Maria Teresa Cometto per "CorrierEconomia - Corriere della Sera"
Google soffre i dolori di una crescita incredibile, che in pochi anni l’ha portata a valere in Borsa più di Coca-Cola e Bank of America insieme, ma che ora, per la prima volta, è in frenata. Ed è messa in discussione anche da chi, come l’Antitrust europeo, teme che il potere di Google sia diventato eccessivo, dominante com’è fra i motori di ricerca su Internet e fra i sistemi operativi degli smartphone .
Così il suo co-fondatore e attuale ceo (amministratore delegato) Larry Page, 41enne, la butta in filosofia e promette non più solo di «non essere cattivo» - Don’t Be Evil è la missione originaria di Google -, ma addirittura di affrontare e risolvere i problemi esistenziali dell’umanità come le malattie della vecchiaia e la schiavitù dei lavori ripetitivi. Riuscirà in questo modo a placare le critiche e a rilanciare la sua creatura in nuovi campi?
Alti e bassi
Non tutte le iniziative che Larry Page ha preso da quando è tornato alla guida di Google, tre anni e mezzo fa, hanno avuto successo. L’acquisto del produttore di telefonini Motorola per 12,5 miliardi di dollari è stato un flop (pochi mesi fa l’ha rivenduta a Lenovo). Scarsi i risultati anche del tentativo di far concorrenza al social network Facebook con Google+. E sul fronte dei servizi «nella nuvola» Google è molto indietro rispetto al leader Amazon.com .
larry page sull aereo privato jpeg
Ora Page ha deciso di delegare più funzioni operative al suo numero due Sundar Pichai per dedicarsi ai «grandi problemi», occupandosi in particolare delle controllate Nest (apparecchi per la «casa intelligente»), Calico (biotecnologie) e Google X (robotica e altri progetti speciali).
Il ritardo di Lollipop
Pichai, 42 anni, è quindi ora responsabile del motore di ricerca, di tutte le applicazioni da Gmail alle mappe, del design dei telefoni e tablet Nexus e dei laptop Chromebook , del sistema operativo Chrome per i pc e di quello per apparecchi mobili Android. L’ultima versione di quest’ultimo, chiamata Lollipop, doveva essere disponibile la settimana scorsa ma ha avuto problemi e il lancio è stato rinviato ai prossimi giorni.
Proprio Android è uno dei punti dolenti di Google. La crescita della sua adozione fra gli utenti di smartphone sembra aver raggiunto il tetto, anzi nel terzo trimestre 2014 si è verificata una lieve flessione: la sua quota di mercato è scesa dall’85 all’84%, il primo calo della sua storia. Google regala Android ai produttori di telefonini, perché guadagna dalla pubblicità generata dall’utilizzo delle sue applicazioni.
LARRY PAGE AL GOOGLE I-O
È un modello di business che ha funzionato benissimo fino a ieri, in particolare grazie all’ascesa della coreana Samsung che con i suoi Android Galaxy un anno fa era arrivata a controllare un terzo del mercato globale. Ma ora la redditività di quel modello è messa a rischio dal calo di popolarità dei Galaxy, incalzati dall’emergere dei concorrenti cinesi. In particolare Xiaomi sta scalando la classifica globale dei produttori con apparecchi Android che non hanno pre-installate le app di Google, ma sono personalizzati con un sistema continuamente aggiornato dagli stessi utenti.
I problemi di Android possono accentuare il rallentamento della crescita del fatturato di Google, che dipende sempre in larga parte dalla pubblicità. Dopo una lunga serie di trimestri in cui il numero di clic (la visione di annunci pubblicitari) pagati aumentava del 30% e il fatturato di oltre il 20%, l’ultimo bilancio trimestrale ha deluso le aspettative degli analisti con una crescita rispettivamente solo del 17% e del 19%. Mentre i profitti sono calati del 5,2% non solo per le operazioni straordinarie (la vendita di Motorola), ma anche per il forte aumento di investimenti in infrastrutture e nuove iniziative.
GUNTHER OETTINGER
Visioni europee
Sul futuro di Google ora pende anche la minaccia del nuovo commissario per l’Economia digitale dell’Unione Europea, il tedesco Günther Oettinger, di imporre una speciale «tassa Google» per proteggere la proprietà intellettuale degli operatori europei dall’uso gratuito che attualmente ne fa la società americana. Oettinger è anche un forte sostenitore della necessità di riaprire i procedimenti antitrust dell’Ue contro il dominio di Google come motore di ricerca e come sistema operativo degli smartphone . «Accogliamo con piacere lo scrutinio sulle nostre pratiche», ha dichiarato al Wall Street Journal Pichai.
Intanto però Google deve fare i conti anche con un crescente malumore degli azionisti, che quest’anno hanno visto i suoi titoli rimanere al palo mentre la media del Nasdaq (la Borsa specializzata nell’high-tech) si è rivalutata del 12%. C’è chi chiede a Google di distribuire con un dividendo almeno una piccola parte del mucchio di cash accumulato nelle sue casse: 62 miliardi di dollari alla fine del terzo trimestre, 100 miliardi stimati entro fine dicembre.
GUNTHER OETTINGER
Ma Page gode di superpoteri grazie ai diritti di voto delle azioni privilegiate che possiede e quindi può ignorare le proteste degli altri azionisti e usare il cash per i suoi grandi progetti. Almeno fino a quando le sue ambizioni non si scontreranno con la realtà del mercato.