Estratto dell'articolo di Susanna Turco per l’Espresso
ALAIN ELKANN
Estate militante? No, estate mina vagante. Nella bella stagione politicamente più placida della storia recente, con appena una ministra sulla graticola (Daniela Santanché) e nessuna seria crisi di governo all’orizzonte, una precisa categoria di esternazioni, a ritmo cadenzato, ha inghirlandato come una catena di lampadine colorate i pomeriggi altrimenti abbastanza piatti dei cronisti, dei vacanzieri, del popolo dei social tutto. Una sequenza che ormai fa serie, e forse comincia persino a indicare un senso (non è una buona notizia). Di certo risponde a una necessità.
(...) Cosa avremmo fatto a inizio estate senza Alain Elkann, il cui gesto futurista vale la pena di ricordare, per quanto forse ormai seppellito sotto la valanga degli emuli. A luglio, col suo breve reportage su “Repubblica”, il giornalista e scrittore ha rinvigorito la narrativa di viaggio come nemmeno Goethe ai tempi del “Viaggio in Italia”. Un’idea, ad avercela avuta, da fare la fortuna di un consulente di marketing Trenitalia (o Italo): un bel signore distinto sale su una carrozza Roma-Foggia in piena estate, segue saga.
VANNACCI FACCI ELKANN FASSINO
E infatti 25 luglio, scoccando gli ottant’anni dalla destituzione di Mussolini, nei trend invece che «Badoglio» la parola del giorno era la manzoniana «lanzichenecchi»: soldati mercenari, distruggitori, violenti. E così ha descritto Elkann i ragazzi armati di iPhone, cuffie e lattine di coca: a seguire, un’impennata nella vendita dei biglietti ferroviari e di reportage da ovunque e per ovunque, da parte di signori più o meno stazzonati, intenti a confermare o a smentire la tesi originaria.
(...)
FILIPPO FACCI
E così (sempre in luglio) Filippo Facci, pur assistito da intelligenza e capacità di stare fuori dal coro, non ha saputo invece esimersi dallo sguazzare nel gorgo peggiore della violenza da bar quando ha estratto dal suo armamentario lessicale quella frase terrificante a proposito della coca, del terzogenito di Ignazio La Russa indagato per stupro e della ragazza che lo ha denunciato. È tutt’ora ignoto, ha scritto anche il Foglio, come sia stato possibile che un giornalista con esperienza più che trentennale, curriculum corposo di cronista giudiziario, autore di varie contro-inchieste sugli anni di Mani pulite, sapendo di dover andare in Rai, non si sia fermato nel rileggere quello che aveva scritto (cosa che gli è costata la striscia quotidiana su Raidue).
PIERO FASSINO - ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO FEDERIGHI
Così come ancora non sappiamo perché, pur frequentando il Parlamento da sette legislature, la prima volta nel 1994, l’ex sindaco di Torino ed ex ministro dem Piero Fassino abbia deciso, nel bel mezzo della polemica sull’abolizione del reddito di cittadinanza e alla vigilia della discussione alla Camera sulla proposta dell’opposizione per introdurre il salario minimo, di attirare l’attenzione generale su una questione vagamente meno popolare come lo stipendio dei parlamentari. Una questione che i cinque stelle avevano aizzato nei loro esordi, e Fassino ha voluto rinverdire.
All’inizio di agosto, sventolando in Aula il suo cedolino, ha precisato infatti che il «netto di ciascun deputato è di 4.718 euro al mese. Sono una buona indennità ma non sono stipendi d’oro». La polemica che ne è seguita ha fra l’altro oscurato l’approvazione dell’ordine del giorno di Maurizio Lupi, votato dal centrodestra, per alzare di circa mille euro lo stipendio dei deputati, tra indennità e diaria. Ecco di questo nessuno ha parlato: se ne è lamentato lo stesso Fassino, così definitivamente facendo perdere le tracce delle ragioni del proprio sventolare.
meme sullo stipendio di piero fassino
Nella razza sbroccona dell’estate 2023 c’è infatti questo di speciale: sono persone che di solito non entrano in questo genere di categorie. (...) Come l’ultimo, il caso del generale Roberto Vannacci che a giudicare dai toni della premessa al suo “Mondo al contrario” parrebbe una sorta di estemporaneo Wu Ming di destra, le cui frasi sparate ai quattro venti, dalla descrizione di cosa sia normale all’anatema contro i «servi del pensiero unico», rischiano però - nell’assenza generale di ragionamenti più articolati - di riscrivere i canoni del politicamente corretto, almeno di questa stagione.
Le polemiche politiche che sono sorte nel centrodestra – ad esempio con Crosetto che destituisce e il luogotenente meloniano Giovanni Donzelli che invece sostiene - rappresentano insomma il dettaglio inquietante che il momentaneo sbrocco estivo può farsi in un attimo battaglia di civiltà. E di quale civiltà viene da chiedersi, mentre sullo sfondo continua la saga, e ci possiamo solo immaginare Vannacci, convinto «forse ingenuamente» nelle sue vene «scorra una goccia del sangue di Enea, di Romolo, di Giulio Cesare», che sale in mimetica sul treno con a bordo Elkann in lino blu, per cominciare una conversazione su cosa sia la «normalità». Uniti nella lotta contro i lanzichenecchi con le cuffie.
roberto vannacci a soldati ditalia 2
ROBERTO VANNACCI - VIGNETTA BY MANNELLI ALAIN ELKANN IN TRENO - MEME
vannacci LANZICHE-NECCHI - MEME SU ALAIN ELKANN BY EMILIANO CARLI ALAIN ELKANN - MEME roberto vannacci 3 roberto vannacci a soldati ditalia 1 ALAIN ELKANN IN TRENO PER FOGGIA - MEME BY LUGHINO (SPINOZA) ALAIN ELKANN - LANZICHENECCHI - VIGNETTA VY LE FRASI DI OSHO MEME SULL ARTICOLO DI ALAIN ELKANN DAL TRENO PER FOGGIA ALAIN PROUST - MEME BY EMILIANO CARLI