• Dagospia

    CRUCCHI E BACUCCHI - DEUTSCHE BANK NEGLI USA NON SUPERA GLI STRESS TEST - MENTRE 34 DEI 35 ISTITUTI PRESI IN ESAME SONO STATI PROMOSSI DALLA FED CHE HA APPROVATO I DIVIDENDI E I BUYBACK PROPOSTI, LA DIVISIONE USA DELL’ISTITUTO TEDESCO, AL CENTRO DA ANNI DI UNA SERIE DI SCANDALI E DI STRASCICHI GIUDIZIARI, È STATA L'UNICA AD ESSERE STATA BOCCIATA


     
    Guarda la fotogallery

    Christian Sewing Deutsche Bank Christian Sewing Deutsche Bank

    Walter Rauhe per “la Stampa”

     

    La crisi della Deutsche Bank sta assumendo proporzioni sempre più imbarazzanti. Per la seconda volta consecutiva la divisione statunitense del principale istituto di credito tedesco non ha passato gli stress test della Federal Reserve, in questo caso quelli riguardanti la qualità della gestione e i piani di capitale delle principali banche. Mentre 34 dei 35 istituti presi in esame sono stati promossi dalla Fed che ha approvato i dividendi e i buyback proposti, la già travagliata divisione Usa di Deutsche Bank - al centro da anni di una serie di scandali e di strascichi giudiziari - è stata l' unica ad essere stata bocciata.

     

    L' esame Nel loro esame qualitativo i supervisori della Fed hanno riscontrato «ampie carenze» nei sistemi interni di controllo della banca tedesca e nella gestione dati.

    Una delle conseguenze della bocciatura sarà una limitazione dei profitti che la filiale nord americana potrà rimpatriare a vantaggio della casa madre a Francoforte. Una limitazione piuttosto dolorosa per Deutsche Bank se si considera che da due anni consecutivi i bilanci dell' istituto sono ormai in rosso e che la divisione statunitense rappresentava uno dei rami della banca ancora proficui.

    DEUTSCHE BANK DEUTSCHE BANK

     

    Considerata un tempo come una delle principali colonne portanti della solidità, affidabilità e potenza dell' economia e della finanza Made in Germany, Deutsche Bank si è trasformata negli ultimi anni in una sorta di paziente malato ed è diventata sinonimo delle nuove incertezze e crisi d' identità che stanno colpendo la Germania intera e questo, paradossalmente, in un periodo di forte crescita, record occupazionale, surplus di bilancio e benessere.

     

    Se a vacillare sono persino la cancelliera Angela Merkel e gli ex campioni del mondo di calcio del ct Joachim Löw - spazzati via dal torneo mondiale in Russia dai sud coreani come si si fosse trattato di una squadra di principianti da oratorio - non stupisce più di tanto se a rischiare di crollare è anche un mito come quello di Deutsche Bank, paragonabile un tempo alla solidità del maggiolino di casa Volkswagen e al prestigio di una scintillante Mercedes-Benz. Tempi passati.

    john cryan deutsche bank john cryan deutsche bank

     

    Dall' inizio dell' anno il titolo di Deutsche Bank ha perso ben il 41% del suo valore crollando al di sotto della soglia psicologica di 10 euro. Appena un mese fa il Wall Street Journal aveva rivelato che già l' anno scorso la Fed aveva definito come «problematiche» le condizioni delle attività americane di Deutsche Bank e in grado di provocare reazioni sistemiche negative nel settore bancario.

     

    L' origine dei mali Il principale istituto tedesco non si è mai veramente ripreso dalle conseguenze dello scandalo Libor, scoppiato nel 2015 negli Stati Uniti attorno alla manipolazione truffaldina dei tassi di riferimento dei mutui sulle case, uno scandalo costato alla banca oltre 2,5 miliardi fra multe e risarcimenti.

     

    Nell' aprile di quest' anno lo sfortunato John Cyran è stato costretto a dimettersi in anticipo dal suo incarico di amministratore delegato lasciando il posto a Christian Sewing.

    i credit default swap di deutsche bank dal 2011 a oggi i credit default swap di deutsche bank dal 2011 a oggi

    La cura dei tagli Oltre ad annunciare il licenziamento di oltre 7mila dipendenti, il nuovo Ceo sembra intenzionato a ridurre le attività statunitensi e di trading del gruppo Deutsche Bank per tornare a concentrarsi sul mercato tedesco e su quelli europei.

    Una strategia che finora non sembra però aver convinto gli analisti.

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport