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    STRACULT PALLONARO - DA PAOLO ROSSI A PIRLO: I COLPI CHE HANNO FATTO LA STORIA DEL CALCIOMERCATO - ZICO E CEREZO IN ITALIA GRAZIE A PERTINI - PER MARADONA FERLAINO FECE APRIRE IL BANCO DI NAPOLI DI DOMENICA - VIERI PAGATO 90 MLD FECE PENTIRE I MORATTI IL GIORNO DOPO!


     
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    Antonello Capone per “gazzetta.it

     

    zico zico

    I 10 colpi da maestro che hanno fatto la storia del calciomercato.

     

    1) PAOLO ROSSI, 1978 - Il calciomercato moderno, quello del grande business con implicazioni sociali e interesse planetario, nasce con Paolo Rossi. Estate 1978, Paolo ha vent’anni, ha strabiliato l’Italia segnando 24 gol nel Vicenza di Giovan Battista Fabbri che arriva secondo dietro la Juve. Il presidente Farina l’aveva acquistato l’anno prima dal Como su consiglio del suo calciatore-amico-procuratore nato Oscar Damiani: «Lo prenda, non l’hanno fatto giocare ma è bravo».

     

    Il Como è un «satellite» della Juve e così il giocatore è a metà. Boniperti dopo l’exploit lo vuole, Farina dice ok ma domanda che ancora un anno venga lasciato a Vicenza «per tentare il colpaccio».

     

    BOSKOV BRIEGEL E CEREZO BOSKOV BRIEGEL E CEREZO

    La Juve risponde picche e Farina replica secco: «Andiamo alle buste». La Juve scrive 875 milioni di lire, Farina 2 miliardi 612 milioni 510 mila lire. Valutazione totale pazzesca: oltre 5 miliardi di lire. Il presidente della Lega Franco Carraro si dimette «per lo scandalo». Paolo resta a Vicenza che retrocede in B. E Farina: «Lo avessi dato alla Juve non sarei andato giù. Invece, dopo la sgarbo…».

     

    2) MICHEL PLATINI, 1982 - L’Avvocato Gianni Agnelli lo sceglie, il presidente Giampiero Boniperti lo prende: le roi Michel Platini, stella della nazionale francese e del Saint-Etienne con cui è arrivato allo scudetto, arriva alla Juventus nel 1982, a 27 anni. Per soli 148 milioni di lire. In Francia si davano di gomito: «Tanto è uno quasi finito».

    Paolo Rossi Paolo Rossi

     

    SANDRO PERTINI SANDRO PERTINI

    Si rivela uno dei più colossali affari della storia del calcio. L’avvocato già lo ama quando decide che dovrà essere bianconero: si esalta quando lo vede in Francia-Italia del 23 febbraio 1982 al Parco dei Principi di Parigi in una delle partite migliori del regista, che segna (primo gol nel 2-0 di quella sera) e che in Italia sarà capocannoniere per tre campionati di fila.

     

    pirlo 3 pirlo 3

    Eppure l’arrivo di Michel non è indolore: deve partire Liam Brady, per la Sampdoria, deve deglutire Zibi Boniek, ma soprattutto deve intervenire direttamente Agnelli per fare accettare il francese a una squadra che già si sente forte e non intende «correre per lui». E Platini con classe si sdraierà sul prato con il gomito a sorreggere lo sguardo e a godersi lo spettacolo di chi lo acclama dopo averlo accolto con sufficienza.

     

    maradona dopo la sconfitta del brasile maradona dopo la sconfitta del brasile

     

    3) ZICO, 1983 - Zico all’Udinese è la dimostrazione che il calciomercato è la favola in cui tutti possono credere perché a volte l’impossibile si avvera. Come se oggi il Sassuolo annunciasse di aver preso Messi, nel giugno 1983 l’Udinese del manager-padrone della Zanussi Lamberto Mazza e del rampante direttore sportivo Franco Dal Cin, allievo di Italo Allodi, annuncia: «Abbiamo preso Zico. Sei miliardi di lire, ma noi ne pagheremo la metà perché il resto lo farà chi ha acquistato i diritti di sfruttamento dell’immagine».

