Giorgio Gandola per la Verità
joao mario
- Joao Mario È il campione d' Europa più inconsistente del campionato ed è il simbolo degli errori compiuti dai proprietari dell' Inter (il gruppo cinese Suning) nella prima estate dentro il circo del pallone. Ingaggiato dallo Sporting Lisbona per 40 milioni, oggi ne vale - se va bene - un terzo. Ha impiegato una stagione per ambientarsi in Italia e mezza per convincere tutti di non essere all' altezza di nulla: né incontrista, né trequartista, né esterno alto. Ora il ds Piero Ausilio spera di sbolognarlo al Psg per Javier Pastore in un momento di follia collettiva a bordo Senna. Spalletti, per incoraggiarlo, un giorno disse: «È più forte di Nainggolan». Forse sulla pista da ballo.
andre' silva
2) André Silva L' estate scorsa il Porto lo aveva lasciato partire con molta serenità, convinto dai 40 milioni di Fassone e Mirabelli. Avrebbe dovuto suonare un campanello d' allarme, ma quel centravanti di 22 anni tutto scatti e dribbling sembrava l' ideale per rilanciare il Milan. Bilancio, zero gol e qualche minuto in campionato, 7 reti nelle sfide finora poco più che da oratorio in Europa League. Dopo l' esplosione di Cutrone, il ragazzo potrebbe partire in prestito. Lo cercano il Torino come spalla di Belotti e l' Everton. Dicono.
3) Domenico Berardi L' attaccante del Sassuolo va di corsa, insegue le occasioni perdute. Ha 23 anni e sta vivendo la peggiore stagione della sua carriera.
BERARDI
Involuto, poco reattivo, perdente nel confronto con Falcinelli, è l' ombra del puntero da 25 milioni di euro che tre anni fa (e due e uno) il Sassuolo si rifiutò di cedere prima all' Inter e poi alla Roma. Motivo: non si poteva fare uno sgarbo alla Juventus, che aveva una prelazione mai esercitata. E poi il campanile. Nel senso che il presidente Giorgio Squinzi sentenziò: «Io sono tifoso del Milan, quindi piuttosto che darlo all' Inter me lo tengo». Chissà se il depresso Berardi ringrazia.
4) Nikola Maksimovic «Ho qualcosa di Alessandro Nesta», disse Nikola Maksimovic quando arrivò al Torino. Maurizio Sarri, che lo ha fatto ingaggiare dal Napoli per 25 milioni di euro l' estate scorsa lasciandolo quasi sempre in panchina potrebbe aggiungere: «Il numero di piede». Centrale difensivo incapace di rientrare nei complessi movimenti della retroguardia napoletana, potrebbe finire al Sassuolo in prestito in cambio di Berardi.
GONALONS
5) Maxime Gonalons Era arrivato nella città eterna da due mesi, portato in palmo di mano dal nuovo ds Monchi, e già il centrocampista del Lione (26 anni, neppure virgulto) diceva: «Voglio tornare in Francia».
Troppo difficile imparare le mille variabili del calcio italiano; troppo complicato adeguarsi alle esigenze di Eusebio Di Francesco, che ne farà volentieri a meno adesso nel mercato di gennaio. Un flop totale, con una consolazione non da poco: Lorenzo Pellegrini, prodotto del vivaio, ne vale tre.
6) Riccardo Saponara Battezzato dallo staff tecnico della Fiorentina come il giocatore ideale per non far rimpiangere Federico Bernardeschi, in questi quattro mesi è scomparso dai radar.
Colpa degli infortuni e della cattiva forma, merito dell' esplosione di Federico Chiesa e di Jordan Veretout. Centrocampista di grande tecnica, con un dribbling micidiale, ha nascosto queste armi sotto una coltre di malinconia.
Chi lo conosce spera che torni il Saponara di tre anni fa, quando il penultimo Milan berlusconiano lo faceva esordire con la speranza di vederlo imporsi.
riccardo saponara
Invano.
