Cecilia Mussi per il corriere.it
FACEBOOK INSTAGRAM RUSSIA PUTIN
In Russia da lunedì 14 marzo non funzionerà più Instagram. E dopo lo stop di tantissimi profili presenti sui social “occidentali” come Facebook o Youtube, i controlli che vengono effettuati dalla polizia sugli smartphone dei cittadini, i russi potrebbero rimanere isolati (virtualmente) dal resto del mondo.
Il condizionale è d’obbligo perché nella Federazione è ancora attivo Yandex, il colosso tech che gestisce il motore di ricerca più usato e conosciuto del Paese. L’azienda, dopo le notizie degli ultimi giorni sul blocco dei servizi delle Big Tech, ha lanciato l’allarme di un possibile default, dato che il titolo è stato sospeso dalle negoziazioni sulla Borsa di New York. In un comunicato, Yandex, che ha sede legale nei Paesi Bassi ma ha il quartier generale nella capitale russa, ha affermato di non essere stata presa di mira dalle sanzioni.
Yandex 3
Ha anche spiegato, però, che se le negoziazioni venissero sospese per più di cinque giorni, i proprietari di alcune obbligazioni potranno legalmente riscattare il proprio debito con gli interessi. Nata nel 1997 come motore di ricerca, Yandex negli anni è diventata l’azienda del settore tecnologico più sviluppata in Russia, (secondo dati della stessa società, nell’ultimo trimestre del 2021 rappresentava oltre il 60% delle ricerche su Internet del Paese). Il suo successo è arrivato dopo che il gruppo si è aperto anche ad altri settori, dai pagamenti digitali al servizio mail, dalla consegna a domicilio di cibo alla prenotazione di taxi, fino alle traduzioni online.
Se Yandex dovesse davvero fermarsi, per i cittadini russi rimarrebbero poche modalità di contatto virtuale con i propri concittadini e con il resto del mondo. E questo, se il Paese dovesse davvero scollegarsi dalla rete internet mondiale, sarebbe da aggiungere all’effettivo funzionamento di RuNet, la rete internet sovrana proposta già nel 2014 e dal 2019 in fase di test in alcune città.
Yandex 2
All’inizio dell’invasione russa era stata l’Ucraina a chiedere l’isolamento tecnologico di Mosca, inviando una lettera all’ICASS (Internet corporation of assigned names and numbers, ente internazionale che assegna gli indirizzi Ip) per applicare delle sanzioni al Dns (sistema dei nomi di dominio) russo. Questo sarebbe servito a bloccare la propaganda attraverso i principali sistemi di comunicazione. Un obiettivo parzialmente condiviso da Anonymous, il collettivo di hacker che da settimane sta sfidando la censura di Putin con oscuramento di tv di stato o con cyber attacchi ai siti governativi.
Yandex
Tornando a RuNet, la sua nascita è stata formalizzata da una legge della Duma del 16 aprile 2019 e, una volta attiva, sarebbe supervisionata dal Roskomnadzor (il servizio federale per la supervisione delle comunicazioni) e obbligherebbe i provider russi di servizi internet a disconnettersi da qualsiasi server straniero, affidandosi invece al Dns russo.
Questo porterebbe al controllo di tutti i dati che vengono scambiati online e il Roskomnadzor avrebbe la possibilità di fermare i siti scomodi senza dover informare i suoi proprietari. Dopo un primo stop per il Covid nel 2020, nel 2021 l’avanzamento dei lavori di RuNet è stato nuovamente fermato a causa di malfunzionamenti e sono stati richiesti degli ammodernamenti delle apparecchiature che dovrebbero consentire la trasmissione del segnale.
RUNET
In attesa che RuNet diventi davvero funzionante, lo stop di Instagram, Facebook, Twitter e TikTok, ha obbligato tantissimi russi a spostarsi sui social “di casa”, di cui il più conosciuto è Vkontakte (abbreviato in VK), letteralmente “in contatto”. Molto simile a Facebook, funziona esattamente come il social di Zuckerberg, con bacheche e amici da aggiungere, con cui parlare e scambiarsi messaggi o emoticon. Fondato nel 2006 da Pavel Durov (fondatore anche di Telegram) assieme a Nikolai Durov, Vyacheslav Mirilashvili e Lev Binzumovich Leviev, adesso fa parte del gruppo Mail.ru. Secondo i dati pubblicati dall’azienda, nell’ultimo quarto del 2021 il 76% dei russi lo utilizza.
RUNET
Un altro social molto sfruttato è “Odnoklassniki” (“compagni di classe”). Di proprietà di Vkontakte, è una piattaforma dove guardare e scambiarsi foto, video, cartoline virtuali e emoji tra amici, ma si possono anche fare giochi online. Nato nel 2006, per qualche anno è stato anche a pagamento, salvo poi tornare gratuito per tutti gli iscritti. Adesso si può utilizzare in ben 13 lingue diverse, dall’armeno al turco.
Videogiochi, musica, video e foto sono anche le caratteristiche principali di “Moi Myr”(“il mio mondo”), social che fa sempre parte della galassia Vkontakte. Qui ci si iscrive soprattutto per trovare altri appassionati di videogames e scambiarsi opinioni e commenti sulle ultime uscite. Questo è l’unico, tra i social ”locali”, a cui ci si può iscrivere solo se si possiede un indirizzo email russo (da mail.ru a inbox.ru).
runet il progetto per l'internet sovrano russo 1
Infine, non si può non parlare di Telegram, anche se è “solo” un servizio di messaggistica online. Nato nel 2013 dall’idea dell’imprenditore russo Durov (poi fuggito negli Emirati e che ultimamente ha espresso una parziale posizione di supporto all’Ucraina) insieme a WhatsApp è tra le poche piattaforme con cui, per ora, si possono ancora scambiare messaggi con i cittadini russi senza nessun tipo di censura.
runet il progetto per l'internet sovrano russo 2
E infatti è stato scelto come canale privilegiato dai siti di informazione che sono stati bloccati dal governo di Mosca. Nelle ultime ore è diventato la “via di fuga” privilegiata dei blogger russi (ma anche dai siti governativi, come l’agenzia di stampa Tass) per continuare ad avere un contatto con i propri follower, russi e stranieri.