    Rijkaard Rijkaard

     

    Cose mai viste e mai sentite per il miglior calciatore del mondo che sei mesi prima aveva detto no al Milan lasciando Gianni Rivera nell’anticamera della sede del Flamengo. La Figc si oppone, fissa paletti, chiude le frontiere con artifici sui tempi del deposito del contratto. L’Udinese (seguita dall’avvocato Franco Coppi che era già Coppi), trova un alleato nella Roma di Dino Viola che si trova nelle stesse condizioni per il no a Cerezo.

    Karl-Heinz Rummenigge Karl-Heinz Rummenigge

     

    Risolvono il presidente della Repubblica Sandro Pertini con una frase («Sono bravi ragazzi, fateli giocare») e il presidente del Coni Franco Carraro che allunga i termini del tesseramento dopo la classica riunione dei saggi e della giunta. Mentre il Friuli che già respira aria di autonomia scende in piazza: O Zico, o Austria! Ma l’acquisto non è soltanto dell’Udinese, è tutta Italia che applaude il fuoriclasse al di là della maglia. In qualsiasi stadio.

     

     

    L AVVOCATO GIANNI AGNELLI L AVVOCATO GIANNI AGNELLI

    4) DIEGO ARMANDO MARADONA, 1984 - Maradona è il giocatore più grande del mondo che abbia giocato in Italia. Lo acquista il presidente del Napoli Corrado Ferlaino in una tormentatissima estate 1984 ricca anche di alchimie e diavolerie.

     

    Il Barcellona alza il prezzo ad ogni incontro, Ferlaino fa riunire d’urgenza il Banco di Napoli anche di domenica per dare le garanzie, il fuoriclasse argentino di 23 anni forza la mano attraverso il manager riccioluto Jorge Cyterzspiler dicendo che comunque in blaugrana non giocherà più. Il manager del Napoli Antonio Juliano si butta sul messicano Hugo Sanchez e il Barça abbocca: «No, stai qui, chiudiamo».

     

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    Ma il mercato in Italia si blocca il 30 giugno e Ferlaino deposita in tempo una busta sigillata «col contratto di Maradona». Vola in Spagna. Torna oltre il termine e riesce a far cambiare il contenuto della busta: via il vuoto, dentro i documenti firmati: 13 milioni e mezzo di lire al Barça e il 4 luglio Maradona è in Italia, il 5 palleggia al San Paolo gremito di 60 mila spettatori.

     

    Il Napoli che aveva rischiato di retrocedere parte per la conquista del primo scudetto della storia e poi del secondo. Maradona dal primo giorno è leggenda che nulla ancor oggi scalfisce.

     

     

    5) KARL HEINZ RUMMENIGGE 1984 - «Il cuoco di Villar Perosa ha preso l’Inter»: Così Gianni Agnelli bolla Ernesto Pellegrini, rampante imprenditore della ristorazione aziendale che nel 1984 acquista l’Inter da Ivanoe Fraizzoli.

     

    ZIBI BONIEK E MOGLIE ZIBI BONIEK E MOGLIE

    Chissà, quel giudizio magari spinge Pellegrini a osare l’inosabile; acquistare l’«inamovibile» Kar Heinz Rummenigge, 29 anni, che col Bayer Monaco ha già vinto due Bundesliga, due Coppe Campioni, un’Intercontinentale e che in Nazionale tedesca è un monumento con la coccarda dell’Europeo 1980. Il prezzo è stratosferico: 10 miliardi di lire. Il calcio italiano guarda con ammirazione e… paura il nuovo arrivato che ravviva il mercato «e porta soldi, quindi benvenuto».

     

    Per convincere Kalle si mette in moto il direttore sportivo Sandro Mazzola che vanta un’amicizia col tedesco e lavora sul calciatore e sulla famiglia. Operazione brillante per tutti, anche per Alessandro "Spillo" Altobelli che trova il partner ideale. Per la stagione successiva Pellegrini decide di portare a Milano Franco Dal Cin, il manager che l’anno prima ha portato Zico a Udine.

