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    CULATELLO A FETTE - IL PD RISCHIA L’EFFETTO-TENAGLIA: BERLUSCONI ANTITUTTO E MONTI ANTIVENDOLA - ALTRO CHE “TERZIETA’”! LA TERZA ETA’ BOCCONIANA ENTRA GIA’ A GAMBA TESA - BERSANI DEVE DARE “RASSICURAZIONI” (LEGGI: CHIEDERE IL PERMESSO DI VINCERE) ALLE CANCELLERIE EUROPEE E A VAN ROMPUY - NICHI ALL’ASSALTO: “PER ME DA OGGI C’E’ SOLO L’AGENDA BERSANI” - FUTURI MINISTRI TECNICI NEL LISTINO PROTETTO? AH SAPERLO…


     
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    Federico Geremicca per La Stampa

    NICHI VENDOLA E PIERLUIGI BERSANINICHI VENDOLA E PIERLUIGI BERSANI

    La parola d'ordine - tacita, non concordata e in fondo perfino comprensibile dopo tutto quel che è accaduto - è "aspettiamo". Non una battuta di commento alle agenzie di stampa; e nemmeno sui diversi social network. Al massimo, quando è ormai sera, un laconico tweet di Enrico Letta: «Napolitano scioglie le Camere. Finalmente il sipario». Ma su Monti e sul ripensamento in atto (circa la ventilata sua discesa in campo) prudenza e silenzi.

    Non è che il Pd - e Bersani in persona - non credano alla possibilità di un dietro-front del Professore, e quindi al permanere della sua "neutralità": il fatto è che non credevano nemmeno possibile che SuperMario immaginasse di accantonarla, quella "terzietà" (e invece ci si è andati vicinissimi...). Così, per lo stato maggiore pd diventano dirimenti le cose che Monti dirà oggi, pubblicamente, prima nella conferenza stampa di fine anno e poi a "In 1/2 ora", da Lucia Annunziata. I democratici, insomma, tirerebbero volentieri un sospiro di sollievo: ma aspettano che sia Monti ad annunciare che davvero non sarà in campo. Né direttamente né indirettamente...

    BERSANI MONTIBERSANI MONTI

    Questo, per altro, renderebbe percorribile la via che il Pd auspica da tempo: e cioè la possibilità di utilizzare, dopo il voto, le competenze e l'autorevolezza di Monti. Ancora ieri, del resto - e proprio a "La Stampa" - Bersani ha ribadito il suo punto di vista: «Se Hollande apprezza il governo Monti, figuriamoci io che l'ho sostenuto! Monti è stato bloccato da una maggioranza singolare. La politica darà invece una maggioranza univoca: quindi andremo oltre Monti senza, spero, perdere il suo contributo...».

    Enrico LettaEnrico Letta

    Dunque, andare oltre Monti senza però perdere Monti. La nuova trincea elettorale del Pd va quindi definendosi: è certamente un passo in avanti, ma non significa certo che gli ostacoli siano finiti. Si potrebbe perfino dire che, per certi versi, i problemi cominciano adesso: e originano, come era prevedibile - visto che è già accaduto in passato - dal profilo delle alleanze in vista del voto. E più in particolare dal rapporto con Nichi Vendola.

    Napolitano ha incontrato anche Bersani e CasiniNapolitano ha incontrato anche Bersani e Casini

    Se infatti Bersani non fa mistero di sperare ancora nella possibilità di un rapporto con Monti, il governatore della Puglia su questo è lapidario: «Per me da oggi c'è solo l'agenda Bersani... ». E ancora: Monti «ha collocato il suo protagonismo politico nel recinto del popolarismo europeo e si candida a essere punto di riferimento di un blocco conservatore...». Ora, se si considera che ancora ieri fonti vicine a Herman Van Rompuy spiegavano che «il Presidente ha già detto che il prossimo governo italiano non ha altra scelta che continuare le stesse politiche del governo Monti», si capisce come la faccenda rischi di farsi complicata.

    Infatti, tra un Pdl che è già partito all'attacco di Monti (e dell'Imu, e dell'Europa e della politica fiscale) e i gruppi di centro che sposano in toto l'agenda Monti, il Pd dovrà ritagliarsi uno spazio "centrale" che non sarà però facile riempire di contenuti proprio in ragione della posizione di Vendola. Non a caso, la campagna contro la presunta "inaffidabilità" dell'alleanza Pd-Sel è già partita: e per contrastarla potrebbero non bastare delle semplici dichiarazioni. Bersani lo sa: e infatti sta ragionando sulle contromisure.

    bersani_napolitanobersani_napolitano

    Ancora qualche rassicurazione alle cancellerie europee; poi un programma che non stravolga la linea di rigore fin qui seguita; e infine gli uomini che quel programma dovranno realizzare, in caso di vittoria alle elezioni. Una squadra di governo che sia di per sè una garanzia. Presto, naturalmente, per annunciarla. Ma non troppo presto, forse, per inserire alcuni dei possibili ministri nel tanto discusso "listino dei sicuri". Bersani ci sta pensando. Potrebbe rivelarsi una mossa efficace e ad effetto. E non è detto che, dopo i tanti azzardi di questo fine legislatura, il leader pd non ci provi davvero...

     

     

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