IL PAPA, 'AL CONCLAVE DEL 2013 SCOLA CHIEDEVA DI VOTARE PER ME'
PADRE GEORG GANSWEIN
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 02 APR - Nel conclave del 2013 il cardinale Jorge Mario Bergoglio ebbe voti fin dalla prima votazione. Lo racconta lo stesso Papa Francesco nel libro-intervista 'El sucesor' (Planeta) con Javier Martinez-Brocal in uscita domani 3 aprile. Il 12 marzo ebbe i primi voti, poi il 13 "molti" ma "li interpretai" come un modo di "depositare i voti".
Papa Francesco rivela anche un altro fatto accaduto nel conclave in quelle ore: "Ricordo che alcuni si avvicinarono a parlare con il cardinale Angelo Scola e gli chiesero qualcosa. Poi ho saputo che aveva detto loro: 'votate Bergoglio'".
PADRE GEORG GAENSWEIN E PAPA FRANCESCO
IL PAPA, 'BENEDETTO MI DIFESE SULLE UNIONI CIVILI'
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 02 APR - Benedetto XVI difese Papa Francesco dalle accuse di alcuni prelati in merito alle affermazioni che lo stesso Bergoglio aveva fatto sulle unioni civili tra omosessuali. "Alcuni andarono da Benedetto a dire che io dicevo eresie", "lui li ascoltò e con autorevolezza li aiutò a distinguere le cose" tra matrimonio cristiano e unioni civili. "Disse loro: 'questa non è una eresia'. Come mi difese!", racconta il Papa nel libro-intervista 'El sucesor' con il giornalista Javier Martinez-Brocal (Planeta), in uscita domani 3 aprile. Nel libro Papa Francesco definisce Benedetto "un grande", afferma che "non era attaccato al potere" e che la rinuncia è stata segno di "onestà".
IL LIBRO DI PADRE GEORG GAENSWEIN - NIENT'ALTRO CHE LA VERITA
Bergoglio dice anche che Ratzinger non era sempre d'accordo con le sue decisioni ma "con il suo silenzio le ha sempre rispettate". All'inizio del pontificato, in quel saluto a Castel Gandolfo, Papa Francesco e Benedetto parlarono della questione degli abusi. "Cambiai alcune delle persone come lui mi aveva suggerito" di fare. Francesco parla anche del libro di mons. Georg Gaenswein "Nient'altro che la verità": "Mi ha addolorato che Benedetto sia stato usato" e "ha avuto una grande pena" per il fatto che quel libro sia uscito proprio nel giorno del funerale di Ratzinger. Bergoglio rivela anche che portava regali a Benedetto al ritorno dai suoi viaggi apostolici.
Padre Georg Ganswein bacia la bara di ratzinger
IL PAPA, 'DA MONS. GAENSWEIN MANCANZA DI UMANITÀ'
(ANSA) - Il Papa, nel libro 'El sucesor', replica alle critiche sulla gestione dei funerali di Benedetto XVI e afferma che ad occuparsene fu il segretario di Ratzinger, mons. Georg Gaenswein. Su quest'ultimo, pur senza citarlo, Papa Francesco aggiunge: "Mi hanno provocato un grande dolore: che il giorno del funerale venga pubblicato un libro che mi ha messo sottosopra, raccontando cose che non sono vere, è molto triste. Naturalmente non mi colpisce, nel senso che non mi condiziona. Ma mi ha fatto male che Benedetto sia stato usato. Il libro è stato pubblicato il giorno del funerale, e l'ho vissuto come una mancanza di nobiltà e di umanità".
benedetto xvi padre georg gaenswein
IL SEGRETO DI BERGOGLIO “TENTARONO DI USARMI PER BRUCIARE RATZINGER”
Estratto dell’articolo di Iacopo Scaramuzzi per “La Repubblica”
Il candidato di papa Francesco nel Conclave del 2005 era Joseph Ratzinger, e fu lo stesso Bergoglio, che aveva raccolto un numero di preferenze sufficienti a bloccare l’elezione del tedesco, a intervenire per stornare i voti da sé e spianare la strada al pontificato di Benedetto XVI. A raccontare questo retroscena è lo stesso Bergoglio, sfatando, così, la narrazione di una incompatibilità con il suo predecessore, e più in generale di una frattura con la tradizione della Chiesa, e anzi sottolineando una comune contrapposizione alle manovre curiali.
PAPA FRANCESCO, EL SUCESOR - JAVIER MARTINEZ BROCAL
Che Jorge Mario Bergoglio sia stato al Conclave del 2005 — precedente a quello del 2013 che lo ha eletto — il secondo più votato, è cosa risaputa, così come lo è la circostanza che fu la confluenza dei suoi voti su Joseph Ratzinger a sbloccarne l’elezione. Ma diverse ricostruzioni giornalistiche e storiche di questi anni hanno accreditato l’idea che a giocare il ruolo-chiave di questa operazione sia stato il cardinale Carlo Maria Martini.
Il quale, da king maker , e quasi in competizione con il confratello gesuita argentino, pur avendo posizioni progressiste avrebbe convinto gli elettori di Bergoglio a votare per il futuro Benedetto XVI, ben più conservatore di lui, sia per stima personale nei confronti di Ratzinger, pur da posizioni molto diverse, sia per evitare che, bruciato il nome del tedesco, emergesse un altro candidato (c’è chi ha ipotizzato, ad esempio, il nome del cardinale Camillo Ruini).
benedetto xvi ratzinger e georg gaenswein 2
[…] E dunque Jorge Mario Bergoglio, allora arcivescovo di Buenos Aires, conferma che nel 2005 arrivò a raccogliere 40 voti su 115: «Erano sufficienti a frenare la candidatura del cardinale Joseph Ratzinger perché se avessero continuato a votarmi, egli non avrebbe potuto raggiungere i due terzi necessari ad essere eletto Papa». Francesco chiarisce che l’obiettivo non era eleggerlo:
papa francesco ratzinger
«Questa non era l’idea di coloro che stavano dietro ai voti. La manovra consisteva nel porre il mio nome, bloccare la elezione di Ratzinger e poi negoziare un terzo candidato diverso. Mi raccontarono, molto tempo dopo, che non desideravano un Papa “straniero”». Continua Bergoglio: «Mi usavano, ma dietro già stavano pensando a proporre un altro cardinale. Non erano d’accordo su chi sarebbe stato, ma stavano per lanciare un nome».
La «manovra», come la chiama il Papa, prese corpo il secondo giorno di Conclave, il 19 aprile, tra la seconda e la terza votazione: «Quando nel pomeriggio me ne sono reso conto, dissi a un cardinale latino- americano, il colombiano Dario Castrillon: “Non scherzate con la mia candidatura, perché adesso stesso dirò che non accetterò, eh?
Lasciatemi qui”. E così uscì eletto Benedetto». […]
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Francesco prosegue: «Se avessero eletto uno come me, che fa molto casino, non avrebbe potuto fare nulla. In quel momento, non sarebbe stato possibile. Io sono uscito contento. Benedetto XVI è stato un uomo che ha accompagnato il nuovo stile. E non fu facile, eh? Ha incontrato molta resistenza dentro il Vaticano». Perché secondo il suo successore, «con la elezione di Joseph Ratzinger (lo Spirito Santo) stava dicendo: qui comando io. Non c’è spazio per le manovre».
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