    GULLIT GULLIT

     

    6) GLI OLANDESI DEL MILAN: GULLIT, VAN BASTEN, RIJKAARD, 1987-1988 -Silvio Berlusconi acquista il Milan nel febbraio 1986, ma è nei mercati 1987 e1988 che plasma il grande club che diventerà il più titolato al mondo e rivoluzionerà il calcio italiano. Il timbro è olandese, i tre tulipani Marco Van Basten, Ruud Gullit e Frank Rijkaard vengono «cresciuti» da Adriano Galliani e Ariedo Braida con spericolate e vincenti strategie.

     

    pasquale bruno van basten pasquale bruno van basten

    Van Basten viene coccolato a lungo, non rinnova il contratto con l’Ajax e così il Milan lo prende nel 1987 quando ha 22 anni «a parametro» Uefa: un miliardo e 750 milioni di lire. Nello stesso anno arriva Gullit (24 anni) che attratto da Milano e da fantasmagorici progetti di crescita chiede al Psv di andare via: il Milan lo prende per 10 miliardi più 3,5 miliardi garantiti alla Philips (proprietaria del Psv) da Canale 5 in pubblicità.

     

    Il calcio non è solo calcio. Ma già Galliani ha adocchiato Rijkaard: lo fa trattare da un gruppo esterno di manager capitanato da Franco Dal Cin (nel frattempo liberato dall’Inter) perché quando il mercato sente parlare di Milan e di Berlusconi triplica i prezzi… Rijkaard viene sapientemente dirottato dal ricco Ajax allo Sporting Lisbona e poi al Saragozza, finché non giunge al Milan nel 1988, a 25 anni, per soli 5,3 miliardi di lire.

     

    cassano balotelli prandelli cassano balotelli prandelli

    Ma prima Galliani e l’allenatore del calcio futuro Arrigo Sacchi devono battagliare con Berlusconi che vuole confermare come terzo straniero l’argentino Claudio Daniel Borghi. Mai sconfitta per Silvio fu più piacevole. Nel 1994, dopo aver vinto tanto, il ds della Sampdoria Paolo Borea, quello che scoprì Luca Vialli, Roberto Mancini e Gianluca pagliuca, convinse Gullit a dimostrare che poteva brillare anche nella Samp, prendendolo quasi gratis dal Milan. E brillò, Gullit, come in cielo la gentile stella di Borea, in questi giorni scomparso.

     

    bobo vieri col mensile di barbara d'urso bobo vieri col mensile di barbara d'urso

     

    7) RONALDO 1997 - Quando arriva all’Inter, nel 1997, Ronaldo ha quasi 22 anni ed è il più famoso (e grande) giocatore del mondo. Moratti lo prende dal Barcellona versando 51 miliardi di lire. Prima 48miliardi e poi altri tre su decisione della Fifa che «ricalcola» la clausola di rescissione in base ai parametri precisi degli emolumenti.

     

    Ovvero, l’Inter sfrutta abilmente un nuovo strumento di mercato che non a caso dopo questo trasferimento subisce un sostanziale cambiamento nelle valutazioni. Il Barcellona aveva stabilito con Ronaldo che il contratto si sarebbe potuto rescindere se un club avesse portato una somma già prefissata al momento della firma del contratto. L’Inter si accorge che i parametri pattuiti dal Barcellona sono abbastanza bassi per il valore del giocatore e quindi 51 miliardi di lire sono stati un affare.

     

    SIMEONE SIMEONE

    Oggi le clausole sono molto più alte e il Barcellona che ha appena rinnovato il contratto a Messi fino al 2018 ha posto una clausola di 250 milioni di euro. Moratti nell’acquisto di Ronaldo è supportato anche dalla passione e dall’intraprendenza imprenditoriale di Marco Tronchetti Provera che fa di Ronaldo il testimonial mondiale della Pirelli: il manifesto della casa di pneumatici con l’immagine di Ronaldo al posto del Cristo del Corcovado che domina Rio è un must dell’advertising. O quella con il cinturato dei copertoni al posto dei tacchetti. Come vedete, il mercato contempla fattori che non sono soltanto sportivi.

