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    D'ALEMA FOREVER: "SULLA RAI RENZI BRUTALE COME BERLUSCONI", E GIU' APPLAUSI DALLA PLATEA PD - E RICORDA: "MI SONO DIMESSO DA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DOPO AVER PERSO ELEZIONI IN MODO MENO CATASTROFICO DI MATTEO" - ALLA FESTA DELL'UNITA' DI CATANIA GENTILONI PERDE IL FACCIA A FACCIA CON BAFFINO


     
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    Fabio Albanese per “la Stampa

     

    d'alema 5 d'alema 5

    «Nel paese c'è tanto spazio per il no, ce n'è molto meno nell' informazione, largamente controllata anche dopo l' occupazione brutale della Rai da parte del governo, la cacciata dei dissidenti, cosa che mi ha molto colpito perché solo Berlusconi era arrivato a tanto».

     

    Massimo D' Alema arriva alla festa nazionale dell' Unità, in corso a Catania, e nonostante sia stato invitato a parlare di politica estera con il ministro Gentiloni, punta dritto al referendum costituzionale e al suo «no» convinto: «Vedo che siete tutti interessati alla politica estera», esordisce, ironico, parlando con i giornalisti.

    MASSIMO D'ALEMA IN BARCA MASSIMO D'ALEMA IN BARCA


    E quando gli chiedono come si sente da invitato a una festa dell' Unità costruita sulla ricerca del consenso al «si» per il referendum, ribatte serafico: «La festa è per me un appuntamento a cui partecipo tutti gli anni, da una cinquantina d' anni e non trovo motivi per non esserci. Io non faccio parte di nessuna minoranza, faccio parte di me stesso».

    L' ex premier conferma per il 5 settembre una riunione organizzativa per coloro che sono per il «no», «non solo gente del Pd, ci sono iscritti, non più iscritti ma anche gente mai iscritta al Pd».
     

    Ernesto Menicucci per il "Corriere della Sera"

     

    «Massimo, Massimo». Che non è Decimo Meridio, Il Gladiatore del cinema, ma Massimo D’Alema, che sbarca in Sicilia per la sua prima tappa del tour tra le feste dell’Unità, da nord a sud, passando per Roma dove il 16 settembre incrocerà «le lame» con Roberto Giachetti. Ma chi si aspettava un D’Alema avversario dentro casa sua, forse dovrà ricredersi.

    MASSIMO D'ALEMA MASSIMO D'ALEMA

     

    Al suo arrivo a Catania, nei giardini di Villa Bellini, prima ci sono saluti, selfie, strette di mano e poi, nel confronto col ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, qualche coro e molti applausi. Sia quando parla dei risultati elettorali («la povera gente non ci vota più perché crede che non siamo più in grado di difenderla. Abbiamo vinto ai Parioli perché abbiamo tolto l’Imu ai ricchi...»), sia sul referendum costituzionale. Il moderatore, Claudio Cerasa, chiede al pubblico come voterà e le mani per il No sono di più.

     

    Gentiloni prova a cucire: «Una spaccatura non conviene neppure a D’Alema. Se vorrà si presenterà al congresso contro Renzi». L’ex premier ribatte: «La lettura del referendum, volete me o D’Alema, l’ha data Renzi. Io non cerco poltrone: mi sono dimesso da presidente del Consiglio dopo aver perso elezioni in modo meno catastrofico di Renzi».

    roberto giachetti roberto giachetti

     

    Esiste una vita oltre il Pd? «Non dipende da me». Risponda tranquillamente, gli dice Cerasa. E lui: «Qui non devo essere garantito da nessuno». Poi giù su Renzi, che è diventato «un politico normale, anche sulla lottizzazione della Rai», che vuole cambiare la Costituzione «senza aver vinto le elezioni, con una maggioranza raccogliticcia», che ha perso «un milione di voti e molti hanno scelto Cinque Stelle contro di lui, non perché amino Grillo», che ha vinto «solo contro Enrico Letta». Gentiloni scherza: «Avevo capito che volevi il Renzi delle origini... Ma anche se il segretario sbaglia, non possiamo chiamarci fuori dalle campagne elettorali».

     

    RENZI GENTILONI RENZI GENTILONI

    Il riferimento è a Roma e D’Alema replica: «Avevo delle perplessità sulla candidatura di Giachetti, ma è lui ad aver detto: “D’Alema porta iella”. Quella candidatura era un errore, il risultato è stata una catastrofe». Gentiloni controreplica: «Sai quanti errori ho sostenuto io... Bisogna votare i candidati Pd». E D’Alema: «L’ho fatto, ma ero tra i pochissimi...».

     

    I due lasciano il fioretto e si scambiano colpi. D’Alema attacca sui rapporti «ventennali» tra Verdini e Renzi, Gentiloni risponde con l’Udeur, Mastella (e strappa applausi anche lui) e la bicamerale con Berlusconi. D’Alema ribatte ancora («l’Ulivo aveva vinto le elezioni») e qui i sostenitori di Gentiloni si fanno sentire.

     

    RENZI MARCHIONNE RENZI MARCHIONNE

    D’Alema chiude: «Non faccio scissioni. Le hanno già fatte gli elettori. Col Sì è schierato anche Marchionne». E Gentiloni: «La maggior parte del Pd è per il Sì». Ululati dal pubblico: «Va bene, magari non la maggioranza di questa platea». Alla fine, niente stretta di mano anche se i due restano a parlottare. In giro per la Festa, a Catania, niente banchetti dell’Anpi.

     

    Ma le polemiche sono a Firenze: «Il Pd — dicono all’Anpi — ci ha detto che non è conciliabile la compresenza di opinioni opposte». La replica: «Nessun veto, abbiamo solo chiesto rispetto delle nostre posizioni». Il disgelo dei giorni scorsi sembra incrinarsi di nuovo, anche se — proprio a Catania — si sta pensando di organizzare il dibattito tra Matteo Renzi e Carlo Smuraglia, presidente dell’Anpi nazionale, l’11 settembre.

     

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