Estratto dell’articolo di Fabrizio D’Esposito per il Fatto Quotidiano
d'alema conte
Massimo D'Alema è in partenza per l'Albania. "Collaboro con quel governo". A dicembre, poi, andrà in Messico e di lì in Brasile, dove incontrerà Lula a San Paolo. "Spero vincitore (il ballottaggio è il 30 ottobre, ndr). Mi ha detto: 'Comunque ci abbracceremo sia che vinca sia che perda'. Io sono andato a trovarlo da presidente ma anche in carcere. In fondo, sono un vecchio comunista". Presidente parliamo dell'Italia. "Già l'Italia".
La destra ha vinto.
La destra ha preso 12 milioni di voti, gli stessi del 2018, con una forte concentrazione in FdI: un balzo in avanti compensato dal dimezzamento degli alleati. È un risultato sconvolgente, perché la maggioranza parlamentare poggia su un consenso espresso dal 28% dell'elettorato, in termini assoluti.
(…)
MASSIMO DALEMA GIUSEPPE CONTE
I dirigenti del Pd hanno pensato che la fine di Draghi provocasse un'ondata popolare nel Paese, travolgesse Conte e portasse il Pd, la forza più leale a Draghi, a essere il primo partito. Io non so che rapporti abbiano i dirigenti del Pd con la società italiana. Mi domando persino dove prendano il caffè la mattina, perché il risultato ha detto esattamente l'opposto. La scena del voto è stata dominata dai due leader che hanno contrastato Draghi. La tecnocrazia evoca sempre il populismo e la vicenda Monti avrebbe dovuto vaccinare il Pd.
La rottura con il M5S è stata irreversibile.
Un confronto era obbligatorio.
Bisognava fare punto e a capo.
Il Pd ha seguito il piffero magico dell'establishment e dei suoi giornali. Il problema è che le élite economiche e culturali del Paese, quelle che leggono i giornali, non hanno più rapporti con la realtà. Sa che mi hanno detto alcuni vecchi compagni comunisti? Questo: "Votiamo Conte perché i grandi giornali ne parlano male".
Tutto torna. Però è saltata anche l'alleanza con Calenda e Renzi.
In questo Letta è stato fortunato. Quest' alleanza avrebbe portato Conte al 20 per cento.
Dalema Vespa e Conte a Vinitaly
Ma era una coalizione riformista.
Riformismo è ormai una parola talmente ambigua da essere diventata impronunciabile.
Detto da lei, presidente.
Il riformismo era imbrigliare il capitalismo sulla base delle esigenze sociali, un processo di graduale trasformazione in senso democratico.
E oggi?
È imbrigliare le questioni sociali sulla base delle esigenze del capitalismo globale.
Definizione formidabile. Alla fine Conte e i 5S sono stati la sinistra.
d'alema draghi
Vorrei ricordare che i 5S già all'inizio della legislatura avevano scelto il Pd come partner naturale, ma ci fu il diniego dell'allora leader del Pd (Renzi, ndr). Conte ha rifondato e ricollocato i 5S e il Pd ha bisogno di lui perché non intercetta più il voto popolare.
Legga qua (un'analisi dei flussi di Swg, ndr): tra chi ha difficoltà economiche il 29% ha votato Meloni, il 23 il M5S e il 14 il Pd. Il risultato dei 5S è 8 punti sopra la loro media nazionale, quello del Pd 5 sotto. Il voto dei poveri, degli operai si è polarizzato tra la destra e i 5S, il Pd ne prende davvero pochi. Ora bisogna ricomporre il campo largo e fare un lavoro profondo per riguadagnare la passione di chi non vota più. Sapendo che c'è una coalizione democratica e di centrosinistra potenzialmente maggioranza.
Lei consiglia Conte?
Mi capita di sentire Conte, ma io non faccio più politica attiva. È un uomo che ascolta e valuta e ha anche un tratto di grande civiltà personale. Per esempio se viene a sapere che stai male ti chiama e ti chiede: "Come stai?". Qualità rara oggi.
Il Pd è un partito morto?
Non ho la passione per il rito delle autocritiche e non sono più iscritto al Pd. Il centrosinistra sarebbe molto più forte se avessimo avuto un partito socialista e un altro di sinistra cattolica. (…) Le sembra normale che in campagna elettorale una forza di sinistra non abbia mai pronunciato la parola pace?
massimo d alema matteo renzi