui stiamo vivendo, non solo è pericolosa, ma segna un terribile precedente". Lo afferma in una 'storia' su Instagram , Elena Cecchettin, sorella di Giulia, a proposito delle motivazioni della condanna di Filippo Turetta. "Se non iniziamo a prendere sul serio la questione - prosegue - tutto ciò che è stato detto su Giulia che doveva essere l'ultima sono solo parole al vento".
Secondo Elena "fa la differenza riconoscere le aggravanti, perché vuol dire che la violenza di genere non è presente solo dove è presente il coltello o il pugno. Ma molto prima. E significa che abbiamo tempo per prevenire gli esiti peggiori. Sapete cosa ha ucciso mia sorella? Non solo una mano violenta, ma la giustificazione e menefreghismo per gli stadi di violenza che anticipano il femminicidio", conclude.
"DA TURETTA 75 COLTELLATE PER INESPERIENZA" IRA DEI CECCHETTIN: RICONOSCETEGLI LA CRUDELTÀ
Estratto dell'articolo di Laura Berlinghieri per "La Stampa"
filippo turetta e il suo legale
Le 75 coltellate inferte da Filippo Turetta a Giulia Cecchettin, l'11 novembre di due anni fa, non dimostrano crudeltà. «Ha colpito quasi alla cieca», si legge nelle 143 pagine delle motivazioni della sentenza della Corte d'Assise di Venezia, pubblicata ieri. E quindi, più che di crudeltà, quella lunghissima sequenza di colpi «sembra invece conseguenza dell'inesperienza e dell'inabilità» del 22enne.
«Turetta non aveva la competenza e l'esperienza per infliggere sulla vittima colpi più efficaci, idonei a provocare la morte della ragazza in modo più rapido e "pulito", così ha continuato a colpire, con una furiosa e non mirata ripetizione dei colpi, fino a quando si è reso conto che Giulia "non c'era più"». È la conclusione alla quale è arrivata la Corte d'Assise di Venezia il 3 dicembre scorso - presidente Stefano Manduzio, estensore Francesca Zancan - condannando all'ergastolo Filippo Turetta, riconoscendo l'aggravante della premeditazione, ma non della crudeltà, né dello stalking. [...]
Quanto, infine, alle attenuanti generiche chieste dagli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, non sono state riconosciute «alla luce dell'efferatezza dell'azione e degli abietti motivi di arcaica sopraffazione (...). Motivi vili e spregevoli, dettati da intolleranza per la libertà di autodeterminazione della giovane donna, di cui l'imputato non accettava l'autonomia delle anche più banali scelte di vita».
giulia cecchettin e filippo turetta
«Per noi le aggravanti sussistono e in un eventuale appello insisteremo perché vengano riconosciute» dice Stefano Tigani, avvocato di Gino Cecchettin, a nome della famiglia. Le 143 pagine delle motivazioni sono una cronaca dell'orrore. A partire dai 275 mila messaggi, trama della persecuzione per una relazione che Giulia aveva deciso di concludere.
Le minacce di Filippo, l'insistenza cieca perché lei interrompesse gli studi per aspettarlo e laurearsi insieme, l'incapacità di lui di accettare che Giulia coltivasse interessi e amicizie. Il tenore dei messaggi è intimidatorio, un tambureggiare pieno di refusi: è concitazione, è rabbia.
giulia cecchettin e filippo turetta 2
Quei messaggi sono lì, uno in fila all'altro. Letterali: «Te la farò pagare per sempre», «Se non mi laureo con te mi suicido», «Se parli con la kki e la bea rovini tutto», «Devi rispondermi o. Non te lo perdonerò mai», «Non ti lascerò un secondo di pace da dopo se non mi rispondi», «Piu allunghi il tempo piu peggiorano le cose. Ti avviso». E l'ultimo: «Noi siamo due morosi vero patatini?».
Poi l'avrebbe uccisa. «L'aggressione è durata complessivamente circa 20 minuti, lasso di tempo durante il quale Giulia Cecchettin ha avuto la possibilità di percepire l'imminente morte», si legge nelle motivazioni. Turetta l'ha colpita al volto, sulle braccia, sulle gambe. Persino a un occhio. Poi si è fermato: «Mi faceva troppa impressione», ha detto.[...]
Del mancato riconoscimento dell'aggravante della crudeltà la famiglia era a conoscenza già dalla lettura della sentenza. Ma vederlo tra le motivazioni ha un effetto dirompente. «Adesso ci vuole abilità per essere assassini crudeli - dice lo zio Andrea Camerotto, arrabbiato e frustrato - ma Turetta rimarrà crudele dentro, anche quando gli daranno permessi e sconto. Lo rimarrà per sempre».
filippo turetta
FILIPPO TURETTA
LA FUGA DI FILIPPO TURETTA
giulia cecchettin e la sorella elena
FILIPPO TURETTA
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