Alessandro Trocino per Corriere della Sera
CALDEROLI
Giù il sipario. Da ieri è ufficialmente terminata, se mai è cominciata davvero, la corsa dello ius soli in questa legislatura. A decretare la fine, la richiesta di numero legale nell' Aula del Senato da parte del leghista Roberto Calderoli. Il pubblico presente, per contrarietà o per partenza anticipata per le ferie natalizie, è risultato insufficiente e lo spettacolo è stato rimandato al 9 gennaio (ma in quella data le Camere saranno già sciolte).
Tra gli assenti all' appello, tutti i 35 senatori M5S (erano presenti in Aula una quindicina ma hanno deciso di non rispondere), tutti i senatori di Gal, Ala e Lega, quasi tutta Forza Italia, 29 senatori Pd (su 89) e 3 (su 16) di Mdp. Il numero legale è mancato per 33 senatori.
Un finale amaro, per chi ci credeva, ma in larga parte prevedibile. Tra i favorevoli alla legge per la cittadinanza c'erano Pd e sinistra, non la destra, la Lega e i 5 Stelle. Ma anche il Pd è finito sul banco degli imputati, accusato da sinistra di aver perso tempo e di non averci creduto davvero.
ROSATO ZANDA
Che i numeri in Senato non ci fossero, era noto a tutti. Lo aveva spiegato anche Luigi Zanda, presidente dei dem, mentre chiedeva al governo di porre la fiducia. Il tentativo finale è così naufragato, per la gioia di Calderoli: «Colpito e affondato. Morto e sepolto.
Per me è una grande vittoria, perché sono stato io in questi due anni e mezzo, con le mie decine di migliaia di emendamenti a bloccare in Commissione e poi in Aula questa assurda e inutile proposta di legge».
GALLITELLI GASPARRI
Al funerale dello ius soli, non pochi celebranti litigano tra loro, attribuendosi la colpa del decesso. Per Loredana De Petris, di Liberi e Uguali, «la maggiore responsabilità va al Pd, che ha ipocritamente accettato questo calendario. E fondamentale è stato anche il 5 Stelle. Tutti per calcoli di convenienza elettorale meschini, che non tengono conto della tragedia di 80 mila italiani che resteranno senza cittadinanza». Miguel Gotor accusa il Pd per «il suo cinico e ipocrita #iussola». E Maria Cecilia Guerra spiega che «è stata una scelta politica del Pd tenerlo fermo per due anni».
lotti e zanda 81c
Naturalmente il Pd non è d' accordo. Francesco Nicodemo se la prende con i 5 Stelle: «Forse avevano il capitone da friggere. O forse sono uguali alla peggiore destra del Paese». Maurizio Martina spiega: «Sono stati la destra e i 5 Stelle a far mancare il numero legale».
Anche Luigi Manconi, senatore pd, punta il dito sui 5 Stelle: «Sono stati loro, con opportunismo piccino, a far mancare il numero legale».
Manconi era in sciopero della fame da lunedì e con lui i radicali italiani di Riccardo Magi e Emma Bonino, che accusano il Senato di «codardia e opportunismo». Neanche una parola sul blog di Grillo o da esponenti dei 5 Stelle: il tema è controverso nel gruppo, Grillo e Casaleggio sono contrari e con le urne alle porte non è conveniente parlarne troppo.
gotor contestato
L' Unicef, invece, con il portavoce Andrea Iacomini, si incarica dell' orazione funebre: «È stata una pagina incivile per l' Italia». Maurizio Gasparri si arrabbia: «Sono parole vergognose, si insulta il Parlamento italiano». Pietro Grasso, neo leader di Liberi e Uguali, promette: «Sarà il primo impegno della prossima legislatura».