Anticipazione da “Oggi”
Giordano Bruno Guerri
Giordano Bruno Guerri, storico e da presidente della casa museo del Vittoriale di Gabriele d’Annunzio, in un’intervista sul settimanale “Oggi” da oggi in edicola dice: «Più vado avanti, più mi convinco che d’Annunzio sia stato avvelenato».
La diagnosi di ictus, pronunciata il 1° marzo 1938, davanti al corpo di d’Annunzio, accasciato senza vita al tavolo da lavoro, secondo lo storico avrebbe meritato e meriterebbe qualche approfondimento in più: «Dovremmo riesumare la salma e accertare la causa di morte, ma non credo me lo lascino fare».
giordano bruno guerri
Guerri, ora in libreria per Rizzoli con “D’Annunzio – La vita come opera d’arte”, ritiene che il Vate possa aver pagato con la morte l’opposizione all’alleanza con la Germania di Hitler da lui definito «l’Attila imbianchino»: «La sua ultima uscita pubblica è nel 1937 alla stazione di Verona, va incontro a Mussolini che rientra da un viaggio in Germania e cerca di convincerlo a lasciar perdere il Fuhrer. La cosa era risaputa e qualcuno potrebbe aver deciso di tappargli la bocca».
GABRIELE D ANNUNZIO 2
Nell’intervista a “Oggi”, Guerri agita più di un sospetto attorno alla figura di una governante altoatesina, Emma, che nello stesso periodo «prende in pugno la situazione, diventa la partner di giochi erotici del poeta, e di fatto accompagna d’Annunzio nel suo declino, fino alla morte».
L’avvelenamento è solo un’ipotesi. «L’ictus», aggiunge Guerri, «potrebbe essere stato causato da una serie di eccessi. Spingere un uomo anziano e debilitato a esagerare col sesso, ma soprattutto con la cocaina equivale a ucciderlo. La cosa strana è che nel 1941 la donna riapparirà non a Bolzano, la sua città, ma a Berlino».
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