Carlotta Scozzari per Dagospia
RENZI-HOLLANDENiente da fare: a pensare male, si direbbe che ai "cugini" francesi non vada proprio giù che gran parte dei ricavi dall'introduzione oltralpe dell'ecotassa per i tir possa finire in mani italiane. E in particolare in quelle di Atlantia, la società delle autostrade della famiglia Benetton.
Il gruppo nostrano, infatti, attraverso Autostrade per l'Italia, è azionista di maggioranza al 70% di Ecomouv, il consorzio incaricato di riscuotere il balzello pensato dal precedente governo di François Fillon che dal primo gennaio sarebbe dovuto diventare obbligatorio per i mezzi oltre le 3,5 tonnellate in transito sulla rete stradale francese. Il contratto siglato nel 2011 prevedeva investimenti per circa 650 milioni di euro e introiti complessivi pari a 2,8 miliardi nel corso dei 13 anni e tre mesi di durata della concessione.
Ma la tassa non è (ancora?) entrata in vigore, poiché lo scorso autunno l'esecutivo di Jean-Marc Ayrault, complice anche la dura protesta dei camionisti della Bretagna, ha deciso di sospenderla in attesa di rinegoziare il contratto abbassando gli oneri per i contribuenti. Da lì in poi è partito un confronto serrato tra la Francia di François Hollande e il consorzio di privati (oltre ad Atlantia, il 30% della società per la riscossione dell'ecotassa è in mano alle società transalpine Thales, Sncf, Sfr e Steria).
E il culmine, secondo quanto scoperto da Dagospia, è stato raggiunto proprio qualche giorno fa, il 20 marzo, quando il ministro dei Trasporti francese, Frédéric Cuvillier, in una lettera, ha comunicato a Ecomouv "che sussistono, ad avviso del governo, gli estremi per la rescissione contrattuale per effetto di ritardi superiori a sei mesi, rispetto alla data inizialmente prevista di consegna del dispositivo" da installare a bordo dei veicoli, e cioè il 20 luglio 2013.
JEAN MARC AYRAULTSempre il 20 marzo, il ministero di oltralpe ha invitato Ecomouv a un incontro di negoziazione per il 22 dello stesso mese per mettere a punto il nuovo contratto. Il consorzio capitanato dall'Atlantia guidata da Giovanni Castellucci, dal canto suo, "confortato da pareri legali autorevoli, con lettera del 21 marzo 2014, ha contestato integralmente la fondatezza dei presupposti invocati dal Ministero dei Trasporti e in particolare: la sussistenza di un ritardo imputabile a Ecomouv di oltre 6 mesi, l'applicabilità della risoluzione contrattuale per inadempimento (...) e la strumentalità della prospettata sanzione, in connessione con il contestuale invito a Ecomouv a negoziare un accordo, al fine di ottenere condizioni di negoziazione inique per quest'ultima".
Il consorzio aggiunge inoltre di essersi riservato "di far pervenire le proprie osservazioni nei termini previsti e di procedere a ogni azione legale a tutela dei propri diritti". Ecco perché Atlantia, con i propri consulenti legali, sta predisponendo le azioni, "anche di carattere giudiziario, da avviarsi a tutela dei diritti, qualora la negoziazione in corso con il Ministero dei Trasporti non consenta la sottoscrizione di un accordo che tuteli le legittime aspettative di Ecomouv".
IL CAPOGRUPPO PS JEAN MARC AYRAULTLa società guidata da Castellucci, "anche sulla base di concordi pareri rilasciati dai propri consulenti, considerando destituito di ogni fondamento l'avvio della procedura di risoluzione del contratto comunicatole, a fronte dei possibili scenari, ritiene (...) di non dover eseguire alcun accantonamento in bilancio valutando sostanzialmente recuperabili le attività nette iscritte riconducibili al progetto Eco-Taxe".
Atlantia, nel proprio bilancio del 2013, non manca di fare notare che "il quadro politico e sociale francese resta complesso e lo scenario di applicazione futura della tassa si presenta incerto e soggetto a evoluzioni, rispetto alle quali potranno essere applicati i meccanismi di tutela previsti dal contratto e/o del protocollo d'accordo in corso di negoziazione".
Lo scorso autunno, quando erano emerse le prime tensioni tra consorzio e governo francese, sembrava che Ecomouv avrebbe potuto chiedere una penale da 800 milioni per la rescissione del contratto. Dal bilancio di Atlantia si apprende che la società nel 2013 aveva investito 287 milioni nel progetto Eco-Taxe in Francia. Per Ecomouv, in forma di finanziamento "ponte", la Cassa depositi e prestiti ha staccato un assegno da 582 milioni di cui 441 milioni sono già stati utilizzati.
Al 31 dicembre 2013, nell'ambito della fase di progettazione e allestimento del servizio per la riscossione della tassa, il consorzio aveva completato investimenti per 627,8 milioni. Una cifra non da poco, che giustifica la battaglia legale che Ecomouv è intenzionata ad avviare.