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    DA “OGGETTO” A “ARMA”: COME LE DONNE HANNO SFRUTTATO IL PROPRIO CORPO PER EMERGERE NELL'HIP HOP - IL GENERE MUSICALE È SEMPRE STATO DOMINATO DAGLI UOMINI E DA CANZONI CHE IPERSESSUALIZZAVANO IL GENERE FEMMINILE - PER SPICCARE NELLA SCENA E FARSI RISPETTARE COME I LORO COLLEGHI MASCHI, MOLTE RAPPER HANNO DOVUTO TRASFORMARE LE LORO “VULNERABILITÀ” IN PUNTI DI FORZA - DALLE “PIONIERE” DEGLI ANNI ’90 FINO AI TEMPI RECENTI... - VIDEO


     
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    Estratto dell'articolo di Alice Michielon per www.alfemminile.it 

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    Nel[…]L’hip hop, […]le donne sono una parte consistente della […] cultura, di cui si festeggia quest’anno il suo 50esimo anniversario. […] nel bene e nel male […] infatti, le donne hanno rivestito importanti ruoli all’interno della cultura hip hop sia per il modo in cui gli uomini parlavano di (e trattavano le) donne nei loro testi e fuori dallo spartito, sia per l’aspetto pionieristico di molta musica hip hop made by women.

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    LE DONNE ALL'ORIGINE DELL'HIP HOP

    Inoltre, l’impennata di musica hip hop attualmente creata dalle donne dimostra come il genere sia passato dall’essere uno strumento di misoginia a uno di autodeterminazione. Il tutto, anche attraverso la sessualizzazione del sé, che dalle mani d’altri passa nelle nostre (non senza, ovviamente, le solite critiche). La sessualizzazione e oggettificazione del corpo femminile ha infatti percorso, all’interno del genere musicale, una complessa giravolta che, in gran parte, segue quella compiuta dal resto della società.

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    […]

     

    SESSUALIZZAZIONE E MUSICA: QUANDO HA AVUTO INIZIO?

     […]

    Vista la considerazione data alle donne nei video e nei testi hip hop più popolari di quegli anni, secondo Michelle Wallace, firma dell’articolo del 1990 Women Rap Back, è naturale notare come molte donne abbiano deciso di utilizzare il genere stesso per elaborare critiche e sviluppare forme musicali di resistenza femminista, parlare di sesso come di atto politico, ribellarsi contro la violenza di genere, fare spazio all’innovazione della body positivity.

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    AUTODETERMINAZIONE IS THE WAY

    Parliamo di Let’s Talk About Sex di Salt-N-Pepa, dei video musicali di Missy Elliot e dei testi sessualmente espliciti di Lil’ Kim e Foxy Brown, per esempio. Istanze politiche che sono sfociate in vere e proprie insurrezioni e, purtroppo, in casi di cronaca reale. Come quando la rapper e giornalista Dee Barnes, vittima di violenza da parte de famoso rapper Dr. Dre; come Faith Evans, che spesso ha raccontato le “turbolenze” del proprio matrimonio con the Notorious B.I.G. […]

    Difatti, secondo l’esperta di femminismo e cultura africane, Msia Kibona Clark, le donne del mondo hip hop degli anni Ottanta e dei primi Novanta erano “sostanzialmente invisibili”, con l’arduo compito di navigare all’interno di un sistema intriso di sessismo e molestie sessuali di ogni tipo[…]

     

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    La direttrice del Center for Black Visual Culture alla New York University spiega che nei libri di storia, le donne del rap appaiono come le eccezioni alla regola, coloro che andavano contro quelli (gli uomini) che stavano effettivamente creando la cultura hip hop. Niente di più falso: “L’hip hop non può raccontare la propria storia da subcultura a monopolizzatore della scena senza riconoscere il proprio rapporto con il genere”, nonostante la sua evidente componente misogina.

     

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    RAPPER, OGGI

    […] però, ciò non ha mai limitato le artiste a sfondare con il rap o a innamorarsi di questo linguaggio musicale. Ne è prova l’esplosione di rapper donne negli Stati Uniti, a fronte di tutti gli ostacoli che ancora nella nostra generazione queste artiste devono affrontare. Parliamo di Missy Elliot, la prima donna nel rap a essere compresa nella Rock & Roll Hall of Fame; di Cardi B, la prima rapper a vincere il premio come Best Rap Album ai Grammy, con il suo album di esordio nel 2019.

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    Ma anche di Megan Thee Stallion, seconda detentrice del genere hip hop, dopo Lauryn Hill, del premio Best New Artist. E pure Nicky Minaj, […] Ma nella rappresentazione dei corpi femminili e delle donne, sia da parte degli artisti uomini che non, che cosa è cambiato da allora a oggi?

     

    IL CORPIO È MIO E LO CANTO IO

    La ricercatrice Christin Smith spiega che il trattamento sessualizzante è stato preso in mano dalle vittime di esso, per poterne fare un proprio strumento di gioco. Nonostante le rapper parlassero di sex positivity già agli albori dell’hip hop, è solo a partire da artiste come Lil’ Kim e Foxy Brown che il dialogo sulla sessualità si fa più aperto e personale, catturando controversie e ipocrisia.

     

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    Le loro canzoni, infatti, erano spesso considerate “troppo sexy” (non quando però, a parlare di loro nello stesso modo, erano i colleghi maschi). Il problema, come spesso accade, risiedeva non nella sessualizzazione, ma nel fatto che queste donne la facessero propria. L’evoluzione dell’hip hop (anche) in questo senso trova il proprio picco intorno ai 2000 – 2010, con l’arrivo di Nicky Minaj e lo sviluppo della tecnologia che ha concesso all’iper democratico hip hop di diventare ancora più alla portata di tutti. […]

     

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    DA WAP IN POI: IL FUTURO DEL RAP GAME FEMMINILE

    Il filo rosso rimane il medesimo: l’empowerment femminile. Ma se prima avveniva in contrapposizione alla sessualizzazione da parte di altri, ora la frittata è stata rigirata e le rapper raccontano la propria libertà sessuale ed economica attraverso i testi e i video delle loro canzoni. […] non la prima, ma la rapper che lo ha fatto in maniera più efficace e che ha aperto le porte alle future colleghe, è stata di nuovo Lil’ Kim con il debutto da solista Hard Core.

     

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    Questo “manifesto femminista” esprime il desiderio dell’artista di ottenere lo stesso potere, gli stessi vizi e lussi e il medesimo ruolo di leader dei suoi simili uomini.[…] . Il tema si è rivelato particolarmente caldo all’uscita del singolo WAP (Wet Ass Pussy) nel 2020, firmato Cardi B e Megan Thee Stallion. Un dibattito che raramente è stato aperto di fronte ai testi iper sessualizzanti dei loro colleghi uomini.

    A 50 anni dalla nascita del genere hip hop, a fronte di tutte le sue trasformazioni e davanti all’evidente popolarità di artiste donne nel genere (che, ricordiamolo, sono sempre esistite), non ci resta quindi che una sola, grande speranza: che la corsa non si arresti e che, anzi, possa scardinare sempre di più gli stereotipi del rap e dimostrare come le donne nella musica, e non solo, possano raccontare e rappresentarsi nelle loro più numerose sfumature, autodeterminandosi senza limiti di sorta, né differenze.

     

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