7) Marko Pjaca Non è colpa sua. L' attaccante croato di 22 anni che aveva battuto la Spagna agli Europei mostrando accelerazioni e potenza pazzesche, nella Juventus non si è mai visto. Prima per il peggiore degli infortuni (rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro), poi perché giocare in questa Juventus è quasi un problema pure per Dybala, figuriamoci per lui. L' ideale per rivederlo su livelli da Frecciarossa sarebbe darlo in prestito. Gente così in panchina si deprime.
8) Giampaolo Pazzini Esultando con le dita sotto gli occhi per dire «Ehi, ci vedete?», il Pazzo ha fatto gol ovunque e a chiunque, soprattutto con la maglia di Fiorentina, Sampdoria, Inter e Milan.
Ora, a 33 anni, si dibatte in una mediocre stagione a Verona, convinto che l' allenatore Fabio Pecchia abbia qualcosa di non risolto nei suoi confronti. Gioca poco, gioca male, diventa triste. Vorrebbe cambiare, magari andare al Torino. Ma il presidente Urbano Cairo lo gela: «Cerchiamo una punta più giovane». In certi casi bisogna essere i primi a capirlo.
NANI ALLA LAZIO
9) Nani Luis Carlos Almeida da Cunha, meglio noto come Nani, sembra non avere più il fiato per pronunciare il suo nome, quindi è difficile immaginarlo lanciato verso le praterie avversarie la domenica pomeriggio. La Lazio lo ha ingaggiato per l' esperienza, per ciò che ancora potrà dare dopo una vita da protagonista al Manchester United e al Valencia. Lui, portoghese nato a Capo Verde, finora ha risposto con pochi minuti e molti selfie nella maglia «7 Nani», nelle sue rilassanti vacanze romane.
10) Henrique Dalbert Per comprarlo dal Nizza, i dirigenti dell' Inter hanno impiegato due mesi di tiraemolla neanche fosse il primo Roberto Carlos. Due mesi e 20 milioni di euro per un terzino che in questo girone d' andata ha fatto la riserva a Yuto Nagatomo e poi a Davide Santon.
Qualche spezzone di partita - in chiaroscuro - e tanta panchina. Per uno straniero non è semplice abituarsi alle sofisticherie tattiche dei nostri tecnici (che non ci impediscono, tuttavia, di venire cacciati a calci dai mondiali), anche Michel Platini impiegò sei mesi prima di capire in quale gabbia di matti fosse finito. Ma la sensazione è che la riserva della riserva non sia, per ora, un fulmine.
bonucci
11) Leonardo Bonucci Ci sarebbe poco da aggiungere al nome e al cognome.
Il centrale difensivo della nazionale italiana, mister 40 milioni, preso dai cinesi milanisti per «spostare gli equilibri», ha fattivamente contribuito con le sue gaffe da Ranocchia prima maniera a spostare i rossoneri nella parte destra della classifica, quella dei derelitti (in chiave scudetto).
Max Allegri, che ha dato il via libera alla sua cessione l' estate scorsa fra le lacrime di qualche tifoso di troppo, si gode Medhi Benatia.
donnarumma bonucci
Allenatore: Sinisa Mihajlovic Il duro, l' uomo da saloon, la tigre di Arkan delle dichiarazioni della vigilia, in questo girone d' andata ha spesso trasformato il suo Torino in un agnello sacrificale, facendo storcere il naso alla tifoseria granata. Non riesce a recuperare il Gallo Andrea Belotti, non riesce a insegnare a M' Baye Niang e ad Adem Ljajic la nobile arte del rientro a centrocampo, non riesce a trasferire la grinta letteraria che dice di avere a gesti dalla nascita.
Così il Toro è una squadra femmina, soprattutto nei derby, dove la Juventus prima passeggia e poi sbadiglia. O viceversa.
ANDRE' SILVA gonalons JOAO MARIO mihajlovic