guido crosetto
Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per repubblica.it
Non manca tra gli analisti chi si chiede quanto vivrà ancora, il capo dei mercenari Wagner Yevgheny Prigozhin, dopo la dichiarazione con cui ha definito l’esercito russo “una bolla d'aria scoppiata” e l’invasione dell’Ucraina un’occasione per arricchire i corrotti. O magari quanto sopravviverà lo stesso Putin, se fra i suoi collaboratori più stretti serpeggiano simili rivalità.
Più concretamente il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, venuto in visita al Pentagono per incontrare il collega Lloyd Austin, nota che l’ex "cuoco" del capo del Cremlino “ha aperto una ferita nella narrativa russa, ha squarciato un velo di omertà e di disinformazione. È un elemento di rottura in quello che finora sembrava un monolite russo”. Quale impatto avrà sul futuro della guerra, o se possa rappresentare l’inizio di una ribellione, è ancora tutto da vedere, ma forse è un segnale più importante delle difficoltà incontrate finora dalla controffensiva di Kiev.
prigozhin
Ricevendo Crosetto al Pentagono, Austin ha detto che “l'Italia è un alleato fondamentale sul fianco sud della Nato. Apprezziamo il suo robusto contributo per la sicurezza nel mondo, in ambito Nato, Ue e Onu, con la partecipazione a molte missioni internazionali, dai Balcani all'Artico, dal Medio Oriente all'Africa e ora all'Indo-Pacifico”. Il ministro della Difesa ha risposto che “l'Italia non ha mai pensato un momento da che parte stare nel conflitto ucraino e continua a sostenere Kiev anche con governi diversi”.
vladimir putin parla alla nazione dopo il colpo di stato di prigozhin
Incontrando poi i giornalisti, Crosetto ha chiarito che “da Austin non ci sono state altre richieste, se non considerazioni sui possibili sviluppi del conflitto. Non si è parlato della coalizione aerea perché l'Italia ha escluso la sua partecipazione. Austin ci ha chiesto solo di continuare con la strategia attuale per aiutare Kiev a difendersi”. Il ministro ha detto che al momento non c’è allo studio un nuovo pacchetto di forniture militari, ma si è augurato che “il prossimo venga dopo la fine della guerra e sia finalizzato alla ricostruzione di questo paese distrutto”.
prigozhin minaccia putin
Crosetto ha spiegato che “il dialogo comincerà quando il rumore delle bombe cesserà, e quando finiranno di arrivare i missili russi”. Forse un accenno agli aiuti che l’Italia ha dato per la difesa aerea, che magari potrebbero rafforzarsi in futuro. Sulle difficoltà incontrare dalla controffensiva, ha aggiunto che “non avevo bisogno di leggerle nei fatti, avevo già manifestato le mie preoccupazioni a Zelensky. Le protezioni russe sono rilevanti, i russi sono di più, e quindi non c'è nulla di nuovo rispetto a quello che ci si aspettava. Le difficoltà erano note a tutti”. È presto però per dare un giudizio sull’esito della controffensiva, e la speranza resta che gli eventuali successi di Kiev convincano Mosca a negoziare sul serio una via d’uscita diplomatica, perché se finora non è stata possibile la causa resta l’intransigenza di Putin. Crosetto però ha cercato anche di smentire la propaganda del Cremlino, secondo cui la Nato e l’intero mondo occidentale complottano per annientare il paese: “La fine della guerra è l'Ucraina libera, non la sconfitta della Russia”.
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