     

     

    8) CHRISTIAN VIERI, 1999, E ZLATAN IBRAHIMOVIC, 2006 - Record e di soldi e di cambi Massimo Moratti nel 1999 porta all’Inter Christian Vieri valutandolo 90 miliardi di lire: 69 in contanti ma versati in tre anni più Simeone per 21. Al giocatore dieci miliardi di lire l’anno. Ma il giorno dopo Massimo e la signora Milly già si pentono.

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    Quando vedono la campagna pubblicitaria di una nota carta di credito che mostra bello disteso sul cartoncino plastificato argentato il gioiello neo-nerazzurro. Come a dire «valgo quello che voglio» e «posso tutto». Ma Vieri resterà all’Inter fino al 2005 ed è una grande prova di fedeltà per uno che ha cambiato 12 squadre (Torino, Pisa, Ravenna, Venezia, Atalanta, Juventus, Atletico Madrid, Lazio, Inter, Milan, Monaco, Fiorentina) per un totale di 14 trasferimenti. Tutti degni della più capiente carta di credito.

     

    Sulla stessa linea, con carta d’imbarco sempre in mano, c’è un’altra stella di prima grandezza, Zlatan Ibrahimovic: il colpo lo fa fare all’Inter che dopo lo scandalo del 2006 lo prende dalla Juve, retrocessa in B e penalizzata, per soli 24,8 milioni pagandogli però 12 milioni netti l’anno: record per parecchio tempo.

     

    Ma l’Inter lo rivende nel 2009 al Barcellona per 90 milioni: 70 in contanti più Eto’o, plusvalenza da primato. Ibra poi va al Milan e al Psg. A quando il prossimo viaggio, ovviamente dorato?

     

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    9) ANTONIO CASSANO, 2001 - Antonio Cassano fa raggiungere il top del prezzo pagato da un club italiano per una promessa del calcio italiano. Il Bari dei fratelli Matarrese e dello sforna gioielli direttore sportivo Carlo Regalia lo vende nel 2001 alla Roma guidata da Fabio Capello, grande estimatore del giovane di 19 anni: viene valutato 60 miliardi di lire più il passaggio al Bari di Paolo Poggi e Gaetano D’Agostino, in comproprietà.

     

    A Cassano cinque anni di contratto per cinque miliardi netti a stagione. In totale l’operazione è di cento miliardi. E Cassano per tanto tempo diventa il parametro, il termine di paragone, il metro della valutazione del calciomercato per qualsiasi altra operazione, in Italia e all’estero.

     

    Ed è la prima volta che la Consob, la società di controllo delle società quotate alla Borsa Valori di Milano, punta i riflettori sul calciomercato. Le trattative per Cassano durano un anno e a più riprese la Consob domanda a Sensi di precisare rumors e dichiarazioni che potrebbero alterare il mercato (azionario).

     

    10) ANDREA PIRLO, 2011 - Andrea Pirlo è il colpo di mercato per eccellenza di questi ultimi anni. La Juventus per avere il regista chiave non ha pagato nulla. Il presidente Andrea Agnelli e il direttore sportivo Beppe Marotta hanno corteggiato assiduamente il centrocampista di Brescia, specialmente quando il Milan, nel 2010, non gli voleva rinnovare il contratto (in scadenza nel 2011), per più di un anno.

     

    E così il centrocampista re delle punizioni ne ha calciata una delle sue: ha fatto finire il contratto, giocando pochissimo anche per contrattempi fisici, e ha firmato con la Juventus per 3 milioni e mezzo netti a stagione di base. Ma il Milan non ha preso un soldo. E lui,

    arrivando a 32 anni, è stato uno dei principali artefici del lancio della Juve che ha vinto tre scudetto di fila.

     

    Il contratto firmato da Pirlo è uno di quelli modello introdotti in Italia per la prima volta dal club bianconero grazie alla lungimiranza dell’avvocato Michele Briamonte, fra gli artefici del nuovo rivoluzionario contratto collettivo Lega-sindacato calciatori:

     

    una ottima base più bonus per qualsiasi genere di obiettivo concordato a fondo al momento della firma, dai risultati della squadra a quelli singoli. Ma tutto con regole ferree: dai comportanti in campo e fuori ai rapporti con gli sponsor di club e personali. Bonus, certo, ma anche penali per chi sgarra. Siamo in un’altra era.

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