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Giuseppe Cruciani per Libero Quotidiano
Lo scandalo non è Libero, ma quelli che lo vogliono chiudere, i sinistri antidemocratici che sperano di spegnere la diversità, i benpensanti che chiedono l' intervento pure dell' Onu per liberare l' Italia da questa (presunta) sozzura fascista e razzista. Vi riporto le parole di un giornalista Rai di Report, tal Casalini, oggetto ovviamente Vittorio Feltri, pubblicate su Facebook:
«Uno che ha la responsabilità di influire sul pensiero di migliaia di persone e scrive delle porcate del genere che sconvolgono la cultura prima ancora che l' etica va radiato, cacciato, gli va impedito di fare questo tipo di danni. Che credo siano anche reato». E poi: «Si sono aperte le fogne del pensiero... Deve essere fermato... È reato penale». Eccone un altro: «Libero deve scomparire e i responsabili processati per istigazione a delinquere». Ancora: «Basta, qui bisogna applicare la legge Mancino, non devono più scrivere». E il patibolo no?
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Ma sono solo piccoli esempi di quello che è accaduto in rete in questi giorni. Molte persone che conosco, quando è venuta fuori la storia dei carabineri di Firenze e del presunto stupro, se ne fottevano allegramente della sorte delle due ragazze americane ma erano felici di poter (secondo loro) sputtanare codesto foglio. Hai visto, mi ha detto uno alla radio, non sono solo gli stranieri a stuprare ma pure gli italiani, e adesso come la metteranno quelli di Libero?
C' è in giro gente che gode: finalmente violentatori nostrani, che bello, abbiamo fregato quei maiali di Feltri e compagnia. Devo confessarvi una cosa, cari lettori di questo giornale corsaro che ogni tanto indegnamente mi ospita: provo vergogna per loro, mi fanno schifo i vari Ordini, burocrazie e Associazioni del nulla che invece di prendersela con gli antidemocratici che vorrebbero la cancellazione di un quotidiano colpevole di raccontare (a modo suo) i fatti, cianciano parole inutili su antifascismo e razzismo. Conosco personalmente la stragrande maggioranza dei giornalisti e degli opinionisti che si esercitano su queste pagine, ebbene nulla hanno a che vedere con pensieri violenti, sessisti e nessuno ha in odio i neri o gli extracomunitari.
FELTRI
Colpisce invece che i cosiddetti moralizzatori del web, quelli che ogni secondo puntano il dito contro le parole violente dell' Internet, nulla abbiano da dire su questa ridicola campagna per dipingere Libero come una sezione del Ku Klux Klan. Diciamolo: non c' è da aver timore di una ridicola marcia su Roma, che tanto ha fatto indignare i "democratici", ma di chi non sopporta una voce fuori dal coro.
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Ma qui si continua a combattere. In fondo, come usa dire, la situazione è seria ma non grave.
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