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    L'IPPO-GRIFO AZZURRO! DA SCONOSCIUTO A SALVATORE DELLA PATRIA, COME MAI CI ACCORGIAMO DI VINCENZO GRIFO SOLO OGGI? - GRAZIE ALLA DOPPIETTA CONTRO L'ALBANIA, L'ATTACCANTE AZZURRO NATO IN GERMANIA È SULLA BOCCA DI TUTTI, MA FINO A POCO TEMPO FA ERA UN CARNEADE (LA PRIMA CHIAMATA IN NAZIONALE NEL 2018, DA ALLORA HA COLLEZIONATO SETTE PRESENZE) - OGGI, A 29 ANNI, ALCUNI CLUB DI SERIE A SAREBBERO INTERESSATI A PORTARLO IN ITALIA, MA SIAMO SICURI CHE LUI SIA LA SOLUZIONE AI PROBLEMI DEL CALCIO ITALIANO?


     
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    Alessandro Bocci per il “Corriere della Sera”

     

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    Vincenzo Grifo ha festeggiato la seconda doppietta della sua contraddittoria avventura in Nazionale mandando un bacio al tricolore.

     

    Pur essendo nato in Germania, si sente profondamente italiano. Il senso di appartenenza che invoca Mancini, scottato da chi in estate, durante la Nations League, ha voltato le spalle alla maglia azzurra con troppa facilità. Grifo, 29 anni, tedesco di Pforzheim, alla Nazionale ci tiene parecchio e si è sempre approcciato nel modo giusto, pensando a giocare e mai a polemizzare. Anche quando l'allenatore azzurro lo ha escluso dalla lista dei 26 per l'Europeo, il suo traguardo mancato.

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    Neppure in quel momento, molto difficile, si è pentito della scelta e adesso è pronto a riprovarci per un altro Europeo, quello del 2024 proprio in Germania a casa sua. «Ma non tiferò per loro durante i Mondiali, magari per il Brasile», dice sorridendo nella notte di Tirana. È felice e bene integrato nel gruppo. Mancini lo ha definito un ragazzo straordinario. Sarà merito anche dei suoi italianissimi genitori, papà agrigentino e mamma di Lecce.

     

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    Emigrati, ma orgogliosamente italiani. O magari del nonno, che a sette anni gli ha regalato un maglione di Baggio diventato il suo pigiama porta fortuna. Vincenzo si è fatto da solo.

    In Germania quelli come lui li chiamano Strassenfussballer, cioè calciatori di strada.

     

    È cresciuto e si è fatto le ossa nei campetti polverosi di periferia anziché nelle rinomate accademie tedesche e ha vissuto e tifato per gli azzurri durante il Mondiale 2006 con la maglia di Pirlo. Unica eccezione all'italianità, la passione per Cristiano Ronaldo che poi, vista la classe del portoghese, è trasversale.

     

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    Grifo è la faccia bella dell'Italia in un momento di tristezza. Gli altri pensano al Mondiale, noi abbiamo battuto l'Albania in amichevole e domenica giochiamo a Vienna contro l'Austria. Ma c'è un futuro per questa squadra che è un misto tra veterani e giovanissimi. Il nuovo cecchino vuole cogliere l'attimo e ritagliarsi un ruolo nel gruppo.

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    Soprattutto adesso che è una stella del Friburgo, con 9 reti (3 domenica scorsa all'Union Berlin) nella sua migliore stagione di Bundesliga. Glissa sull'ipotesi di un futuro in Italia, ma in cuor suo ci pensa e sarebbe una rivincita. Quando aveva 18 anni è stato vicino alla Lazio, ma era troppo giovane e ha preferito rimanere in Germania. Nel 2019 ha ricevuto una proposta dalla Fiorentina, ma mentre Vincenzo rifletteva i viola virarono su Ribery e Boateng. Chissà cosa gli riserverà il futuro.

     

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    Della serie A sa tutto, essendo un tifoso dell'Inter sin da bambino. Con la maglia dell'Italia Grifo aveva già segnato una doppietta all'Estonia, l'11 novembre 2020, con la squadra decimata dal Covid e senza Mancini in panchina. Quella notte a guidare gli azzurri c'era Evani, il suo scopritore, che lo ha chiamato prima nella Under 20 e poi lo ha suggerito alla Nazionale dei grandi: anche questo è un segno del destino.

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